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Ducati, Pericle
L' arte classica — Torino, 1939

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https://doi.org/10.11588/diglit.43346#0640
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592

PERIODO SESTO

a ritenere contemporanea al carme secolare la preziosa immagine marmorea da Prima
Porta; Augusto era allora da poco reduce dall’Oriente, fulgido di potenza e di gloria.
La statua di Augusto da via Labicana. — Se nella statua di Prima Porta si ha
Yimperator, nella statua di via Labicana (i) (fig. 728) si ha il sacerdote, il pontifex. E,
siccome la dignità di sommo sacerdote fu assunta da Augusto nel 12 a. C., così è lecito
ricollegare questa statua, che rap-
presenta l’imperatore cinquantenne,
appunto con tale occasione. Augusto
ci si presenta ricoperto dall’ampia
toga anche sul capo, come è proprio
di chi stia per compiere una fun-
zione religiosa, e tale concetto do-
veva essere confermato dal gesto
della mano destra, che verosimil-
mente era distesa per sostenere la
patera della libazione.
Interessante è in questa statua
l’uso di due marmi diversi: il marmo
lunense o di Carrara per la base e
per tutto il corpo nelle parti rico-
perte dal vestito; un marmo di grana
fina, di provenienza greca, per le
parti ignucle. Non è rara l’unione
di due marmi diversi in una sola
opera di scultura; tale unione è
anzi da avvertire in parecchi casi
per quanto concerne la scultura el-
lenistica. Ma per l’Augusto di via
Labicana non abbiamo ragione al-
cuna di scindere le parti ignude da
quelle vestite: è un assieme insepa-
rabile, un’opera sola, in cui il corpo
sarà stato eseguito da un semplice praticante, da un aiuto dell’autore della bellissima
testa, che deve essere collocata tra i più pregevoli esempi dell’arte ritrattistica romana.
Il volto di Augusto qui palesa un carattere di maggior età rispetto al volto della
statua di Prima Porta: esso è diventato più emaciato con una espressione di più concen-
trato pensiero e di quella severità di carattere che col passare del tempo, con l’accumularsi
delle cure e con l’amarezza ed il dolore di dispiaceri famigliari, vieppiù si irrigidiva.
Non dobbiamo dimenticarci che l’anno 12 fu l’anno della morte di Agrippa, suo genero
ed amico fidatissimo. Ma negli occhi chiari e nitidi, come dice Svetonio {Vita d’Au-
gusto, 79), è rimasto ancora quel divino vigore, quella espressione di superiorità che
faceva abbassare lo sguardo di ognuno che con lui parlava.

(A linari)
Fig. 728. — Parte superiore dell’Augusto da Via Labicana.


(1) Roma, Museo Nazionale Romano.
 
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