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Ducuing, François [Editor]
L' Esposizione Universale del 1867 illustrata: pubblicazione internazionale autorizzata dalla commissione imperiale dell'esposizione — Mailand [u.a.], 1867

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https://doi.org/10.11588/diglit.3381#0660
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658

L' ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1867 ILLUSTRATA.

1

1









LÀ TASSIDERMIA OD 1MBALSAMATDRA
DEGLI ANIMALI

Il vocabolo greco Tassidermia significa
propriamente preparazione delle pelli.Y ero
è però che gli ammirabili lai/ori dei no-
stri naturalisti sono qualche cosa più di
una semplice preparazione di pelli, e non
ci stupirebbe se i Verreaux, i Fairmaire,
i Lefèvre, ci facessero il broncio nella
credenza che noi potessimo confonderli
anche per un solo istante con un con-
ciapelli.

Quella che noi chiamiamo Tassidermia, è
soltanto una parte di quanto il catalogo riu-
nì nella classe 22, sotto il nome di prodotti
della caccia, della pesca e suoi annessi',
titolo abbastanza barocco e pochissimo e-
satto, perchè in fatto di annessi non posso
comprendere il pelo del coniglio od il
crine del cavallo, e preferisco supporre che
si volle battezzare di tal guisa alcune al-
ghe marine e qualche qualità di muschi.
Ad onta di tutta la nostra buona volontà
siamo obbligati di attribuire le pelliccie
alla caccia, le spugne e l'olio di fegato di
merluzzo alla pesca.

Ma passiamo sopra alla parola annessi,
Denchè sia estremamente bizzarra.

All' ingresso della sala — quello che è
riprodotto dal nostro disegno — aggrup-
paci i più bei lavori dell'arte tassidermiea,
i quali nuli' altro sono che capilavori di
arte e di scienza insieme. A destra, il leone
del signor Edoardo Verreaux ci fa meravi-
gliare per la sua posa naturale e per le sue
membra perfettamente modellate. Biso-
gna esser artista in uno e naturalista non
solo per produrre un'opera simile, ma altre-
sì per bene comprenderne la portata e la
difficoltà. Nelle scuole e nelle officine si
costuma dire che vi sono due esseri difficili
a disegnare, cioè il cavallo e l'uomo ; e
due facili : la giovenca e la donna. Le
difficoltà dei due primi consistono nella
sporgenza dei muscoli che si rivelano net-
tamente ciascuno al suo posto. Le belve, e
fra queste il leone, sono difficili a dise-
gnarsi e modellarsi in causa della loro
pelle, che rassomiglia ad un soprabito
largo, e non aderente al corpo, e che av-
volge i muscoli come in un velo ondeg-
giante che li presenta in una maniera
molle , indecisa , ma rigorosa e tutt' af-
fatto particolare. Il signor Edoardo Ver-
reaux tradusse meravigliosamente questo
effetto. Il suo leone sembra vivo, e quasi
non si potrebbe accorgersi che è imbal-
samato.

Superiormente alla gabbia del leone veg-
gonsi gli uccelli sfoggiare gli splendidi
loro colori; è la plejade dei più favoriti.
Pappagalli d'Australia, uccelli di paradiso,
il famoso gallo di montagna dalle penne
colore di fuoco, poi la famiglia degli in-
comparabili uccelli mosca. A vederli da
lungi si direbbero tante pietre preziose o

raggi d'iride; penne e piume di color
rosso ardente , viola, smeraldo , rubino ;
code bifide, a forma di V, a freccia; becchi
di tutte le forme e le lunghezze, a punta,
uncinati, a tromba, a bocca aspirante di
farfalla piuttosto che a becco d'uccello.
La natura fu veramente molto prodiga
nella creazione degli insetti dipteri, che
noi chiamiamo mosche. Essa ne creò di
tutte le grandezze , di tutte le forme, di
tutti i colori : ne sparse le specie con tanta
profusione in tutti i paesi ed in tutti i
luoghi che probabilmente non esiste sulla
superficie della terra un metro cubo che
non contenga almeno uno di questi animali.
Altrettanto prodiga fu cogli uccelletti ai
quali noi abbiamo dato il nome di uccelli
mosca. Le specie sono tanto numerose che
ogni anno se ne scoprono di nuove : fra
le mosche vere, le specie sono in numero
così enorne che i naturalisti arretrano di-
nanzi alla fatica di studiarle, essi così pa-
zienti,— e, diciamo pure, così ostinati,—
di maniera che è certo non le conosce-
ranno mai intieramente.

La splendida esposizione particolare della
quale ci occupiamo, è terminata^ in alto,
da trofei da caccia destinati ad ornare
le gallerie e le sale da pranzo dei nostri
sportsmen-castellani. Denti di cignale, corna
di cervo, teste e corna di daini, renni,
caprìuoli, camosci, tutto sembra vivo e
pare che avanzi il capo per guardare e
minacciare il vostro cronista che vi passa
dinanzi. Più in alto, ed in cima a tutto,
domina un'aquila reale che ghermisce un
anitroccolo selvatico.

Accenniamo per ultimo una bellissima
idea, quella cioè dei quadri-trofei in cor-
nici di quercia scolpita e destinati ad una
sala da pranzo d'estate od al gabinetto da
fumare d'un cacciatore.

Dall'altra parte dell'ingresso trovasi l'e-
sposizione del signor A. Lefèvre , nel cui
centro appare un gruppo di fiammanti
dalle ali rosa e nere , ma coi colli sgra-
ziatamente resi troppo scarni dal natura-
lista. Buone sono le pose. Il lupo è migliore
ed è ben modellato ; ma siamo obbligati
a constatare che la difficoltà di modellarlo
non è tanto grande quanto pel leone di
cui parlammo. Alcune pernici, un fagiano,
tre brillanti uccelli di paradiso di colori
differenti, una lepre in fuga, completano
questa esposizione rimarchevole sotto molti
aspetti. 1 quadri-trofei del signor Lefèvre
sono abbastanza buoni, ma miseri, né hanno
la grandiosità di quelli esposti dal suo
concorrente. Noteremo infine una grande
differenza fra le teste esposte : qui noi
abbiamo delle preparazioni mediocri, suf-
ficienti per la massa del pubblico, in una
parola, roba da mercato ; 1' altro è ar-
tistico, è una qualità che si vede al primo
colpo d'occhio.

Però vuoisi fare un'ultima considerazione.
Quali sono i prezzi? Nessuno dei due li
pubblicò, ed ebbero torto. Può benissimo
verificarsi che i preparati del signor Le-
fèvre, pel loro prezzo, siano fatti eccellen-
temente, e che quelli del signor Verreaux

siano tali da allontare la voglia di acqui-
starli. Buona ed utile era l'idea della Com-
missione quando invitò gli esponenti ad
indicarci loro prezzi di vendita: a questo
invito corrispose sgraziatamente un picco-
lissimo numero , ed il silenzio degli altri
lascia sempre pendere sui loro lavori il
dubbio che essi mostrino prodotti ecce-
zionali e non prodotti mercantili; mentre
è a questi che il pubblico sopratutto si
interessa, poiché in ultima analisi sono
quelli che esso può acquistare.

Ora, non dimentichiamolo, l'esposizione
è appunto fatta per il pubblico.

Entriamo nella sala senza badarci intorno
a rosari di conchìglie di madreperla, a spu-
gne ordinarie, a coralli, a tartarughe ed a
bambù, il tutto di poco valore artistico.
Nell'interno ci troviamo di fronte all'espo-
sizione della signora Fairmaire e del si-
nor Goupri : quest' ultima è discreta ; ma
qual differenza col leone dell'ingresso !

Indichiamo di passaggio un' idea origi-
nalissima di certo signor Stenfort che e-
spone una bellissima collezione di alghe
marine incollate sulla carta : egli ne formò
dei mazzi e dei veri quadri. Ma ciò che
è originale si è l'idea di applicare queste
alghe in mazzolini sulla mussolina d'abito
per le donne, sui collari, sulle maniche, ecc.
d'onde ne risulta un ornato originalissimo,
ed assai gradito. Vi sono altresì penne di
pievro affatto bizzarre.

Merita parimenti d'essere accennata la
collezione d'un abate normanno, il signor
Gallet, che conserva preparate le alghe
con una rimarchevole abilità e ne espose
alcune incollate sulla carta già da più
anni (1852). A proposito di talune specie
il signor abate superò molte difficoltà :
egli dovrebbe pubblicare un manuale de'
suoi metodi di sviluppo delle larghe foglie
delle ulve, senza omettere di aggiungervi
il prospetto dei sistemi, e noi prediciamo
al suo piccolo volume un vero successo
fra la nostra gioventù dei bagni di mare,
specialmente se alle spiegazioni aggiungerà
alcune sperienze.

Una parola ai pescatori. Che vengano
in questa piccola sala ad ammirare certi
crini bianchi quali non si è più soliti a
vederne : ammirino le setole di cignale di
una lunghezza e di una scelta di cui po-
tranno apprezzare il valore all' atto pra-
tico.

Quanto al pelo di conigli tosati ed al
pelo di lepre, distinti entrambi per cate-
gorie di finezza e lunghezza, non abbiamo
a dire che una cosa sola, ed è che una
trentina di tosatori in Parigi, fanno affari
per circa venti milioni! Decisamente vai
meglio tosare conigli che allevarli, giac-
ché questo mestiere non procura che tre-
mila lire di rendita!

Ugo de la Blanciière
 
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