Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Ducuing, François [Editor]
L' Esposizione Universale del 1867 illustrata: pubblicazione internazionale autorizzata dalla commissione imperiale dell'esposizione — Mailand [u.a.], 1867

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.3381#0897
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1867 ILLUSTRATA.

895

tOrto0rr;

***** Ck"

a da nni ^
delV"*«'

ai

agallo
libertà
o che

tt.

ama e

!e «Porre J
COrazzate.

sPagna.

Snuo3afUuna.

tutte le sue p
ne presiedette^

tà Più industri»,
acchine a «J3
to quelle deiPl

[) 'i ferro; (j
0 originale,,
l'acciajo,!^
luto da oh
icchio da
Sila dellep
dale.

'ale dei lati
di modelli r.
Ili della nostra
di cui abbili:
fa qualche ter
nno eranriii!
tri di stradi
0 già condii
cent'anni Mi
stradatala:
tà della co*
le in quanto*
seguite in pi»
unfattochedi'

e si dovettero'*
ira a Malaga.-
ostruttorif"'
che separa'»

ignò ^ f,
crepacci»

ignorava I*
picare la*
, il tunnel
in quest» f
ponte ft

ancorai'1;
ino«u

me^1;

113

'0

imai*
costr^1

iai

,i^;s

xostf

il faro del capo Palo: l'edificio è un mo-
numento, il modello un' opera d'arte.

Termineremo citando il canale d'Isa-
bella II, che conduce distante 19 leghe le
acque potabili necessarie al consumo di
Madrid. I serbatoj di quei acquedotti
avranno una capacità totale di metri cubi
236000; come punto di paragone, si deve
rammentare che il famoso serbatoio a due
piani di Ménilmontant non può contenere
più di I310D0 metri cubi d'acqua.

La Svizzera.

Qui ci troviamo in mezzo delle macchine
in movimento. Una collezione molto com-
pleta di macchine-strumenti, destinate ai
lavori del ferro ed una serie intiera di
macchine impiegate alla filatura del cotone,
escono dai vasti opifìcj del signor Rieter,
stabilito a Winterthur, il grande centro
industriale della Svizzera.

Il signor Honegger inventò un divisore
che divide automaticamente le sete greg-
gie, senza che l'operaio abbia ad immi-
schiarsene , e le dispone per grossezza di
fili. È la perla dell'esposizione svizzera nel
sesto scompartimento.

Notiamo egualmente il bel motore dei
signori fratelli Sulzer, e finalmente il me-
teorografo elettrico, registratore,impiegato
a Berna. Quest'apparecchio è certamente
meno delicato di quello del padre Secchi,
ma il suo prezzo relativamente è molto
moderato, cosa che permetterà di dotarne
un gran numero di stazioni ; e questo è
l'essenziale.

Le macchine della Svizzera, della Ger-
mania meridionale e dell'Austria sono poste
in azione dal motore del signor Farcot.

La Germania fece certamente un grande
onore al nostro paese, domandando ad un
costruttore francese le macchine motrici
di cui abbisognava.

L'Austria.

Il signor di Castellane pubblicò intorno
all'Esposizione militare dell'Austria un ar-
ticolo assolutamente completo e che faci-
lita singolarmente il nostro compito,perchè
questa mostra è in modo speciale la parte
più importante della sezione austriaca,
in questa galleria. L' arsenale diede una
prova poco comune di confidenza espo-
nendo non soltanto le armi ch'egli fabbrica,
ma benanco gli strumenti che servono per
fabbricarle.

La ditta Sigi di Vienna, oltre a due
locomotive, delle quali riparleremo, espose
una macchina a vapore verticale molto ele-
gante e degna di rimarco.

Non si può passare sotto silenzio una
cupola di rame, per raffineria di zuccaro,
di tre metri di diametro e tutta di un sol
pezzo.

Un modello di braca presenta la parti-
colarità importante, che tutti i movimenti
sono sotto la dipendenza della corsa della
catena a cucchiai, di.modo che lo spro-
fondamento di questi, la marcia del legno

nel senso della lunghezza e della larghezza,
sono sempre proporzionati al lavoro della
braca.

Non possiamo staccarci dall'Austriasenza
ammirare, nella collezione dei prodotti na-
turali,! meravigliosi cristalli di salegemma,
scoperti nelle miniere di Vielicza. Che si
immagini l'aggregazione d'enormi cubi di
sale, di cui il più piccolo ha oltre dieci
centimetri di lato, e che stanno ai piccoli
cubi grigiastri del nostro sale di cucina,
come la polvere di diamante sta al Reg-
gente ed al Ko-hi-Noor, di cui questi cri-
stalli splendidi hanno la trasparenza e la
rifrazione.

Quante belle esperienze farebbero i no-
stri tìsici collo spato d'Islanda danese ed

il sale gemma austriaco !

Carlo Boissay.

I PICCOLI MESTIERI

La fabbrica di confetti.

Questa fabbricasi annunziava con un ru-
more assordante.

La prima cosa che ci colpiva era una ca-
tinella di rame che gira sopra di un'asse
inclinato e mosso da una manovella, e che
serve di essiccatoio ai confetti già quasi
fatti. Vi è attivata una corrente d'aria
mediante fori praticati nelle pareti. Alcune
catinelle sono costrutte in modo da rice-
vere da una bocca di stufa un'aria ardente
che soffia costantemente sui confetti du-
rante la rotazione dell'apparecchio.

Ma procediamo per ordine.

In qual modo viene introdotta nel pic-
colo guscio bianco di zuccaro la deliziosa
pasta od i siroppi che noi vi troviamo.

L'Esposizione doveva rivelarci almeno
questo curioso particolare della fabbrica
di prodotti, il cui consumo è obbligatorio
a tutti i battesimi ed a tutti i matrimonj.

lo divisi in due generi i moderni con-
fetti : quelli che contengono paste lique-
facentisi, e quelli che contengono siroppi
o liquori.

Ecco i metodi che ci furono svelati dal-
l'Esposizione.

Si comincia dal preparare la pasta prima
dicomporne il cuore del confetto. La pasta
viene fatta come si usa di ogni crema cui
si voglia rendere consistente. Si rotola poi
meccanicamente e con alcune forme que'ia
pasta, abbondantemente inzuccherata, per
darle la forma cilindrica che sarà, eccet-
tone un leggiero schiacciamento, quella
del confetto compiuto.

Così fatti, si mettono i piccoli cilindri
nella catinella di rame sopradescritta,
aspergendoli con alcune cucchiaiate di si-
roppo di zuccaro concentratissimo, colorato
o no, o si gira la manovella: — qui co-
mincia il frastuono. L'aria calda fa il suo
lavoro di essicamento e bentosto il con-

fetto si circonda d'una sottile pellicola di
zuccaro indurito. Si aggiunge una nuova
porzione di siroppo e si gira di nuovo.
Dopo alcune ore il confetto è fatto.

Ignoro se io sia stato il solo fra gli
spettatori che siasi trovato punto dal de-
siderio di conoscere il metodo impiegato
per introdurre il liquore nei confetti : si
cerca spesso da lontano ciò che abbiamo
da vicino, e nulla è più semplice.

Un fenomeno che in fisica si chiama lo
stato sferoidale, forma l'intiera base del
sistema.

Avete mai osservato che una goccia di
acqua cadendo su di una polvere fina non
si schiaccia, ma invece si arrotonda co-
prendosi d'un leggici- strato della stessa?
Ebbene, tutto il segreto è qui !

Si lasciano cadere alcune goccie di liquo-
re siropposo nella polvere impalpabile di
zuccaro, le quali si trasformano sull'istante
in pallottole circondate di zuccaro: il moto
impresso al recipiente accresce quello stra-
to, ed allora si procede come per la pa-
sta di cui più sopra indicai la manipola-
zione.

Dovrò aggiungere che la confettureria
al pari di tutte le altre industrie di ma-
nipolazione, ha le sue maliziette? Infatti,
venne notato che molti confetti si ven-
dono appena alquanto più cari dello zuc-
caro raffinato, e meno cari delle mandorle
che vi sono inserite nel mezzo.

D'onde questo mistero?

É presto spiegato. L'amido prende il
posto dello zuccaro con tanta maggiore
facilità in quanto il primo, anche chimi-
camente, rassomiglia perfettamente al se-
condo. Mi sia permesso mettere sotto agli
occhi del lettore le due formole chimiche
di queste sostanze :

Per lo zuccaro: carbonio 12; idrogeno
Il ; ossigeno 11.

Per l'amido: carbonio 12; idrogeno Ì0,
ossigeno 10.

Differenza : una mollecola d'acqua.

Se il jodio non tradisse l'amido col
colore azzurro che sviluppa nell' acqua
amidata ad un millesimo, non si potrebbe
in alcun modo riconoscerne la presenza, so-
pratutto se la dose è inaccessibile alla
sensibilità del palato.

Fortunatamente havvi nulla di nocivo
in quest'addizione alquanto.... ardita, ed
alla fine dei conti giova a mettere anche
alla portata dei poverelli una innocente
golosità.

A. ClIIRAC.
Le reticelle.

Uno dei primi fabbricatori di reticelle
in Parigi, il signor Gerard Thibeaut, man-
tiene all'Esposizione tre abili operaje, le
quali tutti i giorni sono circondate da
spettatori d' ambo i sessi, che non sem-
brano stancarsi d'ammirare la loro abilità.
Esse fabbricano le reticelle a mano, avve-
gnaché i sistemi delle meccaniche non por-
tarono reali progressi in questa industria.
Le reticelle meccaniche sono meno solide,

rocctà

„sf
 
Annotationen