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no delle proprie notiffìme divife (6) , attentamente Io
guarda , mentre glielo addita una Giovanetto, , cui le
ale , le fpighe , e la corona di ulivo diftinguono (7).
Nella maeftoia Donna , che fiede coronata di fiori 9 con
un paniere di frutta (8) a fianco , e coli' ajìa rujlica alla
ììniftra mano , ci fi vuol dimoftrare o la Deità protettrice
del fanciullo elpofto (9) , o tale almeno , che ne rilevi
qualche
ricamente queff avventura 'Diodoro IV. 3 3. Apollo-
doro però II. 7. e III. 9. vuol , che Auge nafeondefife
Telefo nel tempio di Minerva , e che ritrovato da
Aleo fujfe efpofto nel Partenìo , ed Ange data a
Nauplio , perchè l' uccidefife . Ma Strabone XIII.
pag. 615. sull' autorità di Euripide riferi/ce , che
Auge , e 'l figlio Telefo racchittfi' in una cefta furo-
no gettati in mare da Aleo ; e che per providenza
di Minerva giunto il ceftello nell' imboccatura del fiu-
me Caico , fu Auge prefa in moglie dal Re Teatran-
te , e adottato Telefo , che poi gli fuccedette nel Re-
gno . Paufania VIII. 4- fcrive aver tenuta Ecateo
quejta fteffa opinione , ma rapporta altrove le varie
tradizioni di tali avvenimenti , e dice nel libro Vili.
47. 48. £■ 5-4. che in Arcadia vedeafì il fonte , vicino
al quale Auge fu da Ercole viziata } vedeafì il tem-
pio di Lucina sv yòvxtn, cosi detta, perchè Auge in
quel luogo premuta da! dolori del parto , piegofiì sulle
ginocchia , e in tal atto partorì Telefo -, e vedeafì
al contrario l' aja di Telefo , cosi nominata , perchè
colà preffo al Tartenio fu dalla Aladre efpofto il fan-
ciullo , e dalla Cerva nutrito . Altri poi credeano,
come Ji legge nello ftejfo Paufania X. 28. che in Mi-
fa partorire Auge ingravidata da Ercole il figlio fi-
milijfimo al Padre.
(6) Efiodo nello Scudo iz8. e feg. non folamente
da ad Ercole l' arco , e le frecce , ma lo covre di
tutti ancora gli altri militari amefi. Il primo però,
che afjeguaffe a quefto Eroe la clava , e la pelle
dd L l onc , come proprie divife , fu l' autor del poe-
ma intitolato Eraclea. Strabone XV. p. 688. fcrive :
Il dare ad Ercole la pelle del Leone , e la clava,
è una finzione di coloro , che compofero 1' Era-
clea , fofie Pifandro , o altri : poiché le antiche
flatuc non rapprefentano Ercole in tal maniera. Seb-
bene pongafì qui in dubbio l' autore dell' Eraclea ; co-
munemente però fu quefto poema attribuito a Pifan-
dro . Lo ftejfo Strabone XIV. p. 655. dice: Pifandro
fcrittor del poema d' Eraclea fu di Rodi . Snida
in TlefoavSpog : L' Eraclea , poema di Pifandro , con-
tiene in due libri le getta di Ercole : quello auto-
re il primo rapprefentò Ercole colla clava . Pau-
fania II. 37. e Vili. 22. cita Pifandro Camirefe
autor di un poema delle cofe d' Ercole . E in Teo-
crito leggiamo un Epigramma in lode di quefto antico
Poeta:
Queff Uom, che a noi di Giove il grande illuftre
Figlio Leoni-cida , pronti-mano
Defcriiìè fra Poeti antichi il primo,
E quante mai fatiche Ercol foitcnne,
Cantò , quelli è Pifandro da Camiro .
Comunque ciò fia , egli è certo , che la pelle del Leo-
ne , e la clava fon cosi proprie di Ercole , che le
faette , e l'arco fembrin fuperfitte , ove 0 l' una , 0 l'al-
tra di quelle fi veda . Teocrito Id. XXXII. 66. per
individuar quefto Eroe dice :
Asppct ti byjcòg èpSv, ^iipcTXyjByj ri xopvvriv.
Vedendo della fiera in lui la pelle,
E la clava , eh' empivagli la mano .
E ne' monumenti antichi or coli' una , or coli' altra.
s' incontra , efpelfijfuno con ambedue . Non è però , che
anche l'arco , e le faette alla pelle , e alla clava non
fi aggiugnejfero talvolta . Tertulliano per deridere
quefto Eroe farnofo nelle favole , lo dtfignò col no-
me di Scytalo-fagitti-pclliger : de Pallio e. 4. num. 3.
Avendo dunque il noftro pittore unite inficine tutte
le infegne, ciafeuna delle quali bafta a far riconofee-
re da ognuno Ercole -, non altro, che quefto , ha vo-
luto certamente rapprefentarci.
(7) Le ale , e le corone di frondi , 0 di fiori
convengono a' Genti : gli Scrittori , le gemme , le
medaglie , i bajfirilievi ce ne fomminiftrano efempii
infiniti . Si rapprefentano i Genii fiotto ambi ì fjfì :
fi veda Natal Conte IV. 3- e Montf. T. I. P. II.
Lib. z. e. 13. $. f. e nella Tav. 200. n. f. La Vit-
toria , e la Eortuna alate egualmente fi rapprefenta-
vano . Plutarco de Virt. & fort. Rom. O video Trifl:.
II. 169. Pacato in Panegyr. Alla Pace , oltre alla
corona di ulivo, e le fpighe , che le fon proprie, an-
che l'ali fi davano . Cttpero Apoth. Homer. p. 178.
Si divi fero in quefta incertezza i fentimenti de' no-
firi . Vi fu anche chi foftenne ejfer Cerere -, e chi vol-
le , che foffe la Provvidenza , moffo dalle parole di
Strabone XIII.^c. 615". (// quale raccontando l'avven-
tura di Telefo dice , che KbwzQ Ttpovoly., per provvi-
denza di Minerva fu egli falvato ) e dalle parole di
Apollodoro II. 7. il quale fcrive, che Telefo fu dal-
la Cerva nutrito , per una certa provvidenza divina.
Quefta opinione non era in foftanza diverfa dall' altra,
che foffe la Eortuna -, perchè in quella , che Eortuna
vien chiamata dal volgo , riconobbero i Eilofofi la.
Provvidenza de' Numi . E in fatti in qualche meda-
glia , di tempi per altro pofteriori a Tito , fi trova la
Provvidenza rapprefentata coti delle fpighe .
(8) Vi è dell' uva , e delle melagranate .
00 Quanto mai può penfarfi, tutto fi propofe per
dar conto di quefta Ninfa , 0 Nume , che fia . Ed
Auge , e Lucina y e Minerva , ed altre si fatte fi
differo ;
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guarda , mentre glielo addita una Giovanetto, , cui le
ale , le fpighe , e la corona di ulivo diftinguono (7).
Nella maeftoia Donna , che fiede coronata di fiori 9 con
un paniere di frutta (8) a fianco , e coli' ajìa rujlica alla
ììniftra mano , ci fi vuol dimoftrare o la Deità protettrice
del fanciullo elpofto (9) , o tale almeno , che ne rilevi
qualche
ricamente queff avventura 'Diodoro IV. 3 3. Apollo-
doro però II. 7. e III. 9. vuol , che Auge nafeondefife
Telefo nel tempio di Minerva , e che ritrovato da
Aleo fujfe efpofto nel Partenìo , ed Ange data a
Nauplio , perchè l' uccidefife . Ma Strabone XIII.
pag. 615. sull' autorità di Euripide riferi/ce , che
Auge , e 'l figlio Telefo racchittfi' in una cefta furo-
no gettati in mare da Aleo ; e che per providenza
di Minerva giunto il ceftello nell' imboccatura del fiu-
me Caico , fu Auge prefa in moglie dal Re Teatran-
te , e adottato Telefo , che poi gli fuccedette nel Re-
gno . Paufania VIII. 4- fcrive aver tenuta Ecateo
quejta fteffa opinione , ma rapporta altrove le varie
tradizioni di tali avvenimenti , e dice nel libro Vili.
47. 48. £■ 5-4. che in Arcadia vedeafì il fonte , vicino
al quale Auge fu da Ercole viziata } vedeafì il tem-
pio di Lucina sv yòvxtn, cosi detta, perchè Auge in
quel luogo premuta da! dolori del parto , piegofiì sulle
ginocchia , e in tal atto partorì Telefo -, e vedeafì
al contrario l' aja di Telefo , cosi nominata , perchè
colà preffo al Tartenio fu dalla Aladre efpofto il fan-
ciullo , e dalla Cerva nutrito . Altri poi credeano,
come Ji legge nello ftejfo Paufania X. 28. che in Mi-
fa partorire Auge ingravidata da Ercole il figlio fi-
milijfimo al Padre.
(6) Efiodo nello Scudo iz8. e feg. non folamente
da ad Ercole l' arco , e le frecce , ma lo covre di
tutti ancora gli altri militari amefi. Il primo però,
che afjeguaffe a quefto Eroe la clava , e la pelle
dd L l onc , come proprie divife , fu l' autor del poe-
ma intitolato Eraclea. Strabone XV. p. 688. fcrive :
Il dare ad Ercole la pelle del Leone , e la clava,
è una finzione di coloro , che compofero 1' Era-
clea , fofie Pifandro , o altri : poiché le antiche
flatuc non rapprefentano Ercole in tal maniera. Seb-
bene pongafì qui in dubbio l' autore dell' Eraclea ; co-
munemente però fu quefto poema attribuito a Pifan-
dro . Lo ftejfo Strabone XIV. p. 655. dice: Pifandro
fcrittor del poema d' Eraclea fu di Rodi . Snida
in TlefoavSpog : L' Eraclea , poema di Pifandro , con-
tiene in due libri le getta di Ercole : quello auto-
re il primo rapprefentò Ercole colla clava . Pau-
fania II. 37. e Vili. 22. cita Pifandro Camirefe
autor di un poema delle cofe d' Ercole . E in Teo-
crito leggiamo un Epigramma in lode di quefto antico
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Queff Uom, che a noi di Giove il grande illuftre
Figlio Leoni-cida , pronti-mano
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E quante mai fatiche Ercol foitcnne,
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Comunque ciò fia , egli è certo , che la pelle del Leo-
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Provvidenza de' Numi . E in fatti in qualche meda-
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