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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 1) — Neapel, 1757 [Cicognara, 2645-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3711#0076
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TAVOLA XII.

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ci darà i lumi neceflarii per veder chiara P intenzion del
Pittore nella feconda (4) . Ecco dunque Orejle , e Pila-
de , che dal fate/lite del Re Toante (5) , fon condotti
al mare per purificarvifi , colle mani legate dietro (<9,
e cinti di fafce (7) le coronate tempia (8) , come vittime
già deftinate al facrificio. Ecco fajìatua (9) della Dea (io)

fòpra

fono anche oggi de* popoli americani , che gli riten-
gono . Eufcbio Tipoir. èvwyy. IV. 16. Si veda Kippin-
gio Ant. Rom. I. 6. §. u. Tal fu la forza di una
falfa religione fililo fpirìto delle genti , che baftava
il filo nome di un Dio immaginario , o di un fiem-
plice Eroe , perchè le Nazioni più cult e , e più man-
fuete , fi recaffero a pregio l' incrudelire conlro i loro
jimili con una fierezza , di cui le più feroci befiie
non fon capaci.

(4) Qual fa V intreccio della Tragedia e tutto
quel, che vi fi rapprefnta , l' abbiamo già avvertito
nella nota (5) della Tavola precedente . In quefta

pittura par che abbia voluto efprintere il 'Pittore quel-
la parte dell' azione , in cui finge il Poeta , che Ifi-
genia per falvar Ore/le e Pilade , fa credere a Toan-
te , che la T>ea nel prefentarlefi le due vittime, era fi
da se rivolta indietro , e avea chmfi gli occhi per
non veder que' due giovani contaminati di parrici-
dio : e che per purificare la fatua e le vittime, bi fo-
gnava condurle al mare , e bagnarvele : alla qual fun-
zione da far fi in fiolitario luogo non dovea alcuno in-
tervenire . Toante credendo alla facerdoteJJ'a , dà gli
ordini corri/fondenti a tutto ab, che quella gì' im-
pone . Nello fpiegar di mano in mano ciafeuna parte
de Ila pittura, faremo vedere , come ben fi accordino
il 'Poeta e V Pittore .

(5) La prima difpofizione d' Ifigenia fu , che i
due giovani fi legaffero , e fi conduce/fero cosi cufio-
diti da alcune guardie del corpo . Ifigen. in Taur. v.
1204. e 1207. e 1319. Moftra all' abito quefta figura
efjer fidato ; e fé non ha armi , anche ciò fi uni-
forma a quel, che dice Euripe v. 1367. e feg.

Poiché non avean armi effi ( Tilade e Orefie ) ne
noi .

(6) Cosi appunto gli rapprefnta Euripide 456. e
57. e v. 1333. e 34. Ovidio de Ponto III. El. II. 71.
deferivendo lo fieffo fatto dice , che Orefie e Pilade
cran condotti.

Evincri geminas ad fua terga manus .
Per altro era folenne la cofiumanza di legar fi colle
mani dietro la gente prefia . Omero Iliad. XXI. 27.
a ■}%. 'Plutarco in Philop. Suetonio in Vitell. XVII.

(7) Ovidio nella citata El. II. 73. e feg.
Sparfit aqua captos luilrali Graja facerdos,

Ambiat ut fulvas infida longa comas .
Dumque parat facrum , dum velat tempora vittis.
E Triit. IV. El. IV. 78. parlando della fleffa cofa

Cinxerat & Grajas barbara vitta comas.
Era cofiume ornar le tempia delle vittime con lunghe
fafce , dette infulae , e vittae. Garrone de L. L. IV.
3. Ecfio in Infula. Virgilio Aeneid. II. 133. cosi fa

parlar Sinone, che dicea efere fiato deflinato al fagri-
ficio .... mini facra parari,

Et falfae fruges , & circuiti tempora vittae . E v.
15- 6. . . . viitacque Dcum , quas hoftia gerii. Si ve-
da Eloro IV. z.

(8) Soleanfi le vittime coronare . Euripide nel-
r Ifig. in Aulidc v. 1567. dice , che Calcante doven-
do f agri ficar Ifigenia: y.pxrà 1' 'ketyev xópìK: le corono
il capo .

(9) Paufania III. 16. fcrive , che i Lacedemo-
ni credeano tener la vera fiatila rapita da Orejle
e da Ifigenia in Tauri ; e che chiamavano ejfi quel-
la 'Dea 'Diana èpBbxv e Xw/ófetry.xv , perchè fu tro-
vata tra certi frutici cosi tra loro intralciati, che la

fiatila manteneafi diritta . E dovendo l'ara di quel
Nume ejfer bagnata di fangtte umano , prima se le
offeriva un uomo , che fi cacciava a forte. Ma Li-
curgo fi abili , che fi battefftro de' fanciulli avanti
quell' ara, baftando quel fangue a compiere il fagrì-
ficio . Or mentre i ragazzi eran battuti , dalla fii-
cerdoteffa teneafi il fimulacro : il quale era xìUfiov virò
apu/.pÓTr/Tog leggiero per la piccolezza : ma se colo-
ro, che batteano 1 ragazzi, davano leggiere percoffe,
la fatua allora diventava grave a tal fegno , che la
facerdoteJJ'a non potea più fofienerla . La deferizione
di Paufania par che convenga affai bene colla fatua,
che qui fi vede dipinta ■ E" da notarfi però la diver-
tita che fi offerva e nell ' abito , e nella grandezza,
tra quefta, e ì' altra fatua rapprefentata nella pit-
tura della Tavola precedente . Si può feiogliere il dub-
bio se fi rifletta alle varie tradizioni sulla fiat uà
di 'Diana Taurica . Lo fieffo Paufania , oltre alle al-
tre opinioni, che in più luoghi riferife , fcrive nel
libro I. cap. 33. che in Braurone, luogo dell' Attica,
eravi già un' antica fiat uà di 'Diana, che fi dicea.
ejftr la ftejfa', che rapita avea Ifigenia da Tauri.
Igino Fav. 261. e Servio riferifeono , che Orefie por-
tò la Jlatua da Tauri nell' Aricela ( vicino Roma )
dove anche un tempo perciò fi fecero de' fagrificii uma-
ni . Poteano dunque i due Pittori feguire opinioni di-
verfe -, e ad ogni modo , se volle l' uno effer attac-
cato fcrupolofarnente alla tradizione, perchè gli tor-
nava anche in acconcio colla proporzione delle altre
figure s non era certamente vietato ali ' altro di far
libero ufo di fua fantafia , anche forfè per adattarfi
alla grandezza degli altri perfonaggi del quadro.

(io) Erodoto IV. 103. fcrive , che gli umani
fagrificii in Tauri s' iftituirono in onore d' una Ver-
gine , che que' popoli credeano ejfer Ifigenia fi e (fa fi-
glia di Agamennone . Per altro Paufan'a II. 3,-. fu
menzione del tempio di Diana ditta Ifigenia treffo

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