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7o TAVOLA XIII.
razione, in cui è la donna qui dipinta , non è diffici-
le il riconofcere in effa una di quelle, di cui fappiam
che fi fodero da loro fteffe ammazzate (*). Il meno inve-
rifimile peniiero riguarderebbe V abbandonata Bidone (7) .
La fa/celta , che io circonda la fcompofta chioma (8) ;
P abito a lunghe maniche (?), e '1 color roffo M di que-
llo , e della fopravefle : l'età ancora e la Jlatura (") ,
le converrebbono . Il volto poi mefto infieme e fiero,
e gli occhi torvi (") : e Va/pada chiufa nel fodero (13):
e 1 vederli predò a' gradini , per cui fi afcende a una
/wr/# (h): tutto fembra confermarla per Didone (*j) .
Si veggono in quefta Tavola due y^/^ (i6) piene di
/imboli, fimili in tutto fra loro ; e che , qualora fi vo-
gliano a parte a parte efaminare , e crederli fatti ad ar-
te
to lo prendono comunemente gì' Jnterpetrì. Or come in
tal fenfo pojfa il yvxYis adattar/I al fatto di Erodo-
to , noi noi veggìamo .
(6) Igino Fav. 143. ne teff e il catalogo. Ovidio
Epift. XI. v. 98. e feg. cosi fa dire a Canace , che
fcrive al fratello Macareo nell' atto di dover fi ucci-
dere colla fpada m'andatale da Eolo Cito padre , per
l ' incefto commtjfo con quello.
Scimus , & utemur violento fortiter enfe .■
Pecìroribus condam dona paterna meis .
(7) San troppo noti gli amori di Enea e dì 'Di-
done , e i moti della furiofa p afflane di quefta con
tanta -vivezza efprefii dal gran Virgilio . Bafla filo
avvertire , che Macrobio Sat. V. 17. fcrive, che fo-
lcano ì 'Pittori , e altri artefici far foggetto delle
opere loro le avventure di coftui. Ut piebores , fi£lo-
refque , qui figmentis liciorum contextas imitantur
effigies , hac materia ( fabula 'Dìdonis ) vel maxime
in efficiendis fimulacris tamquam unico argumento'
decoris utantur .
(8 ) E noto , che le tenie, ofafcette erano le infe-
gne degli antichi Re, e delle Regine, che fervi vano
loro di diadema. Erano anche, ( e fono oggidì _) unfem-
plice ornamento , di cui fi fervivano le donne per tene-
re fretti i capelli. Fanone de L. L. IV. 19. Fafcio-
la, qua capillum in capite colJigarent. E ben con-
viene la fcompofta chioma a 'Didone , che fui far
del giorno vedendo partir Enea dal lido da nelle finta-
rne Aen. IV. 5-89. e feg.
Terque quaterque marni pechis percufla decorimi,
Flaventefquc abfcifTa comas .
(9) Era proprio de Cartaginefi l' abito a lunghe
maniche. Ennio pr e fio Gellio VII. li.
(io) Efprime affai bene queflo colore la porpora
di Tiro , che conviene alle vefti di 'Didone fecondo
l'ufo , e coftutm Fenicio. Virgilio Acn. IV. 1.62. e
feg. parlando di Enea dice
. . . Tyrioque ardebat murice lacna
Demifia ex humeris , dives quae mimerà Dido
Fecerat.
(n) Virgilio Aen. I. 498. e feguenti così deferivi
'Didone.
Qjalìs in Eurotae ripis , aut per juga Cynthi
Exercet Diana choros ; quam mille lequutae
Hinc atque hinc glomerantur Oreades : illa pharetram
Fert numero , gradienfque Deas fiupereminet omnes.
Talis erat Dido .
'Per altro generalmente l ' Eroine fi rapprefentavano
di maeftofa Jlatura .
(iz) Virgilio nello ftejfo lib. IV. v. 642,. a 44.
così ci rapprefenta Didone già rìfoluta di uccìderfi
At trepida , & caeptis immanibus efrera Dido
Sanguineam volvens acierd , maculifque trementés
Interfufa genas, & pallida morte futura .
(13) Virgilio nel e. 1. v. 646.
.... ehfemque recludit
Dardanium .
C14) Delle porte clatrate , 0 con cancelli non fi
trova menzione in Vitruvìo . Si offervino i fuoi Com-
mentatori sul lib. IV. cap. VI. v. Cero/trota . Si veg-
ga Vojfio Etymol. nelle parole Cancelli , Clathri ,
e Tranfenna , ove rapporta ì luoghi di Nonio , di
'Polibio , e di Ca/fiodoro al propofito di sì fatte porte.
(15) Può dirfi, che 7 Pittore abbia avuto il peri-
fiero a quelle parole del Poeta Aen. IV. V. 645-.
Interiora domus irrumpit lìmìna....
Polche le donne tene ano i loro letti nella parte
fuptriore della cafia, detta V7tspSov . Omero parlando
di -Penelope Od. IV. y$i. e feguenti, e XV. $16.
e di Elena II. III. 4x3. lo fipiega : e nell' Od. I.
426. lo chiama TisplcrkSTcrov.
(16) Nel Catalogo Ar. CXEV. e CXLVI.
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é 1 Leoni. Sotto
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le il riconofcere in effa una di quelle, di cui fappiam
che fi fodero da loro fteffe ammazzate (*). Il meno inve-
rifimile peniiero riguarderebbe V abbandonata Bidone (7) .
La fa/celta , che io circonda la fcompofta chioma (8) ;
P abito a lunghe maniche (?), e '1 color roffo M di que-
llo , e della fopravefle : l'età ancora e la Jlatura (") ,
le converrebbono . Il volto poi mefto infieme e fiero,
e gli occhi torvi (") : e Va/pada chiufa nel fodero (13):
e 1 vederli predò a' gradini , per cui fi afcende a una
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Si veggono in quefta Tavola due y^/^ (i6) piene di
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(6) Igino Fav. 143. ne teff e il catalogo. Ovidio
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