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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 1) — Neapel, 1757 [Cicognara, 2645-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3711#0095
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TAVOLA XV.

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un naflro (8) di color rollò (9) fimile alla ve/le di lei. Vi è il
cembalo (Io) intorniato di fonagli (ij) , nel cui fondo ap-
pai* dipinto un fijìro (i2). E in qualche diftanza fi offerva
un altro cerchio lenza fondo (m) , che può alla Bac-
cante egualmente, che al Fauno appartenerli. Grande fu
la palììone degli Antichi per Umili poco onelle rappre-
fentazioni (m) ; e fé ne incontrano delle ofeeniffime, par-
ticolarmente sulle gemme.

Così Virgilio , Seneca , Euripide chiamano il tìrfio
cufpide, telo , afta, coverta di edera . Ma poi lo fteffo
Bacco tolfe loro l' afta , e ordino che por t afferò una
ferula . Diodoro IV. 4. il quale ne rapporta quefta
graziofa ragione : perchè da princìpio bevendofi il vi-
no non innacquato , i figliaci di Bacco facilmente fi
ubriacavano , e co' baftoni , 0 Jien tir/i, che avean
per le mani, fi toccavano alla peggio . Fedendo Bac-
co che V giuoco andava male , in vece del duro legno
diede loro la ferula . He' monumenti Bacchici è fre-
quenti fimo il tir fio colla punta coverta d' ellera , 0 in-
tralciato di fiondi di vite .

(8) // tir fio , come fiderò ifirumento , fi trova ador-
no di vitee, e naftri . Bacco ifteffo fi cingea dì bende
la fronte per refifiere alla forza del vino . 'Diodo-
ro IV. 4.

(<■)) I capelli della Baccante fon biondi , e la ve-
lie e dì un roffo cupo . Convenivano alle fefie dì
Bacco sì fatti colori : Luciano in Bacco dice , che
quefto Dio era ve fi ito femminilmente sv nocCpydoi, xxl
XF"°~?i syfizfo ■ Le ve/li tifate dalle Baccanti erano la
Grocota dì color del zafferano , e la Baflara del color
della volpe . Benché Clemente Alejfandrìno Paed. II. io.
generalmente attribuifea alle Baccanti le vefii fimìli
a fiori.

(io) Il Cembalo era un cerchio con una pelle tira-
tavi fopra . Così lo deficrive Euripide Bacch. v. 124,.

BvcffÓTovov xuxùufia réfe

Quefto cerchio col cuojo ben diftefo .
e nel v. 513. egli fteffo ci dice , che fipercuotea colla
mano : lo che fa vedere che tympanum propriamente
diccafi quefto ifirumento . Si veda il Buonarroti nel
Carneo di Bacco p. 436. e 37.

(11) Solcano attaccar fi al giro de'cembali alcune
laminette , come appunto anche oggi fi ufa , affinchè
fi accreficeffe e fi variaffe lo firepito nel fonar l'ifiru-
mento . Lo avverte io fteffo Buonarroti alla detta

p. 436. , e lo conferma coli' efimpio dì un cembalo
portato dal Bartolì Delle Lucerne Part. II- n. 2 3. Del
cembalo , e de' fonagli averemo occafione di riparlare
nelle note sulla Tav. XIX.

(12) Nel fiondo del cembalo dtl B art oli fi ve dea
anche figurata una tigre , come nel noftro un fifiro . Il

fifiro era proprio delle pompe Ifiache , e e onveniva
anche agli Orgii di Bacco , come fi dirà altrove .

(13) Vi fu chi propofe poterfi dire , che fia for-
fè quefto ifirumento il rombo , che tra gli arredi
delle Baccanti è nominato nel fiopraccitato Epigramma
dell' Antologia

1/rpsTtrèv BcurcrxpixS féyfìov Qidffoio fJtvaiTta.

Il tondo rombo , che i Baccanti incita.
Si veda il Vojfio Etym. in Trochus , 0 in Rhombus,
e Mercuriale Art. Gymn. III. 8. Altri , e forfè con
più ragione, fi'imo che fi doveffe dire un cembalo fienza
felle, 0 fia un fimplice cerchio con de' fonagli intor-
no : folcano le Baccanti farne ufo , J'cuotendolo in
aria , come fi offerva in un fiacrificìo di 'Priafo del
Boiffart , riportato anche dal Montfaucon To. I. P. IL
liv.I. eh. XXVIII. PI. CLXXXI. Si veda l' Agofii-
ni Parte I. Tav. 22. dove fiotto la tefta di un Fauno
oltre alla fifiula , fi offerva un altro ifiromento fi-
mile al noftro , in cui quel dotto antiquario rìcono-
fice un tympanum con delle laminette attaccate nel
giro •

(14) Si parlerà lungamente nella feguente Tavola
deli, ' ufo di tali rapprej'entazioni. Bajta avvertire quel
che ficrive Tliuio XXXV. io. parlando di Tarraffo :
pinxit & minoribus tabcllis libìdìnes : eo genere petu-
lantis joci se reficiens -, e nel lib. XXXIII. cap. 1. avea
detto : auxere & vitiorum irritamenta : in poculis li-
bidine s caelare juvit. A quefta fiorta dunque di pit-
ture , chiamate libidini , per le immode fi e rapprefien-
tazioni , che conteneano , poffono ridurfi e quefie , e
pik altre figlienti.

TAVOLA XVI.

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