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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0014
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■ V. J*

I



cl TAVOLA

ma Tavola fi vede rapprefentato in atto di ripofo, è na-
turale, e ben intefa . Siede (?) egli fopra un trono (6) di
non ordinaria ftruttura C7) : e mantiene gentilmente colla
deffra mano una celerà (8) , girando la finifira sul capo9

3. cui

Mercurio . E in Atene gli Artefici onoravano con
fefta particolare Minerva , che perciò avea il fio-
pranome di èpydv)} . Si veda Meurfio Graec. Fer. in
XaXKSÌ'ct . Or per tutte quefie ragioni avrebbero do-
valo le pitture delle Mufe occupar il primo luogo fra
tutte le altre del Mufeo Reale . Ma nel prefentarfi
al Pubblico prima di ogni altra cofa i Monocromi, fi
ebbe riguardo alla fingolarìtà di quefli , e alla fiem-
plicità loro , che formano un genere di pittura , per
dir cosi, primitiva e diverfa dalle altre,

rf) Sebbene il rapprefentarfi gli "Dei o fiduti , o
all' in piedi per lo più dìpendejfe dal capriccio dc-
gli artefici , non era però fimpre indifferente . Vefta
quafi fempre e feditta per dinotare la fiabìlità della
Terra, come riflette Lipfio de Vefta, & Veft. cap.3.
Mercurio per lo più e all' in piedi per le fue gran
faccende, come nota Moutfaucon A. E. Tom. I. e.8.
§. 3. e rare volte fi ojferva feduto, quafi in atto di
ripojarfi e prender lena Copra un tronco , 0 Copra un
fajfo : cosi fi vede nel Mufeo Reale il bellijfimo e ve-
ramunte imprezzabile Mercurio di bronzo . Giove per
lo più fi rapprefinta feduto in trono : Suida in TLsvg .
Nota StraboneX.Hl. p. 601. che ficondo Omero il fia-
mofo 'Palladio , 0 fia la fiatila di Minerva dell 'anti-
ca Troja , era fedente } e che molte fatue antiche di
Minerva fi vedeano a fino tempo così fatte , e in Ro-
ma , e altrove . Si veda ivi il Cafiaubojio . E pure
Apollodoro III. 11. §. 3. dice, eh' era in niofia di ca-
ulinare , tenendo 1' afta colla deftra , e colia iiniftra
il fufo, e la conocchia . E in fatti così fi vede sul-
le medaglie ; e quafi fempre 'Pallade fi rappr e finta all'
in piedi : Lipfio de V. & Veft. cap. 9. 'Del refto ofi-
ferva il Falconieri de Pyr. C. Caeft. che la maggior
parte delle T)ee sulle medaglie fi vedono fedenti . All'
incontro Marte, che quafi fempre fi ojferva all' in pie-
di , dice Plinio XXXVI. 5. che da Scopa fu rappre-
fentato fedente : forfè per efprimerlo in atto di ripo-
fiar dalla guerra . Per quel che riguarda Apollo , fipefi-
fìffìmo s'incontra all'in piedi : talvolta feduto sul tri-
pode . Qui fede in atto dì ripofo ( del che molto fi
d'tffe per dame ragione ) 0 perche fianco dì cantare
e di fonar la e et era , 0 perche l ' ozio conviene a' Poe-
ti . Ovidio Trìft. I. El. I. v. 41.

Carmina feceffum fcribentis , & otìa quaemnt.
Ed ozio chiama Virgilio la poefia, come nota Servio
Georg. IV. v. fÓ4-

.... ftudiis florentem ignobilis otj .
O perchè finalmente lo fiudìo richiede non meno Li
quiete dell'animo , che il ripofo del corpo -, onde pau-
fania II. 31, dopo aver riferito , che in 'Trezene eravi
l'ara comune alle Mufe, e al fonno , foggìunge : Dì
tutti gli Dei il più amico alle Mufe è il Sonno . Vi fu
anche chi mentovo il notìjfimo detto del Filofofo ; Ani-
mus fedendo fit fapientior : a cui allude il fervo pr e fi-
fa Plauto Moft. A.V. Sci. Nimio plus fapio fedens.

Sì veda il Brouerìo de Vet. & Ree. ador. cap. 19.

(<5) E noto , che ogni T)io avea la fina cafa in
Cielo e la fina fiedia , 0 trono che voglia dirfi , nel
concilio e nella menfa . Callimaco H. in Dian. v.168.
Teocrito Id. XVII. V. 20. La fola fedìa era anche
flmbolo della divinità . Sì veda il Chimentelli de
Hon. Bif. cap. 13. e 14. e cap. 31. E notabile quel
che dice Callimaco H. in A. v. 19. che Apollo può,
perchè fiede alla deftra di Giove: M/varai yàgtfail
àu' fefyòg 7J?ai . Paufianìa Vili. ir. fa menzione dì
una fatua di Apollo fedente in trono .

(7) Ne' troni di Venere , e dì Marte della Ta-
vola XXIX. del I. To. abbiamo vedute le panchette
feparate dalle fiedìe : qui vediamo una predella, 0 ta-
volato , sul quale fia piantato il trono . Ejìchio di-
ce , che Clifio chiamafi la bafe , sulla quale fi pian-
ta il trono . KMw'cj , fìdtfig , i<p fj riQsTat fyóvo; :
dìverfio perciò dal Qpxvi'w 0 Qpijvvg , che propriamente
dinotano lo figabdlo mobile , su cui fi appoggiano
i piedi , Può vederfi lo Scoltafie di Arifiofane in
Pluto v. 5"4J. E da ojfervarfi ancora nel trono, che
qui fi vede , la fipalliera , 0 fia l'anaclinterio . Ab-
biamo già notato altrove , che trono propriamente è
una fiedia colla fpaltiera . Si volle qui p enfiar e a quel-
la , che da Ejìchio è ditta vJhiy/i dufiìzéXog (" altri
leggono ày.@Ms@z\og , altri dpupfcuAcc; ) , ed è defi-
nita : ri sudTSpcioQs-v h/XffCi ctvoatfàywjpiou , che ha dall'
una parte e dall' altra una fpalliera , 0 riparo per
adagiar fi . Per altro x7lvY) , e dvdi'.XivTpov fi poffòno
fipiegare anche per Cedìe , non folamente per letti, co-
me fi e/prime il Caj'aubono a Sparziano in Ael. Vero,
e V Chimtntelli cap. 30. Sì veda il Sopìngio ad Ejì-
chio in quella voce . Altri fio/petto , che il x?.(vy] dy.-
<piyJ<paAog potrebbe corrìfpcndere al noftro Sofà ,

(8j Abbiamo già avvertito altrove , che febbene
la cetera fi diftingucjfe dalla lira in modo , che di
quella fi facea inventore Apollo, dì quefia Mercurio}
pure talmente fi confondeano , che V una per l' altra
fi prendea indifiimamente j e quindi forfè Callimaco
H. in Del. v, 253. attribuìfee ad Apollo l'ìnvenzion
della lira , confondendola colla cetra : fé pur non vo-
glia dirfi , che ciò fece , perchè Apollo pretende a efi
fer l'autore anche di quella . Paufianìa IX. 30. fa
menzione delle due fatue di bronzo di Apollo , e di
Mercurio , che contendeano per la lira ( y-x^óuivot
zspì Trjg Xvgag. ) . P)el rejlo fi confronti quefia colla
lira dì Terpficore nella Tav. V. per vederfi qua'! ne
fojfe la differenza a' tempi del noftro Pittore . La
cecera qui dipinta ha undici corde . Anche altrove
fi e notata la varietà del numero delle corde dì que-
fto iftrumento . Comunemente fi dà ad Apollo la Ina
di fette corde , 0 perche nacque alla fettima doglia,
come dice Callimaco nel cit. v. 2.53. e feg. 0 al Jet ti-
mo giorno , 0 al fettimo mefe -, 0 per le altre ragio-
ni raccolte dallo Spanemìo sul cit. v. 253.

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