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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0276
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2Ó6

TAVOLA LX.

cialmente di Arpocrate , come offerti* Cupero Harp.
p. 12. ) , «/dito alla bocca ( /imbolo del Jìlenzio,
corri [fondente alla venerazione per l''effe re fupremo, e
particolare di Arpocrate ), e colle ali ( date general-
mente a* genii , a tutte le deità Egizie , come nota
Macrobio Sat. 1. 19. , e fopratutto «//'Agatodemone,
cc»w c/ferva Gale a ffamblico p, 301-» * co//<? ^<u/;
fpefifimo e più che ogni altro , s'incontra Arpocrate),
può ben dir/ì, che il Cnef, 0 fia il gran genio
natura^ vi fia efprejffb ; <? può anche congetturarfi,
hfoJT0 gran genio , 0 fia il fupremo dio , il de-
miurgo, il fattore J^'univerfo ci fi preferiti fitto la
figura di Arpocrate, nume il più conofciuto, e'I più fre-
quentemente venerata da' Greci, e da' Romani , e Uguale
più che ogni altro fi vede efpreffo ne*'fimulaeri Pantei.
Combinando dunque infieme tutto ciò,può ver tifimi Inten-
te fupporfi,che UDeo magno,// /xfy/ty di quefla
ìfcrìzione fia il gran Genio, //Genio {omxno,al qua-
le unitamente col Fato buono, 0 colla buona fortuna
fi attribuivano tutti i profperi avvenimenti ; e forfè
folla bafe, 0 ara, intorno alla quale fi legge riferì"
zione, eravi un nume fimile alla immagine, che ve-
àeji nella lucerna del Pafferi ; 0 qualche fatua Pan-
tea , che rapprefeniava 0 la Fortuna , 0 altra deità
con fimi-oli diverfi . Se pur non voglia dirfi , che per
Deo magno s'intenda il Genio di Mifeno ; ficcome
abbiam veduto , che Deus magnus è detto il Genio
di Pozzuoli . E farebbe ciò anche verifimile ; fiapen-
dofi il coftume degli antichi , di venerare prima di
ogni altro nel giungere in un h-ogu ii Genio del fttoga
ftefiò {Virgilio Aen. VII. 136. ove Servio, & Meurfio
a Licofrone v. 1473.).

Fato bono. Così in Gruferò (MXVII.7.): Genio Lo-
ci, Fortunae Reduci: Romae aeternae,& Fato bo-
no'. Del Fato può vederfi Voffio {là. IL 44. e fegg. )
oltre a Cicerone ( de Fato ) , Plutarco { de Fato , e
Pi. Phil. I. 27. e fegg- ) , e gli altri '. E febbene il
Fato, fi diftingua per lo più dalla Fortuna; ad ogni
modo' Paufania ( VII. 26. ) dice , che Pindaro firive
(jLoipw sivcu fitocv rfo TÙyjp , 7$ ùvip rag dSsACpdg
7i ìay/istv , effer la Fortuna una delle Parche , ed
effer più potente delle forelle. Onde potrebbe qui dirfi
effer lo ftefiò il Fato buono , che la Fortuna felice
?Guàio XLVIII. 1. e a. Muratori LXXXH. 2. ) la
Fortuna buona {Muratori MCMLXXXUL 8.). Bsòq
dyccSòg , dyxBou TÙyott in un marmo deP^anfi {Rei-
Jfio VII. 21. ) , il buon dio ( ofia il Genio) , e le
buone fortune. Che il Seòg dyottlòg fia lojteffo, che
l'dyxSòg doct'^av, è chiaro da Ateneo (XV. p. 693,);
onde il tempio dyocSS Js§ del buon dio , mentovato
da Paufania (VIII. 35.) era del buon Genio, non di
Giove, come lo Jlsffo Paufania fofpetta per una ragio-
ne troppo ricercata , cioè, che venendo agli uomini da-
rti dei ogni lene , & Giove , eh' era il dio fupremo,
$uò dirfi , che convenga propriamente un tale aggiun-
to . Del refio dell'unione del Genio colla Fortuna,
fi veda anche il Seldeno (Marra.Arund.p.i30.). Pau-
fania (IX. 39 ) fa menzione di una cappella Sctifiovog
dyaSZ, Jfc Tù^m dya&qg, del buon Genio, e della
buona Fortuna. Platone dice anche effi (IV. de LL.),
©foc , »é V-Stù $$S TÓyy , t$ H&ipòg TdySpcSjrtvx
dlaxufisgvoiGi QfJLTtctvTOL , Dio , e infieme con dio la
fortuna, e Toccafione governano tutte le cofe uma-
ne. Si veda anche Arìflide (Apolog. Comm. p. 259.
To. H. deljfebb), e Menandro {J/refo Stobeo Ecl.Ph.

p. 14. ) . E fibbene firettamente diflinguefiéro talvolta
i Filofofi il Dio fupremo, 0 fia la mente divina da'
Genii , eh' erano g^ efecutori delle idee del primo
Eflfere , nondimeno per lo più fi confondano . Così Ero-
doto {III. ) : si te/pm è&stei, fe Dio vuole. fi Pol-
luce (I. 1. ) avverte , che tanto è dir èotipióvio» , che
&e7ov: Si veda ivi il Kubnio.

Vir VerfettijfimM. La degnità del Perfettiflìmato
( di cui fi veda il Gotqfredo al Cod. Tecd. Lib. VI.
Tit. 37. ) era molto più antica di Cofiantino ; leggen-
dofi in una legge di Diocleziano (Cod. Juft. dequae-
fiion. L. 11.) che fin dal tempo di M.Aurelio Anto-
nino vi era: Divo Marco placuit, eminentiffimorum
quidem , nec non etiam perfeBijfimorum virorum,
ufque ad pronepotes , liberos, plebejorum poenis,
vel quaeftionibus non fubjici . Offerva il Gotofredo
(1. e), e'I Pancirolo^ (Not. dign.Orient. Imp. c. 3.),
che e nelle ifcrizioni delle leggi del Codice , e ne*
marmi quefla degnità è dinotata colle due lettere P. V.
Perfe&Mimus Vir , 0 più frequentemente con V. P.
Vir Perfe&iiiimus. In fatti in Gruferò fpefio s'incon-
tra qusilo titolo così fcritto ( XXXV. 4. CCCXI. 1.
CGLXXXI. 7. CGCLXIIl. 1. MLXXXVI. 6.9. e 10.).

Praefeóìus Claflis Mifenenfis, 0 Mifenatium ; tro-
vandoli e nell' una , e neW altra maniera ne' marmi ,
e qui par , che debba leggerfi piuttoflo Mifenatium
per corrifpondere al greco MstGYim». Della Flotta di
Mifeno fi è parlato nel I. Tomo de' Bronzi.

P;ae Vindici* Gordianae. La flotta di Mifeno è detta
Pia VinH^v ivi un tnarjnn -pnrtafo òallo Sponi0 { Mi le.
Er. Ant. p. 195.), dal Fabretti (Infc. p. 385^.221.),
e dal Gori { Infc. To. I. p. 9. n. IV.) , dove fi legge
più corretta, e più intiera, così: OVATIONI. CLAS-
SIS. PRAETORIAE . M.. . NATIVM. PIAE. VIN-
DICK . e poco dopo : CLASSIS . PRAET. . . . M.
PIAE , VI. "... Z» una onefia Miffione , data dall'
hnperator Filippo, pubblicata dal Bellori prima ,e poi
dallo Sponi 0, dal Fabretti ,e finalmente dal Gori (Infc.
To.III. p. So.) fi legge: IN CLASSE PRAETOKIA
PHtLIPPIANA , SEV MISENENSE. Forfè Filippo
febbene da principio affetta/fé di confervar tutta laflima
pel fio anteceffore Gordiano Terzo da lui ammazzato
{ Capitolino in Gord. 32. ) ; fi vede nondimeno , che

tolfo alla fiotta di Mifeno il nume dì Ourdiana. , che
fi legge in quetya ifirizione, e le diede il fio ; e dal
non vedervifi l'aggiunta di Pia Vindex , pub fifpet-
tarfi ,che queflo fu dato alla fiotta di Mifeno per ave-
re avuta forfè qualche parte nella vittoria contra Mafi
fimino {Capitolino in Maximin. 32. Erodiano Vili. 2.
e 3. ) ; 0 nel vendicar la morte de' due Gordiani in
Africa , 0 nel reprimere la congiura contro lo fiejfi
Gordiano Terzo {Capitolino Gord. 23.) , Ma fon tut-
te incèrte, e poco verifimili congetture . Così fi tro*
va Ala . Aug. Gordiana • Ob . Virtutem . Appellat.
( Gruferò MVi. 8. ) : Cohors. XII. Vrb. Gordiana {Gru-
ferò LXXX. 5.) : Legio . IH. Italica . F. Gordiana.
( Gruferò LUI. 10. ) : Legio . X. Gem. Gordiana
(CCCCXXXIII. 1. lofieffo). Comunque fia, il cofiu-
me di dare alle flotte il nome degl'Imperatori in quei
tempi, fi veaè anche nella flotta di Ravenna, denomi-
nata Antoniniana ( Gruferò MCVIT. 3.).

Karfj fxolqa. s buona, favorevole, propizia . Così
y.cù\d (Spot , facra , 0 exta propitia ( il Teforo in
l'egee , e KoùÀ?iispsu ) ; ficcome in latino pulcre litare
diceafi , quando exta, 0 facra erano propizie. Cice-
rone
 
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