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Ficoroni, Francesco de'
Le vestigia e raritá di Roma antica — Rom, 1744 [Cicognara, 3722]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3934#0014

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L E

VESTIGIA
Pi
ROMA ANTICA
LIBRO TRIMO.
ON è ignota agli Intendenti della
Romana Storia l'imponibilità di de-
seri vere i pubblici Edificj dell'Anti-
ca Roma , essendo slati la maggior
parte abbattuti , ed incendiati dalla
barbarie de' Goti , e di altre Nazio-
ni^ e sé pure in qualche modo furono
riedificati, venner di bel nuovo di-
roccati^ in fine gettati a terra da i
Romani medesimi, che li spogliarono degli avanzi delle pietre
per impiegarle nelle nuove loro fabbriche : e sé alcuni Edificj
non ebber la seiagura di rimaner affatto rovinati, ciò avvenne*
perché surono con isearichi di terra ricoperti per ridurne i lìti
a loro usi , e specialmente a coltura 5 o sòtterrati per altri
accidenti , chi più , e chi meno 5 vedendosene i testimonj
nelle tre grotte colonne al declivio del Campidoglio ; nell'
Arco di Severo , nei Tempio , e Foro di Marte rimali sotto
a cale private , nei Tempj di Antonino Pio , di Romolo 3
della Pace , in buona parte del primo ordine dell'Anfiteatro ,
nel Teatro di Marcello, nelle Terme Diocleziane , e in al-
tri molti Edificj , sino a tutto l'alto balamento della Colonna
Trajana, che si veggono in parte sotterra . E sé alcuni pochi
Tempj , maestosi per le loro colonne > rimaser preservati 3 si
A deve
 
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