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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0099
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Volume II.

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. 85.

furono tenuti in venerazione e ornati dopo la traslazione
dei loro corpi, affinchè i pellegrini visitando i sacri cimiteri
ne fossero istruiti e vi si conducessero a soddisfare la loro
pietà e divozione. I corpi dei santi Faustino e Simplicio
furono deposti in un sarcofago, sul quale si leggono i loro
nomi (De Rossi, loc. cit. p 44).

MARTYRES SIMPLICIVS ET FAVSTINVS QVI PASSI
SVNT IN FLVMEN TIBERE ET POSITI SVNT IN
CIMITERIVM GENEROSES SVPER FILIPPI.

La predetta pittura si compone di cinque personaggi. Il
Redentore sta nel mezzo a quattro Martiri. Egli ha nella
sinistra un libro di color giallo e la destra parlante con tre
dita spiegate, l'indice, il medio e l'infimo : i capelli di lui
sono discriminati e lisci e lasciano i lobi delle orecchie sco-
perti: il capo è cinto di giallo nimbo, entravi una semplice
croce, ossia non decorata di perle : i suoi abiti hanno color
paonazzo. La prima persona a sinistra è ben santa Viatrice,

accompagnata dalla leggenda monca + SCA......TRIS.

Questa Santa ha in capo un diadema, ornato in mezzo di
grossa gemma e di perle, ha pendenti anelli agli orecchi,
quali le sante Pudenziana e Prassede nel musaico della
cappella di S. Zenone, ed è cinta di nimbo di color giallo,
come quello degli altri personaggi: ha tunica bianca e pallio
giallo e un largo merletto gemmato al collo: le pezzuole,
solito ornamento delle vesti, sono rotonde sulle spalle, rom-
boidali nel basso della tunica, le une e le altre parimente
decorate di perle, e vi è anche la striscia di porpora al
lembo e ai due sparati verticali e alle maniche sempre con-
tornata da una filza di perle: in tal ricco abbigliamento è
la Santa, che si reca in mano una corona di metallo gem-
mata. Il martire Simplicio, che le sta accanto, veste tunica
bianca e pallio giallo, porta ancor esso la sua corona, è
imberbe e cinto del giallo nimbo: il nome che gli fu scritto
allato è svanito del tutto e non rimane che la -f- croce pre-
posta al Scs. Il terzo Martire, primo a sinistra di Cristo, è
Faustino che con equivalente nome si appella Faustiniano.
E notissima l'equivalenza dei nomi derivati in us e ianus:
come a modo di esempio Augustinus e Augustinianus,
Martinus e Martinianus. Faustino è imberbe, veste tunica

bianca e pallio giallo, e si reca in mano la sua corona. Il
quarto Martire è imberbe e veste tunica bianca immanicata
e clamide di color rosso pallido: la tunica è fregiata della
pezzuola o scudetto ricamato sulla spalla, e presso l'orlo
inferiore ha cucita una striscia rossa. Il De Rossi opina a
p. 8 sia il Rufo vicario convertito da S. Crisogono e fatto
martire colla sua famiglia da Diocleziano, la cui festa il
Martirologio di Adone registra ai 28 novembre. Ma perchè
non sembri strano che Rufo sia lo stesso che Rufiniano,
saper conviene che fra queste due forme una terza si deve
supporre, la quale è Rufinus, dalla quale derivi Rufinianus.
Altronde poi consta che la stessa persona fu spesso deno-
minata doppiamente, come Rufus e Rufinus, Probus e
Probinus e altri similmente

2. Mi parve di grande utilità il pubblicare un accurato
disegno del volto di Cristo, preso a dilucido da una foto-
grafia a magnesio del Dr Parker, e viepiù perchè antecede
il lavoro di Pellegrino Succi, che distaccò questo dipinto
e il mise in tela.

3. Quasi di fronte all' ingresso del cubicolo descritto ve-
desi un arcosolio ornato di pitture, che non deve essere a
parere del De Rossi (loc. cit. p. 87) anteriore a S. Damaso,
il quale fondò l'oratorio sulla cripta e gittò la fondazione
dei rinforzi e dei muri nell'ambulacro sottoposto, ove l'ar-
cosolio è costruito, non tagliato nel tufo. Sulla fronte esterna
a destra dell'arcosolio (De Rossi, p. 74) è dipinto un uomo
imberbe in dalmatica, che alza la destra ed ha dappresso
un agnello. Sopra rimangono alcune vestigia di leggenda.
Il De Rossi (p. 88) opina che sia il sacrificio di Abramo,
con la epigrafe ABRAHAM. Sotto questo quadro è dipinto
un altro quadro più piccolo, e in esso un agnello presso
di un albero.

4. Accanto a questo quadro se ne vede un altro, nel quale
è dipinto un giovane pastore stante in un luogo piantato
di alberi fra due pecore. Egli ha incrociate le gambe, ap-
poggiandosi alla verga, ed eleva la destra colla siringa. Veste
tunica immanicata, i cui orli sono decorati di rossa striscia
e al lembo ha due croci gammate ^. Sopra di questa ima-
gine è scritto PAsTOR.

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