Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Volume I.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Teorica

capretto, il vitello e la pecora col leone e coli' orso,
e un fanciullo li menerebbe al pascolo, e si pascereb-
bero insieme di paglia il leone ed il bue: l'aspide e
il basilisco non nocerebbero al tenero fanciullo che
vedrebbesi introdurre la mano nelle loro caverne
senza danno (Isai. cap. XI, v. 6 seqq.; cap. LXV,v. 2 ) ).

Contemporaneamente all'epoca delle prime pit-
ture, leggevansi queste predizioni allegoriche messe
in versi dall'autore del carme Sibillino (lib. Ili,
787-704) e rìpetevansi per tutto come si fossero
avverate ; e ciò prima che sorgesse la falsa idea
dei Millenarii che, a conferma della loro vana in-
terpretazione, di esse si avvalsero (Lact. Instit. VII,
cap. 24).

A parere dello storico Eusebio {De laudib. Con-
stant, cap. i4) Orfeo con la lira dovrebbe simbo-
leggiare il Verbo che presa l'umana natura come
strumento canoro, sanò con esso gli animi non
dei bruti ma degli uomini abbrutiti per le viziose
passioni. Il luogo ove ciò dice è degno d'essere
riferito a disteso, tanto più perchè niuno a mia
notizia se ne è servito a questo effetto, e diffidi
mi sembra trovare un altro passo che spieghi tutto
il senso allegorico cristiano della favola di Orfeo.
« Contano i Greci, die'egli, che Orfeo ammansì
col canto ogni genere di bestie e sonando il suo
strumento mitigò la ferocia delle fiere immani...
ma questa è favola, laddove il Verbo di Dio sa-
pientissimo e d'ogni armonia scientissimo, preso
in mano lo strumento, la natura dico umana, dalla
sapienza sua creato, lo adoperò a curare le mol-
teplici corruttele degli uomini, e i costumi mitigò
dei Greci e dei barbari, e col farmaco della dot-
trina divina sanò le feroci e bestiali passioni degli
animi »: 'OpCpsa. jj.lv on /xvBog sXXYivixòg iravTQia
ysvri tòv\piav BsXysiv tv? àSv?, s"f-/\[j,ipovv ts tcùv
dypioov Toùg Sv/j.oùg sv òpydva irX-wTpa xpovo/jivav
"^opoSv 7rapaoìScoar Toiyapovv 0 irdvaotyog xcù

7ravap/xóviog rov Bsov kóyoq. ^v^oug dv'Òpumtàv
TróXvTpóirotg zazlaig v7ro(ìs(èX-/]fjJvaig iravTQtctg Bs-
penreiaq 7rpo(èaXXó/xsvog, /j.ovgix.Òv opyavov ")(spai
Xaftùv aùrov rno'vf\fjjx aoCpìag, ròv at>3pco7rov, uìòag
x,cl\ è'xaio'àg Sia rovrov Xoyixoig dXX oùx aXoyoig
3n(5crlv dvizpoviro- ixdvTa. rpóitov dvn/J.spov sXX'avmv
re -/.a) fiapfidpoov 7ra3vi Tè dypict xctì Snpi&)'or]
i\iw)(£>v Toig TYig svBsov SiSaaxaXlag (pap/j,dxoig
s^iafMvog.

Le pitture cimiteriali rappresentano l'imagine
di Orfeo con le consuete divise in atto di sonare
la cetra, ovvero gli radunano intorno fiere, ani-
mali mansueti ed uccelli. Ma nelle sculture, cer-
tamente cristiane ancor esse, non mi è sinora
avvenuto di vederlo in altra compagnia che delle
pecore e degli uccelli: e fu un tempo in che mi
pareva che ciò dovesse essere indizio della mano
cristiana che avesse operate tali sculture : ma ho
poi deposto un tal pensiero, non parendomi questa
una ragione sufficiente ; perocché si hanno rappre-
sentanze dell'Orfeo al tutto profane, le quali, come
è stato già notato dai dotti pongono intorno ad
Orfeo soltanto pecore ed uccelli : e dobbiamo anche
aver presente ciò che il compatriota e discendente
di Esopo narrava a Dione in Alessandria : « essersi
intorno ad Orfeo aggregati in più gran numero
uccelli e pecore, che leoni e fiere » : kKìÌctcl Ss
aìiToìg sìvat roug ts opviSag acù tci irpóficna: « e
che le fiere difficilmente si poterono mansuefare,
e non si accostarono o se ne allontanarono subito,
non dilettandosi del canto e del suono; ma gli
uccelli e le pecore mai non lo abbandonarono, e
pascolando lo udivano e gli tenevano dietro pei
monti e per le valli ove per lo più si tratteneva » :
Ta Ss 7TTY\vd xa) Tà 7rpoj3ara /xdXXov ts irpooisvai
■/.ai fxf\-/.sT diraXXaTTsa^iai... PóovTog /xsv ovv 'Op-
(pscog auvs7rsaBai aÙTus ircLvTa.yo'bsv dxovovTa aìiTou
ò/xov, xaì ve/j.ó/jsva, xaì ydp sv Tolg opsai ts xaì
irsp) rag vdirag rà iróXXa SiaTptftsiv.

260

%c

l ;
 
Annotationen