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Volume I.

STORIA DELL' ARTE CRISTIANA

Teorica

la verga del pari che il baston pastorale, e non-
dimeno non se ne conosceva la differenza nella
simbolica, non essendo la verga, ma il solo baston
pastorale, o sia la verga ricurva, assunto a simbo-
leggiare la pastorizia. Né si creda che questa os-
servazione sia di poco valore. Io dimostrai e dimo-
strerò di nuovo a suo luogo quanto importi il fare
una tale distinzione. La verga retta, o ferula, che
le sculture dei sarcofagi danno al solo S. Pietro,
non altro simboleggia che la potestà regia del Vi-
cario di Cristo sulla università dei fedeli, che il
Signore chiama suo regno. Ma la verga ricurva, che
è la pastorale, per ciò appunto si è data dalla tra-
dizione ai Vescovi, perchè lo Spirito Santo gli ha
messi a pascere la Chiesa di Cristo (Act. XX, 28):
ro 7rviv/m,a rò àyiov ìSsTo sma>iÓ7rovg 7roi/xalvsiv tyìv
suzXriaiav rov Kvpiov. Dalla quale avvertenza non
deriva certamente che i Vescovi non governino,
ovvero che il Vicario di Cristo non pasca, ma sol-
tanto che i due simboli non sono equivalenti nel
loro significato: e però si è a ragione sostenuto
contro i moderni interpreti, che l'uomo il quale
in tunica esomide col bastone ricurvo sta accanto
al presepio dove giace il celeste Bambino non è
lo sposo della Vergine ma un vero pastore (Diss.
arch. voi. II, pagg. 2-6). Fa d'uopo anche che si
distingua il segno dal simbolo, come la metonimia

e la sinecdoche si distinguono dall'allegoria e dalla
metafora. Allegherò per esempio la mezza luna, la
stella, che sono segni del tempo notturno; l'uomo,
il Profeta, il sacerdote, che dinotano una moltitu-
dine, la profezia, il sacerdozio: ma il simbolo, perchè
è un'allegoria, come ho notato nel libro precedente,
deve richiamare altra cosa diversa da quella che
esso naturalmente rappresenta. Le idee astratte
possono personificarsi servendosi di una ovvero di
più figure, e però ogni stagione, a modo di esempio,
può figurarsi con una, con due, con tre, con quattro
o più persone determinate da proprii caratteri e
da proprii simboli. Quando le personificazioni sono
già note e intese popolarmente da tutti, è lecito
all'artista omettere quei particolari che furono
necessarii al principio, allorché faceva mestieri de-
terminare la prima volta quel soggetto. Tal sop-
pressione deve servirci di sicuro indizio, onde ar-
gomentare che quel soggetto non è rappresentato
allora la prima volta. Le prime rappresentanze tali
debbono essere che se ne possa apprendere il
senso a colpo d'occhio.

Date queste generali avvertenze, veniamo alla
descrizione e dichiarazione delle personificazioni
usate dagli artisti cristiani, e prima diremo della
natura sensibile.

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