RAFFAELLO A PERUGIA E A FIRENZE
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tardi a Roma alla medesima fonte die Raffaello, vale
a dire da Bramante.
Il Pontani12) tuttavia considerava Baccio d’Agnolo
il « primo anzi il solo maestro di Raffaello nell’archi-
tettura. » La somiglianza tra le finestre della casa Bar-
tolini13) e quelle del palazzo Pandolfini e dell’Aquila,
dimostra in fatti una stretta attinenza fra un maestro
e l’altro, e perchè, secondo il Vasari, « il palazzo di
Giovanni Bartolini fu il primo che fosse fatto con or-
namento di finestre quadre con frontespizi e con porta,
le cui colonne reggessino architrave, fregio e cor-
nice.... ecc. » era naturale ammettere che Raffaello
avesse preso quel tipo da Baccio d’Agnolo. Ma l’illu-
stre Gaetano Milanesi, nel prospetto cronologico delle
opere di Baccio all’anno 1520, cioè quello della morte
di Raffaello, scrive : « Dà il disegno del palazzo Bar-
tolini in piazza di Santa Trinità. » E con questo cade
tutto il sistema edificato dal Fontani.14) Ma se anche
non ci fosse la data della casa Bartolini, un disegno di
Bramante, che ritrovai nel 1881 (fig. 29), mostra nel
piano superiore una tale conformità con quello del pa-
lazzo Pandolfini, che si deve ammettere che Raffaello
prese queste finestre e le formelle come tante altre
cose dal suo ultimo e vero maestro, Bramante.
E vero che quando Raffaello stava in Firenze, vi era
chi al pari quasi di Bramante, sarebbe stato capace
d’insegnargli nuove cose in architettura. E quel grande
era Leonardo da Vinci. Ma non sappiamo se siano
esistiti rapporti personali fra loro, e se esistettero,
è più verosimile i loro discorsi vertessero sulla pit-
tura.
Ora, dopo tante considerazioni, e prima di accom-
pagnare Raffaello a Roma, ove finalmente presto lo tro-
veremo da vero architetto, conviene riassumere quanto
concerne lo stato delle sue cognizioni in quest’arte.
A Urbino e a Firenze Raffaello aveva osservato o
studiato le migliori, più grandiose o più belle fabbriche
che prima di quelle di Bramante s’innalzassero.
Nel disegno del tempio dello Sposalizio e in quello
del cortile nell'Annunziata egli mostra una conoscenza
perfetta delle forme architettoniche, somma maestria nel
disegnarle e facilità a servirsene nella invenzione di edi-
fici secondo la propria fantasia.
Nelle proporzioni si scorge quella pronta individuale
eleganza raffaellesca già tanto superiore alla peruginesca.
Nella prospettiva poi ci si palesa tanto valente, che
se Fra Bartolomeo fosse stato veramente ignaro di que-
sta pratica Raffaello sarebbe stato capacissimo di in-
segnargliela in contraccambio di quanto imparava da
lui. Ma tenendo conto precisamente di quello che da
Fra Bartolomeo imparava, questa pretesa ignoranza del
frate mi parrebbe molto strana.
,a) Opere architettoniche di Raffaello, pag. 4-6.
I3) Ora Albergo del Nord.
") Se l’anno 1520 è veramente l’anno in cui fu principiato la
casa Bartolini, non si capisce perchè tutte quelle dimostrazioni ed
i biasimi dei fiorentini all’indirizzo dell’opera di Baccio non fos-
sero indirizzate contro il palazzo Pandolfini di Raffaello, benché non
fosse terminato che nel 1530 ma principiato mentre ancora Raffaello
era in vita.
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tardi a Roma alla medesima fonte die Raffaello, vale
a dire da Bramante.
Il Pontani12) tuttavia considerava Baccio d’Agnolo
il « primo anzi il solo maestro di Raffaello nell’archi-
tettura. » La somiglianza tra le finestre della casa Bar-
tolini13) e quelle del palazzo Pandolfini e dell’Aquila,
dimostra in fatti una stretta attinenza fra un maestro
e l’altro, e perchè, secondo il Vasari, « il palazzo di
Giovanni Bartolini fu il primo che fosse fatto con or-
namento di finestre quadre con frontespizi e con porta,
le cui colonne reggessino architrave, fregio e cor-
nice.... ecc. » era naturale ammettere che Raffaello
avesse preso quel tipo da Baccio d’Agnolo. Ma l’illu-
stre Gaetano Milanesi, nel prospetto cronologico delle
opere di Baccio all’anno 1520, cioè quello della morte
di Raffaello, scrive : « Dà il disegno del palazzo Bar-
tolini in piazza di Santa Trinità. » E con questo cade
tutto il sistema edificato dal Fontani.14) Ma se anche
non ci fosse la data della casa Bartolini, un disegno di
Bramante, che ritrovai nel 1881 (fig. 29), mostra nel
piano superiore una tale conformità con quello del pa-
lazzo Pandolfini, che si deve ammettere che Raffaello
prese queste finestre e le formelle come tante altre
cose dal suo ultimo e vero maestro, Bramante.
E vero che quando Raffaello stava in Firenze, vi era
chi al pari quasi di Bramante, sarebbe stato capace
d’insegnargli nuove cose in architettura. E quel grande
era Leonardo da Vinci. Ma non sappiamo se siano
esistiti rapporti personali fra loro, e se esistettero,
è più verosimile i loro discorsi vertessero sulla pit-
tura.
Ora, dopo tante considerazioni, e prima di accom-
pagnare Raffaello a Roma, ove finalmente presto lo tro-
veremo da vero architetto, conviene riassumere quanto
concerne lo stato delle sue cognizioni in quest’arte.
A Urbino e a Firenze Raffaello aveva osservato o
studiato le migliori, più grandiose o più belle fabbriche
che prima di quelle di Bramante s’innalzassero.
Nel disegno del tempio dello Sposalizio e in quello
del cortile nell'Annunziata egli mostra una conoscenza
perfetta delle forme architettoniche, somma maestria nel
disegnarle e facilità a servirsene nella invenzione di edi-
fici secondo la propria fantasia.
Nelle proporzioni si scorge quella pronta individuale
eleganza raffaellesca già tanto superiore alla peruginesca.
Nella prospettiva poi ci si palesa tanto valente, che
se Fra Bartolomeo fosse stato veramente ignaro di que-
sta pratica Raffaello sarebbe stato capacissimo di in-
segnargliela in contraccambio di quanto imparava da
lui. Ma tenendo conto precisamente di quello che da
Fra Bartolomeo imparava, questa pretesa ignoranza del
frate mi parrebbe molto strana.
,a) Opere architettoniche di Raffaello, pag. 4-6.
I3) Ora Albergo del Nord.
") Se l’anno 1520 è veramente l’anno in cui fu principiato la
casa Bartolini, non si capisce perchè tutte quelle dimostrazioni ed
i biasimi dei fiorentini all’indirizzo dell’opera di Baccio non fos-
sero indirizzate contro il palazzo Pandolfini di Raffaello, benché non
fosse terminato che nel 1530 ma principiato mentre ancora Raffaello
era in vita.