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Geymüller, Heinrich von; Raffael; Raffael [Ill.]
Raffaello Sanzio: studiato come architetto con l'aiuto di nuovi documenti — Milano, Napoli, Pisa: Ulrico Hoepli, 1884

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https://doi.org/10.11588/diglit.74189#0075
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RAFFAELLO A ROMA

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dando per tutto, non l’avesse ridotte ferme e saldis-
sime, come elle furono mai da principio. »
L’epoca del compimento dei lavori viene in qualche
modo fissata dal Diario di Marc’Antonio Michiel6) ai
27 dicembre 1519, dice: « In questi giorni istessi fu
fornita la loggia di sotto del palazzo de le tre poste
una sopra l’altra, rivolta verso Roma a greco, et era
dipinta a fogliami, grottesche.... era comune, et ove
tutti andavano etiam cavalli, benché la sia nel primo
solaro. Ma in la sup.a posta immediate per esser te-
nuta chiusa et al piacere solum del Papa che fu for-
nita poco avanti, etc.... »
Da una lettera di Marc’Antonio Michiel del 4 mag-
gio 1519 si vede che Raffaello aveva finito di dipin-
gere una loggia e si preparava a farne due altre.7)
Questa loggia, la più ricca, non poteva richiedere
meno d’un anno di lavoro, onde la fabbrica doveva
essere ultimata sul finire del 1517 o incirca, se non
prima.
Anzi tutto ci fa d’uopo ricercare di chi sia l’archi-
tettura delle logge, cioè se di Bramante o di Raf-
faello. Dalle parole del Vasari, questi sembrerebbe
esserne l’autore, chè, oltre i passi citati, nella Vita di
Giulio Romano scrive : « .... e particolarmente nelle
loggie papali per Leone decimo. Perchè avendo esso
Raffaello fatto i disegni dell' architettura degli ornati
e delle storie, fece condurre a Giulio molte di quelle
pitture, ecc. »
L’unità di stile delle due logge inferiori esclude
la possibilità di vedervi due autori. Onde la ne-
cessità di ammettere che i tre piani superiori siano
di Raffaello, o che avesse solo aggiunto 1’ ultimo
piano, nel qual caso il piano terreno e le due logge
sarebbero l’opera di Bramante. Quest’ultima è l’opi-
nione che ho espressa due volte8) e mi pare, nello
stato attuale delle nostre conoscenze, la più pro-
babile.
Seguitando l’opinione universale, ammisi la possi-
bilità che Bramante avesse dovuto servirsi di qualche
principio fatto da Giuliano da Majano. Ma avendo
letto le parole del Vasari nella vita di Giuliano, ho vi-
sto che parla delle logge del palazzo d’Innocenzo Vili

demolito da Paolo V, come riesce chiaro dallo studio
delle antiche piante del Vaticano.9)
Che il principio delle logge attuali non sia ante-
riore a Bramante vien provato da un progetto per il
palazzo Vaticano fatto per Bramante nell’anno 1503-
1504.10) Ivi il cortile di S. Damaso è schizzato soltanto.
Un solo lato, quello delle logge di Raffaello è dise-
gnato a penna, e la lunghezza del lato occupato ora
da 13 arcate, ne mostra soltanto 12. In oltre, all’estre-
mità verso la sala di Costantino, la loggia è dise-
gnata come tale che traversasse una torre antica per
giungere al corridore di Belvedere e che dovette de-
molirsi prima di poter fare le logge attuali. Questa
torre essendo dunque ancora in piedi nel 1503, ne
risulta che le logge non erano allora principiate. La
loro creazione fa parte del progetto di Bramante per
« drizzare il palazzo del Papa » e particolarmente quelle
facciate irregolari davanti alle quali furono fabbricate
collo scopo pure di essere non solo la più corta via
alla loggia della Benedizione in testa al palazzo di
Innocenzo Vili, ma per mettere in comunicazione di-
retta col Belvedere.
Ma che Bramante abbia pure dato principio alle
logge viene provato dalle tre belle porte di marmo,
due collo stemma di Giulio II11’ nella scala che mena
alla prima loggia, dove la terza mostra lo stemma
ed il nome di Leone X. Queste tre porte sono, senza
alcun possibile dubbio, disegnate da Bramante. In ol-
tre questa ultima porta12) non sarebbe stata messa
in opera prima che fosse inalzato la prima loggia ; e
chi ha disegnato la prima ha fatto pure 1’ architettura
della seconda!
Lo studio delle sagome conferma questa opinione
e fa spiccare con maggior precisione le parti fatte da
ognuno dei due maestri. Paragonando i profili con
quelli del corridore di Bramante, ossia di Belvedere,
o con altre sue opere, si è condotti a riconoscere più
particolarmente la sua mano nelle seguenti parti:
Pian terreno. Il cornicione.
Prima loggia. La base e cornice del piedistallo sono
identiche a quelle del terzo piano del corridore di
Belvedere principiato ancora da Bramante, terminato

6) Pag. 314, pubblicato dal Cicogna nelle Memorie dell’Istituto Ve-
neto, voi. IX, pag. 405-
7) Memorie dell’istituto Veneto, 1860, pag. 401: « ha dipinto impa-
lazo 4 camere dii pontefice, et una loggia longissima, et va drieto
dipingendo due altre loggie che saranno cose bellissime.... »
8) Les projets primitifs, pag. 75-78, e Muntz, Raphael, pag. 573.
’) L’opinione che G. da Majano, avesse dato principio alle logge at-
tuali, o fabbricato altre in quel sito, è molto frequente, ed è basata sopra
la supposizione emessa da Bottari (Vasari, ed. Sansoni, vol.II, pag. 471,
n. 4) che il cortile nominato dal Vasari fosse quello chiamato di San Da-

maso. Ma questo è un errore manifesto, dacché egli dice chiaramente :
« gli ordinò nel primo cortile del palazzo di San Piero le logge di tra-
vertino con tre ordini di colonne;... » Questo primo cortile fu demolito
da Paolo V quando si fece la facciata attuale di San Pietro, era al li-
vello dell’atrio dell’antica Basilica, parallelo ad esso e separato da
lui dal palazzo di Innocenzo Vili. Era di forma irregolare e circondato
da due lati dalle logge del Majano.
,0) In parte riprodotto nella tav. 19, dei Projets primitifs ecc.
") Coll’iscrizione: IVLIVS . II. PONT . MAX.
Ia) Incisa nel Le Tarouilly, Le Vatican, Cour de Loges, tav. 3.

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