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RAFFAELLO A ROMA
ruzzi. I benemeriti annotatori del Vasari Le Mon-
nier13) segnalarono questa attribuzione derivata dal
disegno qui riprodotto (fig. 4). Ma esiste un altro
disegno pure in Galleria degli Uffizi, della mano
stessa di Salustio figliuolo di Baldassarre che scrive a
canto della pianta (fig. 5): & Alo degli Orefici, in
strada Julia, in uerso il fiume opera di Raffaello da
Urbino.
(Fig. 4) - Lanterna di S. Eligio. Schizzo di Aristotile da Sangallo
Se fosse stata opera del proprio padre, Salustio Pe-
ruzzi non avrebbe mai scritto questo ; egli era in condi-
zione da essere bene informato. La sua scrittura, il suo di-
segno sono autenticissimi. Li ho controllati tante volte
col compianto e riverito cavalier Carlo Pini, e col de-
gno suo successore signor Nerino Ferri, conservatore
attuale dei disegni.14)
Il sesto anno del pontificato di Giulio II nel giu-
gno15’ il Papa autorizza l’università degli Orefici di
scegliere nella via Giulia il terreno « che troverete a
voi più comodo. » Il progetto di Raffaello sarà dun-
que della seconda metà dell’anno 1509. Nell’interno
la Chiesa si può dire intatta, o poco cambiata ; al-
l’esterno la lanterna e la cupola sole sono antiche,
come si può rilevare dal nostro schizzo (fig. 3) para-
gonato con quello di Aristotile da Sangallo (fig. 4) e
colle parti delle fig. 6 e 7, che ad esse si riferiscono.
Paragonando la pianta a croce greca con una apside,
colle piante di Bramante per San Pietro da me pub-
blicate nelle tavole 4, 8, 12, 21 e colla sua pianta
attuale, tavola 15, fig. 8, si rimane persuasi che Raf-
faello, o riprodusse la forma delle cupole minori d’una
pianta di Bramante ancora ignota, o modificò la loro
forma definitiva secondo una delle idee manifestate
dal suo maestro nelle tavole citate.
I disegni di Salustio (fig. 5-6) sono misurati col palmo
romano16’ diviso in 60 minuti. Dalle circostanze seguenti
si può affermare che egli non li rilevò dal vero, ma
copiò i disegni d’un altro maestro, forse quelli di Raf-
faello. La disposizione identica del disegno di Salustio
con quello d’un ignoto architetto francese della seconda
metà del secolo XVI (fig. 7),I7) la corrispondenza as-
soluta non solo delle misure ma ancora del luogo
dove sono segnate toglie ogni dubbio. Paragonando
poi nella figura 8 restaurata dalle misure di Salu-
stio la metà destra, che rappresenta lo stato attuale
delle finestre quadrate del tamburo nonché qualche
differenza nelle formelle e nelle nicchie, colla metà
sinistra che riproduce il disegno di Salustio, diventa
probabile che il disegno originale fosse un progetto.
Infatti la lanterna e la cupola essendo antiche, non
vi è ragione per ammettere che i quattro occhi del
tamburo venissero cambiati in otto finestre quadre.
All’interno le proporzioni sono bellissime e propria-
mente aeree ; superiori a quelle della cappella Chigi
a S. Maria del Popolo. E interessante studiare la cor-
Is) Vita del Per uzzi, voi. Vili, pag. 232.
“) L’opinione che S. Eligio fosse fabbricato con disegno di Raf-
faello, espressa nella mia biografia intorno a Bramante (Les projets
primitifs, pag. 86) è stata adottata pure dal cavalier Milanesi, nella
nuova edizione del Vasari, IV, 605. Il marchese Ricci, III, num. 49,
pag. 101, cita l’opinione del Melchiorri, il quale nella Guida di Roma,
pag. 412, dice che da Bramante fu fatto il disegno l’anno 1509, e che
fu poi ridotto nello stato presente nel 1701. Il Pungileoni (Vita di
Bramante') l’attribuisce allo stesso autore. Ho una lettera del Pungi-
leoni al marchese Antaldo Antaldi in Pesaro, del 31 maggio 1828,
nella quale egli dice: « In un foglio antico esistente negli archivi
di questa Accademia di San Luca si nominano i ritratti esistenti in
essa Accademia tra quali Raffaello e Bramante, di chi è archi-
tettura S. Eligio degli Orefici, ecc. » Nella stessa frase tuttavia le
ultime parole sembrano un’ aggiunta esprimente l’opinione del Pun-
gileoni. A. Jahn, loc. cit., descrive pure il disegno del Salustio.
”) Vedi Appendice III.
”) 1 palmo = 0m 2234. Ho verificato alcune delle misure di Salu-
stio colle attuali e si possono dire identiche, per esempio 16 p. 42,
sono 16 p. 44 ’/3.
”) Questo disegno era nella ricca raccolta del distinto architetto
francese signor Hypolite Destailleur, passata in gran parte ad un mu-
seo speciale in formazione a Berlino; si trovava nel volume segnato:
SuppUment, voi. X, Architecture.
RAFFAELLO A ROMA
ruzzi. I benemeriti annotatori del Vasari Le Mon-
nier13) segnalarono questa attribuzione derivata dal
disegno qui riprodotto (fig. 4). Ma esiste un altro
disegno pure in Galleria degli Uffizi, della mano
stessa di Salustio figliuolo di Baldassarre che scrive a
canto della pianta (fig. 5): & Alo degli Orefici, in
strada Julia, in uerso il fiume opera di Raffaello da
Urbino.
(Fig. 4) - Lanterna di S. Eligio. Schizzo di Aristotile da Sangallo
Se fosse stata opera del proprio padre, Salustio Pe-
ruzzi non avrebbe mai scritto questo ; egli era in condi-
zione da essere bene informato. La sua scrittura, il suo di-
segno sono autenticissimi. Li ho controllati tante volte
col compianto e riverito cavalier Carlo Pini, e col de-
gno suo successore signor Nerino Ferri, conservatore
attuale dei disegni.14)
Il sesto anno del pontificato di Giulio II nel giu-
gno15’ il Papa autorizza l’università degli Orefici di
scegliere nella via Giulia il terreno « che troverete a
voi più comodo. » Il progetto di Raffaello sarà dun-
que della seconda metà dell’anno 1509. Nell’interno
la Chiesa si può dire intatta, o poco cambiata ; al-
l’esterno la lanterna e la cupola sole sono antiche,
come si può rilevare dal nostro schizzo (fig. 3) para-
gonato con quello di Aristotile da Sangallo (fig. 4) e
colle parti delle fig. 6 e 7, che ad esse si riferiscono.
Paragonando la pianta a croce greca con una apside,
colle piante di Bramante per San Pietro da me pub-
blicate nelle tavole 4, 8, 12, 21 e colla sua pianta
attuale, tavola 15, fig. 8, si rimane persuasi che Raf-
faello, o riprodusse la forma delle cupole minori d’una
pianta di Bramante ancora ignota, o modificò la loro
forma definitiva secondo una delle idee manifestate
dal suo maestro nelle tavole citate.
I disegni di Salustio (fig. 5-6) sono misurati col palmo
romano16’ diviso in 60 minuti. Dalle circostanze seguenti
si può affermare che egli non li rilevò dal vero, ma
copiò i disegni d’un altro maestro, forse quelli di Raf-
faello. La disposizione identica del disegno di Salustio
con quello d’un ignoto architetto francese della seconda
metà del secolo XVI (fig. 7),I7) la corrispondenza as-
soluta non solo delle misure ma ancora del luogo
dove sono segnate toglie ogni dubbio. Paragonando
poi nella figura 8 restaurata dalle misure di Salu-
stio la metà destra, che rappresenta lo stato attuale
delle finestre quadrate del tamburo nonché qualche
differenza nelle formelle e nelle nicchie, colla metà
sinistra che riproduce il disegno di Salustio, diventa
probabile che il disegno originale fosse un progetto.
Infatti la lanterna e la cupola essendo antiche, non
vi è ragione per ammettere che i quattro occhi del
tamburo venissero cambiati in otto finestre quadre.
All’interno le proporzioni sono bellissime e propria-
mente aeree ; superiori a quelle della cappella Chigi
a S. Maria del Popolo. E interessante studiare la cor-
Is) Vita del Per uzzi, voi. Vili, pag. 232.
“) L’opinione che S. Eligio fosse fabbricato con disegno di Raf-
faello, espressa nella mia biografia intorno a Bramante (Les projets
primitifs, pag. 86) è stata adottata pure dal cavalier Milanesi, nella
nuova edizione del Vasari, IV, 605. Il marchese Ricci, III, num. 49,
pag. 101, cita l’opinione del Melchiorri, il quale nella Guida di Roma,
pag. 412, dice che da Bramante fu fatto il disegno l’anno 1509, e che
fu poi ridotto nello stato presente nel 1701. Il Pungileoni (Vita di
Bramante') l’attribuisce allo stesso autore. Ho una lettera del Pungi-
leoni al marchese Antaldo Antaldi in Pesaro, del 31 maggio 1828,
nella quale egli dice: « In un foglio antico esistente negli archivi
di questa Accademia di San Luca si nominano i ritratti esistenti in
essa Accademia tra quali Raffaello e Bramante, di chi è archi-
tettura S. Eligio degli Orefici, ecc. » Nella stessa frase tuttavia le
ultime parole sembrano un’ aggiunta esprimente l’opinione del Pun-
gileoni. A. Jahn, loc. cit., descrive pure il disegno del Salustio.
”) Vedi Appendice III.
”) 1 palmo = 0m 2234. Ho verificato alcune delle misure di Salu-
stio colle attuali e si possono dire identiche, per esempio 16 p. 42,
sono 16 p. 44 ’/3.
”) Questo disegno era nella ricca raccolta del distinto architetto
francese signor Hypolite Destailleur, passata in gran parte ad un mu-
seo speciale in formazione a Berlino; si trovava nel volume segnato:
SuppUment, voi. X, Architecture.