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leno. Cavalca una Testuggine dalla cui bocca
emerge un fonte d' acqua perenne (i). La scul-
tura è di Valerio Cioli da Settignano, (2) che
vi ritrattò un Nano della Corte di Cosimo I.
nominato Pietro Barbino, uomo distinto ])er
gentilezza e per lettere (3). Da Cosimo si diè
per facezia a quel mostro il nome di Margot-
te (4), e perciò anche alla Statua, la quale ebbe
un tempo il suo Morgante (5), ritratto d'altra
ridicola figura di Corte (6). Si è tenuto dal Po-
polo per un Bacco, e per la piccola sua statura
detto anche Bacchino; da cui quest' ingresso di-
cesi comunemente da Bacchino. All'imbocca-
tura dello stradone principale che guarda l'in-
gresso descritto, sono inalzate sopra due gran
piedistalli, per ordine del Governo francese,
due colossali statue di poifido che in antico fu-
rono due Rè barbari, posti in servitù dai Ro-
mani. Ciascun'area dei piedistalli contiene dei
bassi rilievi, che in origine spettavano ad una
sola base di gruppo, oppure di statua equestre,
e modernamente adattati a quest' uso diverso,
come rilevasi dal veder corpi mutilati, e mem-
bra mancanti di corpo. E' son marmi, che spet-
(1) Soldini R. Giardino di Boboli nelle sue statue, e nella sua
pianta. Tav. VIII.
(2) Baidinucci Tom. io. p. 162. Notizie dei professori del Di-
segno.
(3) Vasari Vite de' più eccellenti Pittori, Scultori, e Archi-
tetti. Toni. XI, p. 124.
(4) Memorie MS. di Gior. di Cresci del 1599. citate dal Bai-
din ucci 1. C.
(5) E' sono due Giganti descritti da Luigi Pulci nel suo Poema
del Morgante.'V. Canto X.VIIL Stanz. xi3.
(6) Di essa statua, che pure è in Boboli, Verrà fatta menzione
a suo luogo.
leno. Cavalca una Testuggine dalla cui bocca
emerge un fonte d' acqua perenne (i). La scul-
tura è di Valerio Cioli da Settignano, (2) che
vi ritrattò un Nano della Corte di Cosimo I.
nominato Pietro Barbino, uomo distinto ])er
gentilezza e per lettere (3). Da Cosimo si diè
per facezia a quel mostro il nome di Margot-
te (4), e perciò anche alla Statua, la quale ebbe
un tempo il suo Morgante (5), ritratto d'altra
ridicola figura di Corte (6). Si è tenuto dal Po-
polo per un Bacco, e per la piccola sua statura
detto anche Bacchino; da cui quest' ingresso di-
cesi comunemente da Bacchino. All'imbocca-
tura dello stradone principale che guarda l'in-
gresso descritto, sono inalzate sopra due gran
piedistalli, per ordine del Governo francese,
due colossali statue di poifido che in antico fu-
rono due Rè barbari, posti in servitù dai Ro-
mani. Ciascun'area dei piedistalli contiene dei
bassi rilievi, che in origine spettavano ad una
sola base di gruppo, oppure di statua equestre,
e modernamente adattati a quest' uso diverso,
come rilevasi dal veder corpi mutilati, e mem-
bra mancanti di corpo. E' son marmi, che spet-
(1) Soldini R. Giardino di Boboli nelle sue statue, e nella sua
pianta. Tav. VIII.
(2) Baidinucci Tom. io. p. 162. Notizie dei professori del Di-
segno.
(3) Vasari Vite de' più eccellenti Pittori, Scultori, e Archi-
tetti. Toni. XI, p. 124.
(4) Memorie MS. di Gior. di Cresci del 1599. citate dal Bai-
din ucci 1. C.
(5) E' sono due Giganti descritti da Luigi Pulci nel suo Poema
del Morgante.'V. Canto X.VIIL Stanz. xi3.
(6) Di essa statua, che pure è in Boboli, Verrà fatta menzione
a suo luogo.