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TAVOLA LXXV1I. 651
che fiore, come lo stesso erudito espositore ha provato l :
epiteto convenientissimo alla Speranza 2, e notato parti-
colarmente in quella donna che a questo epiteto ha il no-
me aggiunto di Erifile, e che ha l'abito ornato di fiori,
camminando avanti ai carri che vanno all'impresa di Tebe,
come la speranza precede ogni nostra intrapresa con inten-
zione di trarla a buon fine. Se dunque vediamo Erifile oc-
cupata nei femminili seducenti ornamenti, potremo in-
terpetrarla per la speranza lusinghiera dei duci di vincer
Tebe: speranza che non concepì Anfiarao presago dell'av-
venire, e perciò non fu lusingato dalle seduzioni della con-
sorte , ma soltanto obbediente all' inevitabile destino.
Egli è nascosto 3 quando sopravviene Polinice col dono
del monile, come appunto manca il sole al comparire della
cattiva stagione. Scoperto, non si ostina a non volersi uni-
re con gli altri prodi; solo domanda di non combattere,
ma piuttosto di essere seco loro come un vate da consultar-
si al bisogno, o da servire di conciliatore in caso di con-
troversie 4, giacché ben si accorge dell'inutilità di combat-
tere per ottenere ciò che è vietato dal Fato. Così osserviamo
che Meleagro parimente eroe solare non combatte, allor-
ché vede il nemico appressarsi alla patria5, imitando in tal
guisa il sole, che sebben supplicato di sospendere il peso dei
mali che regnano per la sua mancanza dal nostro emisfe-
ro, non per questo può mai deviare dal consueto suo corso,
i Scotti, Illustrazione di un vaso ita-
lo greco del Mus. di monsig. Ar-
civescovo di Taranto.
2 Ved. ser. m, p. i5c), 199, sg.
3 Hygin. , Fab. lxxviii, p. 1/J5, sg.
4 Herodot., lib. vili, Urania , num,
134 j p- i34-
5 Ved. ser. n, p. 5ly6.
TAVOLA LXXV1I. 651
che fiore, come lo stesso erudito espositore ha provato l :
epiteto convenientissimo alla Speranza 2, e notato parti-
colarmente in quella donna che a questo epiteto ha il no-
me aggiunto di Erifile, e che ha l'abito ornato di fiori,
camminando avanti ai carri che vanno all'impresa di Tebe,
come la speranza precede ogni nostra intrapresa con inten-
zione di trarla a buon fine. Se dunque vediamo Erifile oc-
cupata nei femminili seducenti ornamenti, potremo in-
terpetrarla per la speranza lusinghiera dei duci di vincer
Tebe: speranza che non concepì Anfiarao presago dell'av-
venire, e perciò non fu lusingato dalle seduzioni della con-
sorte , ma soltanto obbediente all' inevitabile destino.
Egli è nascosto 3 quando sopravviene Polinice col dono
del monile, come appunto manca il sole al comparire della
cattiva stagione. Scoperto, non si ostina a non volersi uni-
re con gli altri prodi; solo domanda di non combattere,
ma piuttosto di essere seco loro come un vate da consultar-
si al bisogno, o da servire di conciliatore in caso di con-
troversie 4, giacché ben si accorge dell'inutilità di combat-
tere per ottenere ciò che è vietato dal Fato. Così osserviamo
che Meleagro parimente eroe solare non combatte, allor-
ché vede il nemico appressarsi alla patria5, imitando in tal
guisa il sole, che sebben supplicato di sospendere il peso dei
mali che regnano per la sua mancanza dal nostro emisfe-
ro, non per questo può mai deviare dal consueto suo corso,
i Scotti, Illustrazione di un vaso ita-
lo greco del Mus. di monsig. Ar-
civescovo di Taranto.
2 Ved. ser. m, p. i5c), 199, sg.
3 Hygin. , Fab. lxxviii, p. 1/J5, sg.
4 Herodot., lib. vili, Urania , num,
134 j p- i34-
5 Ved. ser. n, p. 5ly6.