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XXIII
tore sembra ostentata nel fare in un sol tratto un intiero
profilo non è del carattere di un copiatore servile.
Altresì devesi notare a un tal proposito, che la mancanza
di repliche in queste supposte copie, specialmente di una fab-
brica stessa e delle più abbondanti de' Vasi, guai' è per
esempio quella di Nola o di Capua, dimostra V impossibi-
lita che in quelle officine esistessero tanti originali quanti
sono i Vasi che vi si dipinsero, mentile li troviamo tutti
differenti e raramente replicati, e sempre con alterazioni
assai notabili. E se pure accordiamo la capacità d'inven-
zione a quegli artisti, che si vogliono occupati nei suppo-
sti originali, perchè mai vorremo negare tal capacità d' in-
venzione a chi eseguiva quelle pitture? Mancanti come
erano gli antichi del soccorso della carta, dove mai doveva-
no stendere questi immensi originali? se ri è forse trovato
qualcuno in quelle fabbriche di Vasi che si scopersero ?
v* è forse qualche autore antico il quale ne abbia parlato ?
S' insiste peraltro col dire non esser possibile che un
uomo capace di commettere difetti evidentissimi nel dise-
gno, abbia poi avuto il talento di produrre delle composi-
zioni così studiate, ed esprimere atteggiamenti sì vivi e sì
graziosi, dJ immaginare quelle linee ondeggianti di contornì,
e di variare in tante guise i costumi e i panneggiamenti j e
da ciò si vuol concludere che i disegnatori dei Vasi era-
no mediocri artisti che ripetevano le copie di quelle opere
sublimi che la Grecia possedeva in si grande abbondan-
za. A ciò risponderei, che un artista il quale studia il nu-
do con tal progresso da poterlo segnare con quella fran-
chezza che vedesi eseguito da lunghi tratti e non interrotti
nelle pitture dei Vasi, potrà farsi altresì padrone di porre
XXIII
tore sembra ostentata nel fare in un sol tratto un intiero
profilo non è del carattere di un copiatore servile.
Altresì devesi notare a un tal proposito, che la mancanza
di repliche in queste supposte copie, specialmente di una fab-
brica stessa e delle più abbondanti de' Vasi, guai' è per
esempio quella di Nola o di Capua, dimostra V impossibi-
lita che in quelle officine esistessero tanti originali quanti
sono i Vasi che vi si dipinsero, mentile li troviamo tutti
differenti e raramente replicati, e sempre con alterazioni
assai notabili. E se pure accordiamo la capacità d'inven-
zione a quegli artisti, che si vogliono occupati nei suppo-
sti originali, perchè mai vorremo negare tal capacità d' in-
venzione a chi eseguiva quelle pitture? Mancanti come
erano gli antichi del soccorso della carta, dove mai doveva-
no stendere questi immensi originali? se ri è forse trovato
qualcuno in quelle fabbriche di Vasi che si scopersero ?
v* è forse qualche autore antico il quale ne abbia parlato ?
S' insiste peraltro col dire non esser possibile che un
uomo capace di commettere difetti evidentissimi nel dise-
gno, abbia poi avuto il talento di produrre delle composi-
zioni così studiate, ed esprimere atteggiamenti sì vivi e sì
graziosi, dJ immaginare quelle linee ondeggianti di contornì,
e di variare in tante guise i costumi e i panneggiamenti j e
da ciò si vuol concludere che i disegnatori dei Vasi era-
no mediocri artisti che ripetevano le copie di quelle opere
sublimi che la Grecia possedeva in si grande abbondan-
za. A ciò risponderei, che un artista il quale studia il nu-
do con tal progresso da poterlo segnare con quella fran-
chezza che vedesi eseguito da lunghi tratti e non interrotti
nelle pitture dei Vasi, potrà farsi altresì padrone di porre