TAVOLE XLVII - LIV. 4^7
proposito frattanto son da notarsi le seguenti sue parole:
ftctXtffta Tà òarpaxtva ». J)l necrocorinti riempirono Roma 3 die cosi
chiamavano le cose prese di dentro i sepolcri, e special-
mente le terraglie. Dunque tà óffTpAtwa vnepoxopw^»v erà il no-
me dei Vasi trovati nei sepolcri, vale a dire di terra cot-
ta spettanti ai morti dì Corinto. Da ciò apprendiamo al-
tresì che anche prima della distruzione di Corinto erano
in uso le terraglie ne' sepolcri, e al tempo di Cesare si ri-
guardavano come specialmente convenienti ai morti. Ma
se fossero state in uso anteriormente per libazioni o per
sacri riti, perchè mai si chiamarono poi Vasi spettanti ai
morti? Non si potevano più attamente chiamare Vasi sacrifì-
ciali trovati nelle tombe di essi?
Un altro ancor più forte argomento si trae dal passo di
Aristofane da me superiormente citato, dove dice che una
vecchia donna era innamorata di un pittore che dipingeva i
Vasi de'morti 2. Ora se questi Vasi fossero stati in uso per sa-
cri riti, ne viene per necessaria conseguenza che quel pittore
si dovea chiamare pittor de'Vasi spettanti a sacri riti, e
non già de'Vasi da morti. Se dunque Strabone ed Ari-
stofane chiamano queste antiche stoviglie Vasi de'morti. qual
bisogno abbiamo noi di mendicar congetture per suppor-
ne altri usi? Il eh. Vermiglioli peraltro protesta che se non
tutti, una porzione almeno servissero nelle sacre inferie
a contener acqua lustrale, olio, vino, latte, profumi per
le libazioni e le sacre offerte agli Dei inferi, per la cena
%
i Strab., lib. viu , p. 381 ., Op. , i Ved. p. 477 '
Tom. i, p. 586.
proposito frattanto son da notarsi le seguenti sue parole:
ftctXtffta Tà òarpaxtva ». J)l necrocorinti riempirono Roma 3 die cosi
chiamavano le cose prese di dentro i sepolcri, e special-
mente le terraglie. Dunque tà óffTpAtwa vnepoxopw^»v erà il no-
me dei Vasi trovati nei sepolcri, vale a dire di terra cot-
ta spettanti ai morti dì Corinto. Da ciò apprendiamo al-
tresì che anche prima della distruzione di Corinto erano
in uso le terraglie ne' sepolcri, e al tempo di Cesare si ri-
guardavano come specialmente convenienti ai morti. Ma
se fossero state in uso anteriormente per libazioni o per
sacri riti, perchè mai si chiamarono poi Vasi spettanti ai
morti? Non si potevano più attamente chiamare Vasi sacrifì-
ciali trovati nelle tombe di essi?
Un altro ancor più forte argomento si trae dal passo di
Aristofane da me superiormente citato, dove dice che una
vecchia donna era innamorata di un pittore che dipingeva i
Vasi de'morti 2. Ora se questi Vasi fossero stati in uso per sa-
cri riti, ne viene per necessaria conseguenza che quel pittore
si dovea chiamare pittor de'Vasi spettanti a sacri riti, e
non già de'Vasi da morti. Se dunque Strabone ed Ari-
stofane chiamano queste antiche stoviglie Vasi de'morti. qual
bisogno abbiamo noi di mendicar congetture per suppor-
ne altri usi? Il eh. Vermiglioli peraltro protesta che se non
tutti, una porzione almeno servissero nelle sacre inferie
a contener acqua lustrale, olio, vino, latte, profumi per
le libazioni e le sacre offerte agli Dei inferi, per la cena
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i Strab., lib. viu , p. 381 ., Op. , i Ved. p. 477 '
Tom. i, p. 586.