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si per accessorio ', generalmente costumato dagli -ar-
tisti ad indicare un campo di battaglia , ove non
mancano guerrieri stesi a terra feriti o morti. Per
non moltiplicare soverchiamente i miei rami, dichia-
ro in voce^ che tra le belle rappresentanze dei vasi
fittili spettanti al Principe di Canino da lui stesso
pubblicate nella sua grandiosa Opera dei vasi etru-
schi si vede in bellissimo atteggiamento il duello fra
Ettore e Achille, attestato dai nomi scritti presso gh
eroi , a' cui piedi è prosteso 1' uomo consueto, che
non ha nome, né attributi che lo distinguono. Di
simili aggiunte si trovano esempi nelle opere antiche^
inclusive in questa collezione \
TAVOLA CGHI.
Quando Ettore si conobbe vicino a morte profe-
tizzò , per vendetta , come disse Omero , un simile
destino ad Achille. « Guardali, gli dìcea moribondo,
eh' io non ti sia cagione di qualche castigo degli
Dei, in quel giorno in cui Paride e Febo Apollo, an-
corché prode, ucciderannoti sulla porta Scea (v.35g)-»
e così dicendo spirò..Questa cornalina di antico stile
rappresenta la predizione avverata, vedendovisi Achil-
le che si estrae dal calcagno il dardo mortifero sca-
gliatoli da Paride, e frattanto s' inasprisce la piaga
finch' egli ne muore. Ho preso più volte occasione
I Veci. tav. cscui, cxoix, e cci,
a Veci. tav. esca», ce* «
si per accessorio ', generalmente costumato dagli -ar-
tisti ad indicare un campo di battaglia , ove non
mancano guerrieri stesi a terra feriti o morti. Per
non moltiplicare soverchiamente i miei rami, dichia-
ro in voce^ che tra le belle rappresentanze dei vasi
fittili spettanti al Principe di Canino da lui stesso
pubblicate nella sua grandiosa Opera dei vasi etru-
schi si vede in bellissimo atteggiamento il duello fra
Ettore e Achille, attestato dai nomi scritti presso gh
eroi , a' cui piedi è prosteso 1' uomo consueto, che
non ha nome, né attributi che lo distinguono. Di
simili aggiunte si trovano esempi nelle opere antiche^
inclusive in questa collezione \
TAVOLA CGHI.
Quando Ettore si conobbe vicino a morte profe-
tizzò , per vendetta , come disse Omero , un simile
destino ad Achille. « Guardali, gli dìcea moribondo,
eh' io non ti sia cagione di qualche castigo degli
Dei, in quel giorno in cui Paride e Febo Apollo, an-
corché prode, ucciderannoti sulla porta Scea (v.35g)-»
e così dicendo spirò..Questa cornalina di antico stile
rappresenta la predizione avverata, vedendovisi Achil-
le che si estrae dal calcagno il dardo mortifero sca-
gliatoli da Paride, e frattanto s' inasprisce la piaga
finch' egli ne muore. Ho preso più volte occasione
I Veci. tav. cscui, cxoix, e cci,
a Veci. tav. esca», ce* «