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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 3) — Florenz, 1855

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https://doi.org/10.11588/diglit.861#0006
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lì DEI VASI FITTILI

Il Genio alato con frutta e lepre, riguardato nell'insieme come simbolo,
ha dato luogo in altre oeeasioni a piò congetture, non però discordanti dalla

mia principale che questi fittili dipinti siano slati posti nei sepolcri in ossequio
di Haceo e del culto che a lui prestavasi, non men che alle anime de'Ira-
passati nella stagione autunnale. Un lepre nelle mani d'un Genio alato ed
alcune fruite alla Tavola CXVIII, nel volume II di quest'opera, dan soggetto
a varie riflessioni e notizie opportune ad intendere il significalo della pittura
ih è nella tazza in esame. Ma poiché nelle interpetrazioni che non son gui-
date da dottrine accompagnate da sicuri e veridici dati si possono ammettere,
più congetture, così nel coso presente non è fuor di proposilo il meditare
sopra i due nominali simboli frutta e lepre. Il Creuzero, che molto ha stu-
diato in questi, simboli, riconosce il lepre per un'immagine individuale di
Bacco in un senso afrodisiaco, forse a eausa della di lui superfetazione, come
opinarono fin d'antichi tempi, e ne facevano un animale androgino; sopra di
che mi estenderò a piò opportuna occasione : mentre all' uopo nostro di aver
trovalo il simbolo del lepre in un vaso dipinto ch'era presso ad un cada-
vere, sarà sufficiente che io rammenti soltanto, come in varie urne cinera-
rie si trova scolpilo il lepre coi fruiti (-1). Oltre di che noi ravvisiamo pa-
rimente un bronzo pubblicato dal Causeo (2), dove un amorino sta espressi»
in allo di tenere in mano un lepre. Noi non troviamo in quel concetto un'azione
naturale, mentre ad un fanciullo non si addice trattenere un animale salva-
lieo in modo che appena si tiene da un adulto cacciatore, e molto meno
avendo la sinistra mano occupala a reggere un canestro di frutte, ma trove-
remo assai naturale d'essere stalo espresso con tal concelto o l'autunno, in
cui si cacciano i lepri, come simil fanciulletto con lepre si vede in un me-
daglione di Probo, esprimente le quattro stagioni (3), o la libidine del lepre
in modo speciale attribuita a questi animali, per cui furon graia vittima a
Venere (4). Or le espressioni di Venere, e per conseguenza d'Amore, non

(t) MontfniH'un. L'antiquité expliquéc. Ioni, v, premiere partir, liv.
Lxxrv, p. in

(9) Hnseum roman., voi. r, seri, n, lab. L.

(3) Mnseura ronian., voi. I, sect. li, lab. L, pag. 50.

(4) Filoslrnt., Icon. lib. I, Amores, pag. 7M, lì.
 
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