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Mazzi, Curzio
Leone Allacci e la Palatina di Heidelberg — Bologna: Tipografia Fava e Garagnani, 1893

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https://doi.org/10.11588/diglit.63442#0066
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CURZIO MAZZI

De Tilly diceva addio, per lettera, all’Allacci, scusandosi
di non potere a voce, e di nuovo assicurava che i carri
sarebbero arrivati presto a Neckarsulm e che avrebbero
caricato sale nel tornarsene da Monaco (1). Né altra cosa
che far presto desiderava il nostro Allacci: onde, giunti
al sabato in Neckarsulm i carri provenienti da Elwangen,
la « domenica mattina a buonissim’ hora, con cento ca-
» valli e cento moschettieri che per ciò erano venuti in
» quelle parti, caminammo per il paese di Virtemberg » (2)
alla volta di Monaco. Delia quale scorta procurata, insiem
coi carri, dal Preposito d’ Elwangen (3), continuava il bi-
sogno; « tre o quattro di correremo anchora pericolo
dopo che saremo partiti », aveva scritto l’Allacci, sog-
giungendo tosto « spero che, primo, con la grazia d’iddio,
secondo, con la diligenza che s’userà, passeremo sicuri;

(1) Lettera (1623, febbraio 17) del conte De Tilly, da Mospach, al-
l’Allacci: « All’instante ho ricevuto la letera di Vostra Signoria scritta
» da Neccarsulmo il di d’oggi, per la quale ho inteso la sua arrivata
» ivi con le sue casse di libri, aspettando la venuta delli carri d’ El-
» wangen, li quali credo saranno arrivati o arriveranno domani a Neccar-
» sulmo; perchè alcuni giorni fa ho mandato un gentiluomo verso l’illu-
» strissimo Signor Preposito, tanto per assicurarlo che averà il sale che
» per sollecitare la inviata di detti carri. Mi rincresce che non ho il fa-
» vore di trovarmi ancora con Vostra Sigoria innanzi la sua partenza;
» ed augurandogli un felicissimo viaggio, la prego di credere che mi ab-
» bia acquistato prontissimo per servirla. » Ms. cit. B. 38, c. 20r (orig.);
Theiner, Schenkung, Docum. XIX, pag. 75.
(2) Lettera (1623, aprile 12) dell’Allacci, da Monaco, al card. Lu-
dovisi. Ms. cit. B. 38, c. 260t (minuta autogr.) — Ed anche scrivendo
(1623, marzo 7: da Monaco) al card, di S. Susanna avevagli detto: « Per
caminar sicuri dal paese di Vittemberg insino ad Elvan (Elwangen) bi-
sognò che m’accompagnassero cento huomini a cavallo e cento moschet-
tieri; e pure bisognava che s’andasse su le guardie. » Ms. cit. B. 38,
c. 258r (minuta autogr.)
(3) Ved. due lettere di lui, a pag. 49, not. 1, e pag. 54, not. 4.
 
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