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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 5.1846

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Minervini, Giulio: Il mito di Ercole e di Iole illustrato cogli antichi scrittori e co'monumenti in dilucidazione di una pittura pompejana: memoria; letta all'Accademia nell'anno 1840
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https://doi.org/10.11588/diglit.14097#0256
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236 MI NERVINI

tradizioni de' Messemi : che Melai) eo andò nella Messenia,
ed avuta quella porzione ? detta poi Carnasio , la chiamò

quale veggasi lo Sprengel Stor.Pramm.
della Medie. Voi. I p. 88 n. 8-11 Fi-
renze i83g. Altrove Pausania dice avrt\
jj.lv tiri Mstf^vviV, faìtpoe Ss lx IMsya'Xr,?

L. Vili cap. 35 T. Ili p. 402. Non
può certamente intendersi, come fa il
Traduttore u atque haec quiclem via
Messenen ; altera Carnasium , quod
Messenioruìn oppiduìnest, ducit ». Po-
nendo mente „ al luogo che precede,
ognun vede che bisogna supplirvi aX-
crej e non nfó\iap.u. Perciò il dotlo Sie-
belis pare non altro riconosca che il
bosco Carnasio; vedi le adnot. ad L.
IV cap. 33 n. 362 p. i63. Che se il
sig. Geli dice Carnasium the City (vedi
Gùil. Geli Itinerary Cj''Marea p. 69 ) è
questa una opinione arbitraria, ed ; a
mio giudizio , non degna di esser se-
guita; perchè si dovrebbe fondare su'
varii luoghi di Pausania da noi accen-
nati , da' quali mi sembra non potersi
ricavar la esistenza di una città deno-
minata Carnasion. Si potrebbe opporre
che in Omero rinviensi Onchesto detto
%pm vrocftìBritQV dyXetòv aktfos, IL Boiwr.
v. i3 , e pure era una città , ed era
abitata. Ciò non diminuisce punto la
forza del nostro ragionamento; .poiché
aXffòs , come nota ivi Eustazio p. 270
fedit. Romae, dinota un luogo sacro

ancorché privo di piante , ed Onone-
sto era in questo caso , come avverte
pure Strabene , L. IX p. 411 : anzi ,
secondo questo ultimo , Onchesto era
la città , ove trovavasi un luogo sacro
a Nettuno : ed è notevole che Apollo-
doro parlando di Onchesto dice ly
'Oyx.'f^r'j) notfsjSwvos n\i'ivu. L. II e. 4 ,
11. Richiamo ancora l'altra omerica
espressione, colla quale Piraso è detta
Ar'jxTjrpo? ri\xivos> II. Boioor. y. 2o3. Se
non vogliam dire con Eustazio , che
il poeta le dà il titolo di luogo sacro
a Cerere f perchè quella città era ab-
bondante di biade p. 324 edit. Ilomae;
diremo collo stesso Strabone rtv Si vrokts
VjXi'xiyo; 4] Jlvpcc&os , 'ixfivtfa Ar^r^pos i'X-
tfoù y.ai hpov ayjov. L. IX p. 435. In
qualunque modo questi due confronti
non possono richiamarsi a sostegno della
opinione del sig. Raoul-Rochette : im-
perocché se Onchesto e Piraso erano
abitate , dee dirsi che fosser prive dì
piante ; ora il Carnasio era pieno di
cipressi. Ma meglio dirassi col greco
geografo che era un luogo sacro in On-
chesto , come in Piraso , ed allora o
%|/(Xos o boscoso poco imporla al nostro
proposito. Vi ha anche di più. Tloffn-
Svov clXaos è una denominazione deri-
vata dal culto prestato a Nettuno: A-/i-
\j.wpos rip.ivo5 provenne dal culto pre-
 
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