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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Quaranta, Bernardo: I funerali di Archemoro rappresentati sopra un vaso greco di Creta pitturata del R. Museo Borbonico: memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0182
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170 QUARANTA

tudine di quelli avósiiotcraroi, fiorila, si addimandava 1). Se
«on che la dolcezza, che ispiravano i lusinghieri suoi canti,
ben presto tramutavasi in acuto cordoglio. Fra gli odorati
calici delle rose, e le dense chiome del fresco prato, bian-
cheggiavan le ossa ed i teschi degl'infelici, che, presi di
quel concento insidiatore , avevan finita miseramente su
quel lido i giorni. La Sirena dunque è la vera musa , la
sola che sappia cantare il tremendo mistero della vita, la
gioia ed il pianto, i due elementi che temprandosi insie-
me l'ormano tanta parte dell'armonia del mondo. Quindi

affascinato qual ne tocca i lidi.

Stolto chi le Si reni appressi e ascolti ;

L,a -patria ei più non rivedrà, nè in festa

Incontro gli verranno e sposa e figli :

Ma le Sirene co IT arguto canto

Lusingheranlo assise in grembo a un prato,

Dove qua e là d'umane ossa vedrai

E di putride carni ingombro il suolo.

Or tu va innanzi a tutta lena e chiudi

Con vergin cera a?fidi tuoi le orecchie ,

Perchè a quel suono ingannator sian sorde.

Che se (P udirlo poi desio ti punga ,

Quanti son teca all'arbor della nave

Leghinti ritto con le mani e i piedi;

E ad esso in cima della fune i capi

Ravvolgano, onde a te delle Sirene

La cara voce d'ascoltar fia dato.

Che se tu chiegga, per comando o priego,

Esser disciolto ; le ritorte addoppinsi.

j) Vedi le Ruine antiche di Ca- pri da me illustrale pag. ìtì.
 
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