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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Vitelli, Girolamo: Spicilegio florentino, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0012

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p. 822, 10 óiù tò vovg N e già Nauck per congettura:
Boissonade omette tò senza alcuna nota.

„ 12 fiCov NP: xódfiov Nauck per cui cfr. anche
Tzetzes in Cramer Anecd. Paris. I p. 66,8.
TtctQcc P: dia N.

,, 15 sttoìóoI óè a quanto sembra N.

„ 16 tovvov N e già Nauck per congettura.
Boissonade rovto senza alcuna nota.
a-csQsòv P: gtsqqòv N.
18 Ivtqov N. Nella edizione del Boissonade
Xvd-qov sarà errore tipografico : lo corres-
sero F. G. Schneidewin (Eustathii prooem.
comm. Pind. p. 26), R. Unger (Theban. Pa-
radox., Halle, 1845, p. 33) ed altri,
p. 323, 1 svql svavriórcri ' Xvqa §omv yvffei it-egv-
aaro N. Boissonade dà come lezione di P
(>vGa i'ìsQQvGaro, ma è tanto piccola la

Lo scolio anonimo (di Tzetzes, a quanto sembra)
intorno agli sldi] della poesia tragica, pubblicato
negli Anecdota Paris, del Cramer (I p. 19 sq.) dal
cod. parigino 1773 (sec. XV), si legge, come è noto,
anche in altri manoscritti. Da un codice Esiodeo del
Barone di Schellersheim il Creuzer, nei suoi Melete-
mata e discipl. ant. (Lips. 1817) I p. 65 n. 15, pub-
blicò il noto frammento Euripideo dell'Alcmeone
in Corinto (nr. 75 Nauck), e pare pubblicasse an-
che l'intero scolio nel volume LXI dei Wiener
Jahrbùcher, che io non ho a mano.

Intorno a questo codice Schellershemiano par-
rebbe dovessero essere notizie più precise nella
edizione della Teogonia Esiodea del van Lennep,
libro che non posso consultare. Però a proposito di
un codice della Badia fiorentina (2823 ; ora Conv.
Soppr. 158) lessi non senza meraviglia nel Kinkel : 1 )
' non diversus esse videtur ab eo quem Lenne-
pius Schellershemianum vocat '. Ma la mia meravi-
glia non era punto giustificata: in realtà il codice
di Badia e quello dello Schellersheim sono lo stesso
codice. D. Mauro Bigi, bibliotecario di Badia, non
so bene per qual ragione o pretesto, alla soppres-
sione del convento ritenne presso di sè un certo
numero di codici; e in un volume dell'Archivio
Laurenziano esiste una nota di 15 codici depositati

') Hesiodea quae feruntur carmina etc. ed. A. Kochly et
G. Kinkel, I p. VTT not. Invece il Flach (Glossen und

differenza tra a ed si in alcune forme di
scrittura, che anche il Boissonade po-
trebbe essersi ingannato. Cf. ad esempio
ciò che a proposito di Eurip. Cycl. 106
annota Wilamowitz, An. Eur. p. 13. Co-
munque sia, neppure il codice di Napoli
fa progredire di un passo l'emendazione
del frammento Euripideo (190 Nk).

La scrittura di quest'ultimo foglio del codice è
del secolo XV; un'altra mano, a quanto mi parve
non di molto più antica, scrisse nel margine infe-
riore del f. 140v il frammento [di Sofocle] 1019 Nk.
col lemma ffoq>o . Differisce dal testo Nauckiano
nei seguenti luoghi: v. 2 ovquvòv %éxsv%ai xaC yuiav

— 3 xcà dvsficov fiCcc — 4 xctodCcc — 5 lÓQV<sàf.i£S-a

— 6 a/«2(u«r« èx Xi&ivcov — 8 xcà xevccg —.

II.

r nel 1817 ' in mano del Barone di Schellersheim
da D. Mauro Bigi . . . . r per salvarli dall'avidità
francese '. Alla nota fa seguito una dichiarazione
del bibliotecario Francesco del Furia, il quale at-
testa che dei 15 codici quattro furono ricuperati
per opera del Senatore Giovanni degli Alessandri ;
e fra i quattro, oltre il codice Esiodeo di cui ora
trattiamo, anche il bellissimo codice di Erodoto
(Conv. Sopp. 207). Queste notizie debbo alla corte-
sia dell'Ab. Niccolò Anziani, altrimenti avrei dovuto
anche io con lo Stein (praef. Herod. p. Vili sq.)
rinunziare a spiegarmi l'avventuroso pellegrinag-
gio di questi codici dall'Italia in Germania. Voglio
però osservare che la data r 1817 ' nella nota
dell'Archivio Laurenziano non è esatta: l'Erodoto
era già nel 1816 nelle mani dello Schweighauser,
a cui lo aveva passato il Creuzer. Di più f l'avidità
francese ' è evidentemente un pretesto ; nò pare ri-
sulti che lo Schellersheim abbia avuti i codici in
deposito, ma li abbia considerati come di sua pro-
prietà. D'altra parte è noto che il Bigi sapeva utiliz-
zare egregiamente i codici di Badia, e che il famoso
Plutarco gli fruttò persino un canonicato in Duomo !

Sia comunque, da questo codice Esiodeo di Ba-
dia (f. 61) il del Furia trasse copia dello scolio
Tzetziano e la inseri nel Catalogo (manoscritto) dei

Scholien z. Hes. Theogon. p. 29) si contenta di osservare
che il codice di Badia consento con lo Schellershemiano.
 
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