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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0047

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- 36 -

parte era fatta per assicurare l'affetto dei soldati,
dall'altra deve considerarsi come un compimento
delle disposizioni del dittatore verso i suoi soldati
relativamente al loro definitivo collocamento, ben-
ché ora vi fosse una grande differenza nella scelta
dei mezzi. E si capisce che tanto il modo che si
teneva per soddisfare i desideri dei soldati, quanto
la scelta delle 18 città, dovevano essere in rela-
zione con le famose proscrizioni ; ma queste rela-
zioni a noi sfuggono, salvo qualche raro caso, che
noteremo in seguito.

Dopo Filippi (712 u. c. 42 a. C.) Antonio ed Otta-
viano pensarono a mantenere le promesse già fatte,
il primo si recò nell'Asia per procurarsi denari, il
secondo ritornò in Italia .per assegnare terre e de-
durre le colonie. Ma, come è noto, all'esecuzione
nacquero difficoltà imprevedute. I soldati che ave-
vano vinto a Filippi pretendevano premi enormi,
nè pare si contentassero delle 18 città che erano
state promesse, ma che invadessero anche i ter-
ritori che loro non toccavano ed Ottaviano seb-
bene non approvasse le angherie di costoro pure
tenne fermo neh'assegnare ad essi le terre. E le
deduzioni incominciarono forse con maggiore van-
taggio per i soldati suoi di quello che per i sol-
dati di Antonio, cui pure egli deduceva nelle colo-
nie. Questa fermezza di Ottaviano nel mantenere
le promesse destò, come è noto, le gelosie di
Fulvia, la moglie di Antonio, e del fratello di co-
stui, Lucio, ed è noto che non ostante lunghe trat-
tative e concessioni per parte di Ottaviano, si do-
vette venire alla guerra di Perugia, Il racconto di
questa guerra e quello della pace conclusa fra i due
triumviri esce fuori dal nostro tema.

I triumviri avevano promesso 18 città alle 43
legioni cui avevano sotto le armi ') ma non tutte
presero parte alla battaglia di Filippi, ove Antonio
ed Ottaviano disponevano di 19 legioni abbondanti
e di 13 mila cavalieri. -) Quando, dopo Filippi, si
incominciò ad assegnare le terre, ci vien detto che
il numero delle legioni non era più di 43, bensì

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nóXeig, {'c'Alai, xe, xcà cci neoicpccvéGrccxcci /xceXiaxcc eivxcov Kanvrj
xcà l'i'jyiov xal Ovevovalcc xcà Bevepevxòi xcà NovxeqIcc, xcà
A^iflivov xcà Inncàviov. „

1) App. b. civ. IV, 5, V. 6.

2) App. b. c. IV, 108.
a) App. b. c. V, 5, 6.
*) App. b. c. V, 112.

») App. b. c. IV, 3, 5, 6.

di 28.3) Appiano cerca spiegare questa grande
differenza col supporre che molti fossero morti
in guerra. Ma quindici legioni non potevano pe-
rire in così breve tempo, ancorché molti uomini
fossero morti a Filippi.4) È quindi necessario cer-
care una nuova spiegazione del fatto.

Al convegno di Bologna Antonio disponeva,
di 16 legioni, Ottaviano di 17, Lepido di 10.:i)
Se si sommano le legioni dei primi due avremo
il numero di 33 legioni. Or bene Appiano istesso,
altrove, dice che il numero delle legioni che dove-
vano esser dedotte da 28 salì a 34.6) Potrebbe
quindi supporsi che fossero mantenute le promesse
ai soli legionari di Ottaviano e di Antonio e non
già a quelli di Lepido, che in tutte le contese e le
vicende politiche dal convegno di Bologna sino alla
guerra di Sicilia, pare venisse tenuto in disparte e
che non prendesse parte attiva alle faccende dei
colleglli, per quanto è dato giudicare dal silenzio
che tengono gli storici intorno a lui. Nel discorso
che Antonio tiene agli Efesii, parla di 28 legioni che
avrebber dovute essere dedotte, ossia di oltre 170
mila uomini oltre alla cavalleria ed altri soldati
(auxilia)7) la quale cifra se fosse certa, ci mostre-
rebbe che ogni legione constava di 6 mila legio-
narii; ma siccome nella guerra dovevano esser
periti parecchi soldati, non è improbabile che le
legioni fossero un poco vuote, e se io non m'in-
ganno, il numero di 170 mila potrebbe adattarsi
anche alle 34 legioni, supponendo che ognuna di
esse fosse allora discesa al numero di 5 mila più
gli auxilia, Del resto dobbiamo accontentarci di ci-
fre approssimative perchè Appiano non dice di
quanti soldati constassero allora le legioni, cui
qualche volta confonde e non distingue dagli auxi-
lia. Appiano, come è noto, a questo proposito non
è troppo coerente nè troppo esatto.

Ad ogni modo pare che questi soldati non ve-
nissero dedotti tutti ad una volta. Nell'anno 714
u. c. / 40 a. C. due anni dopo Filippi, Antonio ed
Ottaviano, fatta la pace a Brindisi dedussero di

°) App. b. c. V, 22. È Manio che parla " '[Tedia» ff/sdoV
«Trecciai' avxi fxói'cov oxx coxcció'txcc TróXetov roT; èaxQccxevuévoic;
xarccyQcccpeif reaaecQai xe xcà xqlccxopxcc re'Xeejo àvxì òxxm xcà
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") App. b. c. V, 5. TtXtj d¥ iffnv òxxiò xcà e'ixoai érrhrtòi'
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