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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0055

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44 -

del titolo di colonia da altri imperatori, manten-
nero il cognome primo, trasformandosi in coloniae
iuliae e coloniae iuliae augustae 4) Il semplice ap-
pellativo di augusta, che hanno talvolta le colonie
non è per sè solo un argomento per riferirle ad
Augusto, ma è molto più probabile che sia un
appellativo d'indole generale che si possa riferire a
diversi imperatori, ancorché non manchino esempi
di città, di acquedotti e di legioni cui Augusto
onorò di questo semplice cognome, tralasciando
quello di lidio.

Un secondo criterio lo potremmo forse avere
dalle stesse parole con cui Augusto designa le sue
colonie italiche dicendo che, finché egli fu vivo, esse
furono " celeberrimae et frequentissimae. „ È vero
che dicendo vivo me prevedeva il caso che queste
colonie deperissero pochi anni dopo la morte del
fondatore, il che avvenne assai spesso di molte
colonie militari, ma noi avremmo in Strabone uno
scrittore il quale descriveva l'Italia quattro o cin-
que anni dopo la morte di Augusto,2) quando que-
ste colonie dovevano essere ancora floride; tanto
più che Augusto distese l'indice delle sue gesta
negli ultimi anni della sua vita. Or bene Strabone o
non fa menzione alcuna di alcune città, che vedremo
esser colonie di Augusto, ovvero le conta fra gli
oppidi di terzo e quart' ordine. È vero che Strabone
s'attiene molte volte a fonti antiche, cui riferisce
senza darsi conto delle oramai mutate condizioni
politiche del suo tempo, di modo che egli seguendo
un geografo antico, forse Artemidoro, chiama xwfirj
Kccqvixì] Tergeste che era invece di già colonia al
tempo d'Augusto.3) Tuttavia dobbiamo ricordarci
che questo ragionamento vale solo per quelle parti
dell' Italia che egli non visitò, mentre egli conobbe
molte parti dell'Italia centrale e meridionale.1)
Pertanto il controllo alle parole di Augusto, per
parte di Strabone, ci vien meno, od è incertissimo,
là dove ne avremmo maggior bisogno, ossia nella

') Per es. Utica che in monete del tempo di Tiberio è
detta Municipium Iulium, fu fatta colonia da Adriano,
Geli. Noct. Alt. 16. 13, ed il titolo C. I. L. Vili, 1181 la
dice col ■ ivl • ael • hadr • avg • vTiK. Così nella Sarde-
gna vi è una colonia detta ivua avgvsta vselis in un
titolo dell'anno 158, p. C, v. 0. I. L. X, p. 810, la quale
non fu dedotta da Augusto perchè questi non enumera la
Sardegna fra i paesi in cui fondò colonie, v. Monum.
Ancyr., 5, 35; è invece probabile che TJselis fosse prima
un municipio Iulium e forse le si riferisce la seguente
iscrizione C. I. L. X, p. 810 c • ivlivs • mvnicipi • l • felicio
et sq. come parve al Bormann Bull. d. Inst. 1869, p. 186,

Cisalpina, ove per es. egli non fa menzione nè di
Ateste nè di Augusta Taurinorum. Del resto anche
nelle parti d'Italia che egli visitò, non curò darci
notizie precise sulle condizioni politiche ed ammi-
nistrative, che anzi, per questo riguardo, sono più
copiose le notizie che Strabone stesso offre qua e
là parlando delle Provincie.

Ma la base della nostra ricerca è il catalogo delle
colonie che Plinio ci dà nel terzo libro della sua
Istoria Naturale, là ove alla geografia dell' Italia fa
precedere alcune parole che reputo necessario rife-
rire. " Nunc ambitum eius (Italiae) urbesque enu-
" merabimus, qua in re praefari necessarium est
" auctorem nos divum Augustum secuturos, di-
" scriptionemque ab eo factam Italiae totius in
" regiones XI, sed ordine eo qui litorum tractu
" fiet urbium quidem vicinitates oratione utique
" praepropera servali non posse, itaque interiore
" exin parte digestionem in litteras eiusdem nos
" secuturos, coloniarum mentione signata quas
" ille in eo prodidit numero. ., 5)

Plinio adunque dichiara che si atterrà alla divi-
sione amministrativa di Augusto ; ma siccome egli
nella descrizione dell' Europa s'attiene certo ad un
periplo, così dopo aver parlato delle coste della Tar-
raconense e della Narbonense,descriverà pure quelle
dell'Italia, incominciando dalla regione IX Liguria,
per poi venire alla VII, Etruria ecc., anziché se-
guire l'ordine augusteo (Regione la Latium e Cam-
pania. Reg. 2a Apulia e Calabria ecc.). Inoltre Pli-
nio ha fretta, egli si contenta di accennare alle cose
più notevoli,G) non può soffermarsi molto a parlare
dei paesi interni delle singole regioni, quindi di-
chiara che si limiterà a dare la lista dei paesi aventi
rem publicam, quale essa fu redatta, in ordine
alfabetico, dallo stesso Augusto, facendo menzione
di quelle città cui questi pose nel numero delle
colonie. Il metodo che Plinio tiene generalmente
nella descrizione di ogni regione è questo. 1° Os-

benchè al Mommsen sembri che qui si parli di Karalis.
Municipii che si chiamavano Iulia come pure Fora Iulia
sono frequentissimi, nè v'è bisogno di ulteriori prove.

2) v. Niese in Hermes XIII, 1878, p. 33 sq. v. tuttavia
Meyer Quaestiones Strabonianae. Lipsiae 1879, p. 59.

3) v. Mommsen ad C. I. L. V, p. 53.

*) v. al proposito l'accurata memoria dello Schroeter de
Strabonis itineribus. Lipsiae 1874.
s) Plin. N. H. III, § 46.

6) N. H. III. § 2, " locorum nuda nomina et quanta da-
bitur brevitate ponentur, claritate, caussisque dilatis in
suas partes. .,
 
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