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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0070

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del Breviarium totius imperii, un lavoro di indole
puramente amministrativa e non geografica, come
hanno voluto alcuni moderni. 4) Ma Plinio non si
attenne unicamente a questo documento, invece
per la descrizione delle coste, egli seguì un periplo.
Le colonie, nel catalogo'augusteo erano, pare, unite
ai municipi ed alle prefetture, sotto la comune de-
signazione di oppida ; Plinio invece deve avere pre-
poste le colonie ai municipii ed alle prefetture, che
in opposizione alle prime continua a chiamare op-
pida. Parimenti Plinio dovette, qua e là, turbare
l'ordine alfabetico di queste colonie, mano mano
che le doveva distaccare per porle sulle coste. Che
in questo lavoro Plinio dovesse commettere ripe-
tizioni, omissioni ed anche errori, parrà naturalis-
simo a chi sa come Plinio fosse solito comporre, e
come molte inesattezze brulichino in tutto il suo
grande centone.

Che alcune delle colonie che sono nel catalogo
pliniano siano state dedotte dopo di Augusto fu ve-
duto a suo luogo ; tuttavia qualcuno dalle parole
" coloniarum mentione signata, quas ille in eo pro-
didit numero „ potrà vedere un ostacolo ai nostri
resultati. A me pare che lo stile eccezionale di
questo scrittore possa permettere la seguente in-
terpretazione del passo ora citato "terrò conto

v. Mommsen ad C. I. L. X, p. 61, § 106, Lucus (si noti
che è nominato per ordine alfabetico) v. Mommsen ad
C. I. L. IX, p. 367. Cosi Plinio, § 110, 113, non nomina
Interamna Praetutiorum ma solo l'ager praetutianus.
Or bene Frontino de contr. 18 dopo aver parlato delle
assegnazioni di terreno e le leggi a questo riguardo del
Divo Augusto, dopo aver assicurato che il territorio di
■Interamna fu in parte attribuito ad Asculum, dice di
quella " hoc conciliabulum fuisse fertur et postea in
municipii ius relatum. „ I titoli mostrano però che aveva
doppia costituzione municipale e coloniale allo istesso
tempo, v. C. I. L. IX, n. 5074.

q Le tre opere che lasciò Augusto erano Svet. Aug. 101.
1° mandata de funere suo. 2° Index rerum a se gestarum
(di cui abbiamo una copia nel monumento ancirano).
3° " Breviarium totius imperii quantum militimi sub signis
" ubique essent., quantum pecuniae in aerario, et fiscis et
" vectigaliorum residuis, etc. „ Tacit. Ann. I, 11 " opespu-
" blicae continebantur, quantum civium sociorumque in
" armis, quot classes, regna, provinciae, tributa aut vecti-
" galia, et necessitates ac largitiones etc. „ cf. Xiphil, p. 94.
St. Zonor. X. 38, p. 544. In questi ultimi anni, abusando di
un luogo pliniano NH, III. 17, si è pensato che Augusto
abbia scritto addirittura un trattato di geografia, e si è vo-
luto rivendicare a questa pretesa corografia di lui molte
notizie di Mela, di Plinio, di Strabone. In questa falsa dire-
zione si mise lo Schweder Beìtràge sur Kritik der Choro-
graphie des Augustus, 2 parti. Kiel 1878; libro in cui l'autore
dà prova di molta pazienza, senza però arrivare a nessun
sicuro resultato. Lo Schweder, del resto, non ha fatto che

anche delle colonie notate da Augusto „ senza che
però s'impegnasse a non accennarne nessun'altra.

Ma senza sofisticare sulle parole, alcuni confronti
di altri luoghi di Plinio stesso, mostreranno come
egli possa avere aggiunte, nella descrizione del-
l'Italia, delle colonie non augustee a quelle che
erano tali. È generalmente ammesso che egli se-
gue fonti antiche che esponevano uno stato di cose
che non era più quello del tempo in cui egli vi-
veva e che solo qua e là modifica i fatti, a seconda
delle condizioni contemporanee. Qualche esempio
renderà più chiaro quanto ho asserito. Egli fa
menzione delle colonie di Augusto in Sicilia, ep-
pure nomina degli stipendiarti fra i Siculi, riferen-
dosi ad una fonte più antica, poiché in tutta la
Sicilia prima di Augusto questi avevano cessato
di esistere e tutti i Siculi godeano la cittadinanza
romana.2) Nella Spagna egli segue Varrone ed
Agrippa, pure la menzione della colonia Flavio-
briga, 3) mostra che egli modificò le sue fonti ag-
giungendo alcun che di suo, lo stesso valga per la
Gallia Narbonense, ove sono miste notizie augustee
e preaugustee, *) per la geografia dell'Illirico ove
pur seguendo Varrone egli fa menzione di colonie
augustee e di colonie dedotte da Claudio ;s) lo stesso
fa a proposito dell'Africa «) e nella Siria egli nota

esagerare una idea svolta da altri e particolarmente dal
Muellenhoff TJéber die Weltkarte und Chorographie des
Kaisers Augustus, Kiel. 1856, e nuovamente in Hermes,

IX, 1875, v. ad es. p. 186. La questione fu rimessa sulla
vera strada dal Detlefsen in una breve, succosa ed assen-
nata memoria che fa parte delle Gommentationes Philolo-
gae in honorem Mommsenii, Berlin 1877, il quale notò a
ragione Augusto aver fatto un catalogo amministrativo,
non già un'opera geografica. Contro il concetto di un'opera
geografica scrisse poi anche il Riese, Geographi latini mi-
nores, Heilbronn 1878, p. IX sqq., ed ultimo l'Oehmi-
chen Plinianische Studien, Erlangen 1880, p. 1-71, in un libro
che contiene senza dubbio buone osservazioni, benché
spesso insista un po' troppo a provare cose ovvie.

>-) Plin. X. H. III. § 86, segg. V. Mommsen ad C. I. L.

X, p. 713.

») Plin. N. H. IH!, § 111; III, § 30 " Universae Hispa-
" niae Vespasianus imperator Augustus iactatum prò-
8 cellis rei publicae Latium tribuit. „

'0 Plin. N. H. III, 37. 8 Vocontiorum civitatis foederatae
" duo capita Vasio et Lucus Augusti, oppida vero igno-
'• bilia XVIII sicut XXIIII Nemausensibus adtributa,
" adiecit formulae Galba imperator ex Inalpinis Avanti-
• cos atque Bodionticos quorum oppida Dinia. „

s) Plin. N. H. III, § 145. 8 Epidamnum colonia ....
a Romanis Dyrrachium appellata „ che è una colonia di
Augusto poi al § 146 " colonia divi Claudia Sabaria. „

*) Plin. V. 2. 8 Tingi quondam ab Antaeo conditimi po-
stea a Claudio Caesare, cum coloniam faceret, appellatum
Traducta Iulia. .. Qui Plinio pare che erri, poiché confonde
 
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