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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0072

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riormente per es. da Siila quali Fesulae, Pompei
Abella, Abellinum etc. che egli dà come oppida.

Ma a me pare di aver trovata una spiegazione
plausibile di questo fatto singolare. Negli ultimi
tempi della repubblica, sopratutto da Siila in là, si
va formando nello stato romano, una categoria di
colonie particolari che i latini stessi chiamavano
militari. Le vecchie colonie marittime che erano
state poste a difesa delle coste d'Italia perdettero
il loro significato politico, allorquando il Mediter-
raneo diventò un lago di Roma: mentre sopra
tutto nelle guerre civili e poi anche sotto l'im-
pero, vennero ad avere un'importanza particolare
quelle città in cui venivano dedotti veterani. Le
antiche coloniae civium romanorum, che erano state
propugnacoli dell'impero contro le genti nemiche,
cedettero il passo alle colonie militari che affer-
mavano ed assicuravano il partito di colui il quale
le fondava, e venivano ad essere così sostanzial-
mente poco differenti da un municipio. l)

Una prova evidente di questa mia opinione me
la fornisce la colonia civium romanorum di Epore-
dia la quale nell'anno 654 u. c. / 100 a. C. fu fon-
data appunto per tener testa contro le popolazioni
selvagge delle Alpi. Ma quando ai tempi di Au-
gusto esse furono pienamente domate da Teren-
zio Varrone, 729 u. c. / 25 a. C. e quindi i romani
poterono addentrarsi sino in fondo alla vallata
della Dora Baltea, allora essi vi fondarono nel bel
mezzo la nostra Augusta Praetoria Salassorum;
e Eporedia costruita sub" imboccatura meridionale
della vallata, perdette non solo ogni valore stra-
tegico, ma cedette il suo grado di colonia militare
ad Augusta Praetoria, tanto che essa viene detta

non nomina Casilinum e Calatia colonie di Cesare, per-
chè furono contribuite al territorio di Capua, v. Momm-
sen ad C. I. L. X, p. 369, non nomina Praeneste perchè
da Tiberio ottenne di esser fatta municipium v. Geli. Noci.
Att. XVI, 13,5, non Urbana perchè il suo territorio fu unito
a quello di Capua. Plin. N. H. XIV, 62, non Comum No-
vum, colonia di Cesare, perchè era di diritto latino, App.
b. civ. II, 26, poi diventò Municipium, cf. Mommsen ad
C. L L. V. p. 565.

') Il che spiega come in un numero infinito di iscrizioni
gli abitanti di una colonia siano detti municipes, e le ma-
gistrature delle colonie honores municipales. Il titolo mu-
nicipes si estese anche ai coloni delle colonie militari ad
es. svessanis | mvnicipibvs C. I. L. X, n. 4656, in titolo
del tempo di Traiano; v. Auximum, C. I. L. IX, n. 5823.
Gellio l. cit. dice " quotus enim fere nostrum est qui cum
" ex colonia populi romani sit, non se municipem esse
" et populares suos municipes dicat, quod est a ratione
" et a veritate longe aversum. „

oppidum da Plinio e municipium da Tacito, ben-
ché sia probabilissimo che continuasse ad essere
colonia.2)

Quindi mi pare giusto il supporre che Plinio
non menzionò fra le colonie, queste città perchè
egli non le trovò nel catalogo augusteo, ove invece
dovevano essere segnate solo quelle militari. Ed
è naturale che nel Breviarium totius imperii, in
cui erano notate le " opes publicae, quantum ci-
vium sociorumque in armis, quot classes, regna,
provinciae, tributa ac vectigalia „ ci dovessero es-
sere indicate le colonie militari, che avevano una
speciale importanza politica ed amministrativa, e
che forse, sino dai tempi di Augusto, offrivano un
notevole contingente alla milizia.

Non è irragionevole il credere che Plinio fosse
consapevole di questa differenza fra le colonie an-
tiche e le nuove colonie militari, poiché altrimenti
non si potrebbe spiegare come mai egli Traspa-
dano e buon conoscitore del proprio paese abbia
relegato Eporedia fra gli oppida8) e questa diffe-
renza gli doveva esser presente nella mente al-
lorquando egli scrivendo " coloni arum mentione
signata, quas ille in eo prodidit numero „ trala-
sciava di notare le colonie marittime segnando le
militari. 4)

Se è lecito congetturare su di un documento
che ci è pervenuto rimaneggiato, io oserei dire che
nel catalogo augusteo era solo fatta menzione delle
ultime colonie militari dedotte da Giulio Cesare,
dai Triumviri e da Augusto, di quelle cioè cui
questi considerava veramente sostegni della sua
autorità nelle diverse regioni. Plinio poi avrebbe a
queste aggiunte quelle colonie militari che furono

2) Tacit. Hist. I, 70 " firmissima transpadanae regionis
" municipia Mediolanum ac Novariam et Eporediam ac
" Vercellas adiunxere. „ Tuttavia sotto l'impero Epore-
dia conserva l'amministrazione duo virale, benché finora
non si conosca un'iscrizione in cui venga detta o muni-
cipium o colonia. „ v. C. I. L. V, p. 751.

3) Dicendo § 123 " oppidum Eporedia Sibyllinis apopuloBo-
mano conditimi iussis „ Plinio riconosce che essa era colonia.

4) Una differenza fra le colonie marittime e quelle di
Augusto è notata in uno strano passo di Igino de limit.
et de condic. agi:, p. 113, ove c'è una lacuna. Il passo di
Igino è ripetuto in Agenno Urbico, p. 18, nel quale è col-
mata la lacuna. " Coloniae sunt quae ex eo nomine ac-
" cipiuntur, quod Komani. in eisdem civitatibus colonos
" miserunt. [illarum ergo urbium maxima finiumpars data
" est coloniis] quae in remotiora loca et longe a
" mari positae videbantur, ut numerus civium, quem
" multiplicare divus Augustus conabatur, haberet spatia
" in quae subsistere potuisset. „
 
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