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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0073

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dedotte in tempi vicino a lui, e delle cui deduzioni
egli fu al corrente. Inoltre può essere assai facil-
mente avvenuto che egli, nella descrizione delle
coste, per una svista, per ignoranza allo stesso
tempo, abbia confusa una colonia marittima con
una militare. Forse per una ragione di tal natura
vediamo nel catalogo pliniano Hadria, Pyrgi, Cosa,
colonie latine; certo è per un errore di lui, che
Aquileia apparisce fra le colonie della regione X
mentre a proposito di Taranto dicendo " colonia
maritima quae ibi fuerat „ egli seppe evitare una
svista e non riprodusse materialmente il suo pe-
riplo. Infine vi è un numero di città che offre le
maggiori difficoltà, alle quali non è dato rispon-
dere. Rusellae e Senae sulle quali non si hanno
dati sicuri, affinchè si possa credere che facessero
parte del catalogo di Augusto, appariscono in or-
dine alfabetico nella regione VII in una di quelle
che Plinio non mostra di conoscere molto bene,
e dove* non turba il documento augusteo. Eran
forse colonie di Giulio Cesare? di Antonio? o in-
vece furono dedotte in tempi vicini a Plinio che
ne fu informato? Luceria quando fu dedotta?
Nella regione Vili egli cita Brixillum intorno alla
quale non si sa nulla, poi Mutina che si mantenne
florida colonia. Dietro quello che sappiamo non
v' è ragione per credere che fossero nè triumvirali,
nè augustee. Deve forse pensarsi che Plinio abbia
qui commesso un errore congenere a quello meno
giustificabile, per cui egli enumerò anche Aquileia ?
Pur troppo a queste domande non è dato rispon-
dere, e se la risposta verrà data un giorno, lo
dovremo probabilmente a nuove inscrizioni.

Prima di por termine a questo scritto, credo
opportuno il volgere uno sguardo alle diverse re-
gioni in cui Augusto distribuì le sue colonie. È
noto che gli antichi romani vollero che le loro
antiche colonie fossero collocate nelle posizioni più
felici e più forti per assicurarsi l'ubbidienza dei
paesi in cui essi le inviavano. Ma nelle colonie
augustee non sarebbe giusto il richiedere questo
requisito che allora poteva avere un valore sol-
tanto per alcune delle colonie delle Provincie ; e fra

>) Strato. V, p. 242, § 3, sq.

2) Strab. V, p. 217, 12, sq. cf„ p. 210, 1, e&o£e........

unoixiug re noXXdg oreìlcu, rag fj,sv nqóreqov rag rf1 vGreQov,
tàv ov (jcidiov eìneTv afieLvovg èréqag.

3) Strab. V, p. 226, 9, sq.
Strab. V, p. 241, 2, sq.

«) Strab. V, p. 228. 10, sq.

le 28 di Augusto, solo alcune come Augusta Prae-
toria, e forse Augusta Taurinorum, Concordia, Ter-
geste, Pola e Brixia pare dovessero servire in.
parte a tale scopo verso le popolazioni delle Alpi
domate in gran parte nel tempo augusteo.

Ma a me pare che la distribuzione delle colonie
triumvirali ed augustee nelle diverse regioni del-
l'Italia, richiami alla mente delle considerazioni
d'ordine agricolo ed economico. Sette di esse sono
poste nella Campania, nella regione più beata del-
l'Italia d'allora nel tcsóiov svómiiortararov xmv
anàvTwv, ') nella quale alcune terre rendevano per-
sino quattro raccolti l'anno. Nelle regioni Vili,
X, XI, ossia nella Gallia Cisalpina, esclusa la Ligu-
ria, contiamo undici città. Le colonie della Cisalpina
sono lodate oltremodo da Strabone, che non le re-
putava inferiori a niun altra e come prova della
beatitudine della regione fra le molte cose cita la

evavÓQia xal tà liisye&r] vcòv nóXemv xal ó nXovtog,
otq Tcàaiv VTtsQ^t^l^viai tì)v àXXrjV IvalCav ol Tavrr]

lPomaloi.2) Vedemmo che Dertona e Pisae erano
in paesi fertili, e Strabone loda V evdaiiiovia del
paese ove giacevano Sutrium e Lucus Feroniae. »)
Anche il Picenum in cui furono dedotte tre colonie
era fertile la sua terra era àya&rj ngòg anawa *) ed
anaGu ó* svdaiixmv r) yw^a era l'Umbria ove con-
tiamo quattro colonie augustee.5) Però può darsi
che l'esser sei colonie nel solo Piceno e nell'Um-
bria dipendesse eziandio da ragioni militari, dac-
ché ivi erano fitti gli abitanti, dei quali, non po-
chi forse, si davano alla vita militare. °)

Le stesse lodi non si possono ripetere per le
regioni II, III, e IV dell'Italia. Strabone dopo
aver rammentato lo splendore della Lucania e del
Bruttium dice " vvvl dè 7ih)vTciQawog xal 'Prjyi'ov
xal NsartoÀscog ixfisfiuQfiaQmG&ai tìvf,i^é§rjxsv. 7) „
Reggio benché non colonizzata da Augusto pure
ebbe da lui un rinforzo di abitanti, circostanza alla
quale secondo Strabone istesso, essa era debitrice
del suo fiorire.8) Del resto in questo paese imbar-
barito noi non abbiamo una colonia nè dei triumviri
nè di Augusto, e non l'abbiamo nella quarta re-
gione, nel paese dei Peligni, dei Frentani, dei Marsi,

«) V. Tacit. Ann. IV. 5 ad ann. 23 p. C. " tres urba-
" nae, novem praetoriae cohortes, Etruria ferme Umbria-
" que delectae aut vetere Latio et coloniis antiquitus ro-
" manis. „ V. ora il diligente lavoro del Bonn Ueber die
Heimat der Praetorianer. Berlin 1833, p. 4, sq.

*) Strab. VI, p. 252, 1.

s) Strab. VI. p. 258, 6.
 
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