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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0075

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(il

suo mausoleo. Augusto dòpo aver detto d'avere
spesi 600 milioni di sesterzi per pagare le terre
tolte ai municipi e date ai veterani, e 260 milioni
per le terre provinciali aggiunge le parole seguenti,

') Questo scritto era già stampato quando usci nel-
l'Hermes voi. XVIII, p. 161-213, la bella memoria di
T. Mommson, Die Italischen Buergercolonien von Sulla bis
Vespasian. L'illustro scrittore dopo di aver ricercate le
colonie sillane, dopo di aver minutamente esaminata ogni
singola notizia del liber coloniarum, pensa elio Cesare dit-
tatore, non abbia dedotte colonie, ricerca le colonie trim-
virali e crede che siano Ancona, Ariminum, Beneventum,
Capua, Cremona, Luca, Nuceria, Pisaurum, Sora, Terge-
ste, Venusia, forse anche Allifae, Aquinum, Bovianum
vetus, Firmimi, Telesia e Tuder. Egli crede che solo le
colonie di Ottaviano venissero dette inlie, non già quelle
di Antonio. E benché riconosca di nuovo essere impossibile
per ora definire la questione, pure crede che lo 28 colonie
di Augusto si debbano cercare nelle 26 città che si dicono
o Iuliae o Augustae o Iuliae Auguste oltre Bononia, Fa-
lerio e Ateste, accogliendo cosi Abellinum (col. Livia Au-
gusta), Cuma, Nola, Parentium, Sena). Esamina poi il
catalogo pliniano, reputa improbabile la tesi seguita dal-
l'Oehmichen e da me, che cioè Plinio abbia staccato le
colonie dall'indice generale di Augusto, dubita che Plinio
abbia utilizzato il catalogo augusteo delle colonie, e sup-
pone invece che avesse avanti a sè una lista di tutte le
colonie ordinata cronologicamente.,

Plinio non si sarebbe curato delle colonie repubblicane,
e avrebbe tenuto solo conto di quelle dedotte dopo di
Cesare sino a Vespasiano. La qual conclusione, per quanto
ad essa il Prof. Mommsen ci arrivi per vie e con opinioni
molto diverse è sostanzialmente uguale a quella a cui
sono venuto io in questa memoria. Lo scritto del Mollim-

ene se non giustificano le sue deduzioni, le scu-
sano in parte, 3, 26. " Id primus et solus omnium,
" qui deduxerunt colonias militum in Italia aut
" in provincis, ad memoriam aetatis meae feci. „ 1 )

sen, come è da aspettarsi in tutto ciò che esce dalla sua
penna, è pieno di osservazioni acute e nuove. Tuttavia,
senza volere essere tacciato di presunzione, confesso
schiettamente che anche dopo la lettura del suo scritto,
non modifico le opinioni da me emesse; e credo per es.
che difficilmente il Mommsen potrà trovare approvazione
allorché alle parole di Plinio " coloniarum mentione si-
gnata quas ille ir} eo prodidit numero „ egli osserva, p. 207
8 Er (Plinius) sagt wohl, dass die von ihm als Colonien
" angefuehrten Orte in der augustischon Liste, niht aber,
8 dass sie darin al Colonien standen. „

Venendo a qualche caso speciale osserverò che dal passo
di Plinio § 123 in cui immediatamente dopo le " colo-

8 niae____Augusta Taurinorum .... Salassorum .... Au-

••' gusta Praotoria „ vien nominato 1' " oppidum Epore-

'' dia____a populo romano conditura „ non si può inferire

che anche Eporedia sia da contare fra le colonie del ca-
talogo pliniano. L'ipotesi che Falerio del Piceno sia stata
scambiata con Falerii è senza dubbio ingegnosissima, ma
non è ancora provata l'impossibilità che vi fosse contempo-
raneamente un municipium ed una colonia Faliscorum. Mi
ò parsa invece plausibile la sua nuova lettura del testo pli-
niano al § 110, p. 192 nota 8 Castellimi Firmanorum et super

id colonia; Asculum Piceni nobilissima etc. „ di guisa che
è da ammettersi che Plinio non abbia dimenticata Firmum.

A pag. 180, nota 1, il Mommsen fa sapere che l'iscri-
zione ivl • avg • flor ■ v. Borghesi op. 5, 274, non si ri-
ferisce a Firenze bensì a Vienna, e di queste due ultime
sue osservazioni ho fatto tesoro nello specchietto che ò
in fine a questa memoria.

Ettore Pais.
 
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