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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Frammenti dell'etica di Epicuro tratti da un papiro ercolanese
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0078

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FRAMMENTI DELL'ETICA DI EPICURO

TRATTI

DA UN PAPIRO ERCOLANESE

Nel mettere a luce or sono quattro anni i Fram-
menti inediti dell'etica di Epicuro tratti da un papiro
ercolanese1) io non offriva che una lezione provviso-
ria di quel testo, quale poteva risultare dal fac-
simile assai scorretto pubblicato nella Coli. alt.
e da uno studio che io aveva fatto a Napoli del-
l'originale l'anno innanzi in modo un po' tumul-
tuario per cattive condizioni di salute. Dichiarai
adunque che io mi riserbava a darne una edizione
definitiva appena mi fosse possibile di recarmi a
Napoli e intraprendere sull'originale il lavoro lungo
minuto e difficile che era necessario per istabilire
la lezione criticamente e con sicurezza. Lo scopo
principale di quella mia pubblicazione era mostrare
che quei frammenti facean parte di un'opera etica
di Epicuro stesso; ed a questo scopo poteva pur
servire il testo pubblicato in quella forma prov-
visoria. La cosa era tanto evidente che non solo
non sorsero obbiezioni, ma i frammenti furono
subito riconosciuti come di Epicuro e come tali
adoperati anche dal prof. Zeller nella terza edi-
zione della ben nota opera sua. Ciò tanto più mi
spronava a mantenere la mia promessa di dare
una edizione critica di un testo così importante.
Con tale scopo mi recai più volte a Napoli ed ora
che il mio lavoro è finito, non indugio più a pre-
sentarne i risultati agli studiosi. Prima però di
venire al testo è pur necessario che io qui ponga
loro dinanzi quanto io già osservava intorno al-
l' autore.

Nel primo fascicolo dell'undecimo volume della
Collectio altera dei volumi ercolanesi fu pubblicato
nel 1876 a pagina 20 e segg. il fac-simile di un
papiro senza nome di autore e senza titolo, al

4) Rivista di Filologia classica, Anno VII, 1879, p. 401 sgg.

quale niuno, ch'io sappia, nè in Italia nè fuori fece
attenzione fin qui, benché, a mio credere, esso sia
uno dei più notevoli fra i papiri ercolanesi fino ad
oggi messi a luce. Esaminando quel testo, anche
solamente per quanto si può farlo colla scorta di
quel fac-simile, è facile accorgersi che il soggetto
è l'etica, e precisamente l'etica di Epicuro nei suoi
principii più essenziali. Studiandolo poi più minu-
tamente io non ho tardato a dovermi convincere
che l'autore di quello scritto non possa essere altri
che Epicuro stesso ; fatto importante già pel valore
di questo nome e più ancora se si considera esser
questo il primo papiro che ci offra residui dell'etica
del grande uomo, mentre tutti gli altri scoperti fin
qui col suo nome appartengono esclusivamente alla
fisica. Ma appunto l'importanza di tal fatto richiede
che i lettori siano informati degli argomenti che lo
provano, ed eccomi a soddisfarli.

A col. XV, lin. 12, l'autore dice: ... aXXà /.iixqòv
wg TiQÒg %à xvQiatata tisqì mv VTtsuvrjtìafiev' à(f fjg
alxiag xciv %aig KvpCaig Jó'§mg xéxaxtai Ttqmxa xcà
Tamrj. Questo porre su di una medesima linea in
una motivazione unica concernente l'ordine della
trattazione, l'opera presente e le Kvqiai Jógat,
dando l'intenzione-dell'autore nell'una e nell'altra,
non si spiega se non ponendo che questa e le
KvQim Jó^ai siano due opere dello stesso autore.
Ora è noto a tutti che Kvqicu Jógcu ò il titolo di
un libretto di Epicuro che fu molto adoperato dai
suoi scolari ed anche da altri e che a noi fu tra-
mandato da Diogene Laerzio. Anche altrove tro-
viamo che l'autore si riferisce ad un' altra opera
sua e dà anche spiegazioni su cose da lui dette
in altro scritto, rettificando i malintesi di taluni
(cfr. col. IX, xaOdrrsQ èv sxstvoig ToTg óialoyiG^oTg
xcà tovO' vTtoyqcKfsrui) ; ma ignoriamo il titolo di
quell'opera, che certamente era rammentato nelle
 
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