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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: I frontoni di un tempio tuscanico scoperti in Luni
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0106

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- 95 -

A) FRONTONE DELLE DIVINITÀ

1. Giove in tuono (etr. Tin, Tinia) Tav. III.

Quattro frammenti congiungibili :
a) torso nudo; b, c) relative gambe panneg-
giate, e lato d. della sedia (trono) col bracciuolo
formato da una cariatide mutila (alt. 0,17) pie-
gata sul ginocchio d., ma avente l'aspetto e la mo-
venza ieratica della Spes Romana ;*) più un fr. e
staccato esibente parte dell'omero d. panneggiato.

L'intera figura acefala, messa insieme com'è
sulla tav. Ili, misura m. 1,03; con la testa po-
teva raggiungere m. 1,18. Colle ginocchia sporge
in tutto rilievo dal fondo circa m. 0,50 col piede s.
m. 0,58.

È questa la statua sedente di Giove fatta per
il centro del timpano, al quale era assicurata con
sporti di legno (?) e fissata con due lunghi chiodi
i quali attraversavano tutta la figura nei fori che
ci sono sopra l'ombellico, e, fra le gambe, in mezzo
al panneggio. Nell'atteggiamento e nel tipo tale

») Corrisponde nel concetto e in certo qual modo anche
nell'uso con la cariatide su cui poggia il gomito la Venere
policroma di Pompei (Dilthey, Ardi. Zeit. 1881, taf. 7, cfr.
anche Gerhard. Abhandl. d. K. Akad. taf. XXIX, 6, 5).
Intorno al tipo di queste statuette si consulti la prege-
vole memoria del Ghirardini: Di una statua arcaica del-
l'Aventino e di alcune serie di sculture affini nel Bull, della
Commiss. Ardi, di Roma 1881.

2) È un quadretto concavo d'uso decorativo (alt. 0,72;
1. 0,75) conservato nella sala del Mercurio di Tivoli: rap-
presenta Giove in trono fiancheggiato da Nettuno (a d.)
e Saturno? (a s.) seduti più in "basso, e facenti triade con
lui. La figura di Giove, imberbe e laureato, corrisponde in
modo esatto con quella del disegno coburgense, salvo che
in questo rilievo Giove pone i piedi sul globo invece che
sull'aquila, e il manto cuopre quasi interamente la gamba s.
come nella nostra statua.

3) V. Overbeck, Kunstnnjthologie, Zevs, p. 115 sqq. Nel
Giove del fastigio capitolino rappresentato nel bassorilievo
del palazzo dei Conservatori (v. sopra p. 90 nota 1) il manto
cade a coprire tutto il fianco s.

4) Le relative attaccature possono vedersi anche sulla
nostra riproduzione tav. III.

5) La mano con la folgore trovata coi frammenti di cui
demmo notizia a p. 93 nota 9 (fr. a) mostra d'aver apparte-
nuto ad una statua di Giove affatto corrispondente con la
nostra. Tanto la statua del fastigio capitolino quanto quella
della cella non è dubbio del resto che rappresentassero
Giove in attitudine identica, poggiato allo scettro con la s.
e con la folgore nella d. abbassata. L'importante lucerna
datata in Passeri, Lue. fitt. 1, 29 in confronto col don. di
Vitellio )( I 0 MAX CAPITOLINVS (Revue Num. Fr. 1862,
pi. VII, 10 = Muller-Wieseler o. c. 31 ed. I, n. 11) e con

statua corrisponde perfettamente col Giove se-
dente del fastigio capitolino (v. p. 90 nota 1) e in
ispecie col Giove imberbe (etr. Tin) del disegno co-
burgense, il quale si vede rappresentato anche so-
pra un bassorilievo in istucco del Museo Grego-
riano. 2) Un po' diversa è soltanto la disposizione
del manto, che, nel Giove del disegno coburgense,
lascia libera gran parte della gamba s., mentre qui
la ricopre appunto come nella famosa statua Ye-
rospi del Museo Pio dementino e nelle molte altre
immagini di Giove, che più strettamente si con-
giungono col tipo Verospi.3)

Dall'andamento dei muscoli si desume che il
braccio s. era alzato per poggiarsi allo scettro e
che il braccio d. veniva a riposare sulla gamba d.
dove la mano stringeva la folgore, *) precisamente
come nella statua del fastigio capitolino.5)

Il nudo, trattato con uno studio anatomico vera-
mente meraviglioso (sono espresse perfino le vene
del torace), era tutto quanto miniato secondo il
costume tradizionale etrusco ; °) e il manto, ripie-
gato con una nobiltà quasi fidiaca, era dipinto in
pavonazzo col bordo giallo.7)

gli stessi medaglioni capitolini di Vespasiano meglio con-
servati, possono bastare come prova di ciò. Del pari lo
altre lucerne con la triade capitolina, sia che rappresen-
tino quella della colla con Minerva a d. di Giove (Bartoli-
Bellori, Lue. Fitt. tav. 9) sia che rappresentino quella del
fastigio con Minerva a s. (Bartoli-Bellori, tav. 10) offrono la
figura di Giove nel medesimo atteggiamento con la folgore
abbassata. Farebbe eccezione soltanto il medaglione ca-
pitolino di Antonino Pio (Lenormant, Nouvell. Gali. Mytol.
pi. VII, 3 = Muller-Wieseler, I, 12) dove Giovo tiene la fol-
gore nella d. alzata come nel Giove Conservatore Diocle-
zianeo (Overbeck, Zevs. taf. II, 31 = Muller-Wieseler, I, 12);
ma non dubito che la variazione debba spiegarsi come una
licenza dell'artista monetario, il quale voleva rendere vi-
sibile la folgore. Anche nel denaro di Vitellio sopracitato
il braccio d. di Giove vedesi appunto mosso quel tanto
che poteva bastare per rendere visibile la detta folgore.

c) La statua fittile di Giovo Capitolino fatta da Vulca
di Veio era miniata (cfr. Plin. N. H. XXXV, 45), e si
ravvivava anzi nella sua tinta ogni anno nei giorni di
festa (cfr. Plin XXXIII, 36). Di statue fittili colorate
col minio si parla anche negli Oracula Sibyllina, III, 589
eMioXa. . . . ntjXiva- fiiXróxQWca, ^(ayqacpiag rvnosideìs. Per
altre statuo miniate cfr. Virgilio, Ed. X, 27, Arnob. VI, 10,
e sul modo di dipingere v. Schóler, Ueber Farbenanstrìch
und Farbigkeit plast. Bildw. b. d. Alien Danzig 1826, p. 7 sq.
Blumner, Terminologie u. Technologie, p. 120, 128 sq.

") Traccie evidenti di pavonazzo rimangono sul pan-
neggio che riveste la gamba d.; il bordo qua e là si vede
colorato in giallo. Il minio per lo più era dato diretta-
mente sulla terracotta, mentre gli altri colori sopra una
leggera ammannitura di calce o stucco. — È osservabile
che il piede d. modellato con una forza e un sentimento im-
 
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