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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: I frontoni di un tempio tuscanico scoperti in Luni
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0107

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- 96 -

2. Giunone Opigena (etr. Thufltha)

Tre frammenti staccati:

a) testa quasi al vero (tav. VII n. 1) velata
con pendenti ghiandiformi (gialli) e torques intorno
al collo.J) Inchinata leggermente a s., ha i capelli
divisi sulla fronte, la bocca semiaperta e l'espres-
sione del volto leggiermente melanconica;

b) braccio e mano s. (largii. 0,075) stringente
il corno d'Amaltea vuoto.

c) parte inferiore delle gambe d'una dea am-
mantata messa sopra un trono coi piedi (largh. 0,075)
sul suppedaneo (alt. del fr. 0,085 ; largh. 0,019). Le

" gambe anteriori del trono aderiscono al fondo del
rilievo, e quella s. più conservata ha quasi la forma
di un timone con la paletta ornata di un'aquila, la
quale stringe fra gli artigli una tenia.

Il fr. c, essendo l'unico che abbiamo di una figura
muliebre seduta, corrispondendo nelle proporzioni
esattamente coifr. a, b, ed esibendo un ornamento
che pur richiama la madre e moglie di Giove, siamo
persuasi che si congiungesse coi fr. a e 6, ed appar-
tenesse ad una dea corrispondente nel concetto e
negli attributi con la Giunone capitolina (Juno Re-
gina, Opigena, Saturnia, ecc.), rappresentata in
una lucerna del Museo Kircheriano edita dal Bel-
lori (Lue. II, tav. 10) -) ; e con la Giunone etrusca
(Thufltha) dei rilievi di Bolsena, l'una e l'altra ca-

pareggiabile, è dipinto più chiaro sull'animaniiitura bianca,
perchè rimanendo nell'ombra potesse egualmente vedersi.
Nella nostra riproduzione appare più grande di quel che
è in natura essendosi dovuta prenderò la fotografia della
statua di sotto in su.

q Secondo le mie osservazioni il torques gallico entrò
in moda in Etruria e nell'arte figurata verso il II sec. a. C.
quando cioè gli Etruschi si strinsero in causa comune
coi Galli nell'ultima battaglia per l'indipendenza (a. 283
av. C). Si confrontino le urne e gli specchi; e, per le re-
lazioni degli Etruschi coi Galli Senoni in questo tempo,
voggasi Noel de Vergers, L'Etr urie ecc. II, p. 313 sqq.

2) Non è senza importanza che nella triade capitolina
della lucerna in Bellori, -II, tav. 10, Giunone è rappresen-
tata col cornucopia, solito attributo della Fortuna (ecce-
zionalmente Giunone Regina reca il cornucopia sopra una
rara moneta di Sabina: Cohen, T. VII, pi. IV, n. 5). Se que-
sta figura nella mano che tiene sui ginocchi stringesse un
breve scettro (?) non sarebbe improbabile che si riferisse
al tipo della Giunone capitolina dei tempi di Ovidio. Infatti
Ovidio riferendosi alla statua ristaurata da Siila' (Fast.
VI, 382) dice esplicitamente che le era stato dato l'aureo
scettro nella d., circostanza la quale non lascia immagi-
nare per la mano s. altro attributo più conveniente del
cornucopia per giustificare l'epiteto di Saturnia (= For-
tuna Primigenia) datole di sopra dallo stesso poeta (v. 31).
Lo scettro noi crediamo che sia passato dalla mano d.

ratterizzate dal cornucopia e dai frutti che tengono
riversati nel grembo. 3) In altri termini sarebbe
qui rappresentata la Jovis opulentia della 3a re-
gione del templum di Marziano Capella.4)

Riguardo alla colorazione osserviamo che la
faccia presenta una leggiera ammannitura bianca;
e che il chitone giallognolo (?) distaccava sotto il
manto forse violetto.

Il rilievo ha una base regolare larga 0,10, alta0,03.
Non ostante, la figura coi ginocchi veniva a spor-
gere dal fondo circa cent. 45. Il movimento ritratto
della gamba d. di Giove (V. tav. Ili) rendeva obbli-
gatoria quella minima sporgenza della base, pre-
cisamente al lato d., al posto d'onore, dove credo
sedesse la descritta figura,

3. Nettuno (?) (etr. Nethuns).

Sei frammenti di cui quattro (a, b, c, ci) con-
giungibili, e due (e, f) staccati.

I frammenti congiungibili offrono il busto (a, b):
l'anca sinistra c), e porzione della seggiola (ci) di
una figura virile seminuda avente proporzioni poco
inferiori a quelle di Giove (fig. 1); i frammenti stac-
cati esibiscono :

e) parte della testa barbata (tav VII n. 2)

f) piede d. nudo (largh. 0,076) 5) e una gamba
della sedia tornita a nodi.c)

Tale figura (alta circa 0,94, con la testa forse 1,08,

alla mano s., quando, all'epoca imperiale, la Giunone ca-
pitolina assunse come attributo costante la patera liba-
toria (2° e 3° ristauro del tempio : cfr. la lucerna in Passeri,
tav. 29, il rilievo del Mus. Kircheriano, i sarcofagi con le
dività capitolino, le monete capitoline di Vespasiano e
Domiziano e tutte le monete delle imperatrici romane con
l'iscrizione ivno regina). L'attributo della patera per sua
natura non poteva stare nella mano s. In un modo o nel-
l'altro noi siamo fermamente convinti che l'immagine
della sopraddetta lucerna si ricongiunga col tipo stesso
della madre di Giove (Fortuna Primigenia — Matrona To-
nantis) rappresentata in trono nel fastigio capitolino del-
l'epoca siriana (disegno coburgense). Ivi questa divinità ap-
pare veramente senza attributi, ma io credo che non man-
cassero e che, o non fossero discernibili, o non sieno stati
visti dal disegnatore di quel piccolo rilievo. Nella divinità
alla s. di Giove con lo scettro meglio riconoscerei Giunone.

3) Nei rilievi di Bolsena l'esistenza di una Giunone etru-
sca simile alla Giunone capitolina della suddetta lucerna
la rilevo da due frammenti : cfr. Brunn, Mon. Ist. VI-VII,
tav. LXXII, n. 10 a (cornucopia vuoto), n. 12 (grembo coi
frutti).

*) Nupt. Philol., et Mere. I, 45, p. 16 ed. Grot. cfr. Deecke
Das Templum von Piacenza nello Etr. Forsch. IV. Stutt"
gart 1880, p. 40 sqq.

s) Il piede d. di Giove ha invece una largh. di 0,085.

°) La gamba della sedia nel fr. d è pure tornita a nodi.
 
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