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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: I frontoni di un tempio tuscanico scoperti in Luni
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0109

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- 98 -

mai si avvicina all'Apollo della gemma medicea, ')
dove però il dio tiene naturalmente la cetra in
mano, e non già d'accanto per semplice attributo,
come nella modificazione dovuta al nostro figulino.

Il pezzo trapezoide esibente la descritta figura
essendo uno dei più piccoli (alla base è largo 0,32,
in alto 0,45) e la figura stessa essendo rivolta a d.,
siamo fatti certi che stava più verso l'estremità
che verso il centro del timpano, e piuttosto a d.
che a s. del medesimo. Per la sua applicazione al
timpano servirono poi i fori che si veggono prati-
cati nel fondo del rilievo : quattro da una parte e
quattro (?) dall'altra del corpo, uno fra le pieghe
del manto presso il piede d. *)

6. Musa (?)

Eilievo quasi integro avente un fondo d'appog-
gio per il timpano alto 0,79, largo alla base 0,25;
ed esibente una figura muliebre acefala alta essa
stessa 0,89, la quale sporge dal fondo nel punto
massimo, dov'è la mano d., 0,30; nel punto mi-
nimo, dov'è il piede d. sul plinto, 0,09.

Vestita di chitone talare ed ampechonion questa
figura sta in piedi di fronte, insistendo sulla gamba s.
e tenendo l'altra leggiermente incurvata. Il chitone
violetto (?) è cinto sotto il petto ; e l'ampechonion
giallo (?), cuoprendo la mano e il braccio d. ripie-
gato in alto, e il braccio s. abbassato, scende dal
capo raccolto con grazia sul davanti dalla mano s.

In tale atteggiamento e in tale costume peculiare,
se questa figura non rappresenta per avventura
Mnemosine :!) o Polimnia 4), converrebbe dire che
sia stata desunta da un tipo greco di quelle Mu-
se 5), e adattata alla rappresentazione di qualche
divinità astratta, nella stessa guisa come un simile,
motivo greco sembra aver servito più tardi anche
alla rappresentazione della Pudicizia romana.c)
L'idea che questa figura possa essere una Musa
verrebbe in certo modo favorita anche dalla pre-

*) Lenormant, Nouv. Gali. myth. pi. XLVI, 8 = Mùller-
Wieseler, D. d. a. K. 3» ed. II, XIV, 151 ecc.

-) Uno di questi fori è tuttora otturato dalla capocchia
irruginita (ferro) di uno di tali chiodi.

a) Clarac, III, pi. 497, n. 971, 972; Millin, Gali. Mythol.
pi. XXI, 62.

*) Pitturo d'Ercolano, II, 7. Millin, o. c. pi. XXI, 74.

5) Quanto fosse tipica in Grecia la mossa del braccio d.
avvolto nel mantello per una Musa che guarda, pensa, ed
ascolta può vedersi dal vaso di Armento del Mus. Naz.
di Napoli rappresentante il supplizio di Marsia (Michaelis,
Ardi. Zeit. 1869, taf. 18). Nel bassorilievo dello Muse di

senza di Apollo citaredo e dalla circostanza di fatto
ch'essa si trovava dal lato d. del timpano asso-
ciata con lui alla distanza d'una o due altre figure
muliebri intermedie. E che fosse l'ultima figura
del timpano del lato d. si arguisce chiaramente,
dal fondo del rilievo tagliato diritto a s., dove an-
dava a congiungersi con le altre figure, e rotondo
e scappante invece dall'altra parte, dove rimaneva
senza seguito.7)

7. Altra Musa (?)

Due frammenti congiungibili offrono la gamba s.
incurvata (alt. 0,65) e il piede d. di una figura
vestita di chitone talare bianco ed ampechonion
celeste, la quale stava in piedi volta leggiermente
a d. — I sandali hanno una suola così spessa da
poter far pensare ai coturni di Melpomene e Talia,
qualora avessimo in questa figura l'immagine di
una Musa (?).

8. Altea Musa (?)

Un fr. esibisce i piedi insandalati (xoémóeg) di una
figura muliebre in chitone talare violetto, la quale
doveva star poggiata ad un pilastrino, tenendo la
gamba s. incrociata sulla gamba d. e le punte dei
piedi accostate, come fanno, per esempio, Clio,
Erato (?), Urania e Calliope (?) in alcune statue
ben conosciute del Museo del Louvre.8)

Dalle proporzioni dei piedi e specialmente dalla
sporgenza del rilievo alla base (0,14) si può de-
sumere che questa figura stesse poco discosta da
Apollo, fra lui e Nettuno.

9. Figura muliebre (Musa?)

Due fr. offrono il piede s. e parte della gamba s.
di una figura col chitone talare violetto avente
proporzioni non inferiori a quelle della figura pre-
cedentemente descritta.

Archelao (Mus. Britannico) la posa della nostra figura
è data a MNHMll, mstll e Z04>U ascoltanti la poesia
omerica.

«) Helbig, Camp. Wandmalerei, p. 32.

7) Questa figura l'ho trovata nello studio dello scultore
Consani, il quale l'ebbe tempo addietro dal march. Remedi
insieme con la gamba d'Apollo (Fr. B, fig. 1, fr. c), e con
la testa del cavallo (Fr. B, fig. 6, fr. e).

8) Clarac, III, pi. 499, n. 982; 524, n. 1080; 531, n. 1105;
535, n. 1119. Nelle rappresentanze vasculari delle Muse il
motivo dello gambo incrociate ò raro, ma non senza esem-
pio (cfr. l'oxibaphon a. f. r. nclYÉlite Céra-m. II, pi. LXX).
 
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