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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: I frontoni di un tempio tuscanico scoperti in Luni
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0120

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- 109 -

bisogno di ulteriori dimostrazioni si rivela appro-
priatissimo per una tebana corritrice, *) e, nel no-
stro caso, specialmente proprio per una Mobide.
Ciò diciamo riferendoci alla tradizione che cele-
brava la Mobide Cloris come una delle più fa-
mose eroine del corso,2) la qual tradizione se
non si collega nella sua origine con quell'altra
che faceva morire i Niobidi maschi nella palestra,
bisogna credere che ad essa sia stata rannodata
dall'autore stesso del gruppo per dare unità di luogo
alla composizione artistica. La questione merite-
rebbe uno speciale svolgimento ; ma a noi basta far
notare, per ora, che, per quanto sia nuova nelle
rappresentazioni dell'arte una Mobide in abito di
corsa, non poteva giungerci inaspettata, *) e che
anzi l'abito di corsa dato a questa Mobide e alle
altre sue sorelle (n. 15, 16) fissa meglio che mai
il luogo della strage presso le mura di Tebe, in
una palestra simile a quella descritta da Ovidio. *)
Riguardo al colore osserviamo che il chitone è
rosso col collarino bordato di pavonazzo, l'hima-
tion pavonazzo, la carnagione rosea.

15. Altea Mobide in abito di coesa

Un fr. esibisce il petto non intero di una figura
muliebre sorella alla precedente ; cioè vestita dello
stesso chitone axiaróg attraversato dall' himation
da s. a d. Il seno essendo di grandezza quasi natu-
rale si può ascrivere ad una Mobide messa alla s.
di Apollo per far riscontro aU'Artemis saettante (?).
Del colore delle vesti non resta più alcun vestigio.

16. Altea Mobide in abito di coesa

Un fr. offre la coscia d. e l'anca di una figura
simile alle precedenti; l'himation celeste si vede

») L'himation portato nel modo suddetto pare un tratto
caratteristico del costume di corsa tebano. Diversa è la
disposizione dell'himation in due corritrici rappresentate
sopra un vaso ateniese del sec. VI(Welcker, AU.Denkm.III,
taf. XXII, 2. Le corritrici di Sparta (v. Becker, Gharikles,
2aed.p. 224 sqq.) descritte da Euripide (Andr. 588):yvfiyorai.
uijQoìg xcà nénloig àveipévoig non portano l'hhnation (cfr.
Plutarco, Comp. Lijcurg. c. N. 3) ed avevano solamente il
chitone oxiaróg affibbiato sopra ambedue le spalle (ècp
éxatsQov rmv ofuov Scliol. ad Eur. Hecub. 914). Anche le cor-
ritrici elee nello stadio di Olimpia sono descritte senza l'hi-
mation; esse, a differenza delle corritrici spartane, porta-
vano il chitone corto slacciato da una parte e mostravano
nudo il petto dal lato d. (Paus. V, 16,3). Uno splendido esem-
pio di una corritrice elea l'abbiamo nella cosidetta Vergine
del Museo Pio Clem. Ili, tav. 37, statua la quale nel tratto
corrisponde esattamente con la descrizione di Pausania,
1. e, e nello stile ben si collega strettamente con alcuno

cadere fluttuante sopra il chitone ùx^róg pavo-
nazzo (?). La coscia di questo fr. è di proporzioni
correlative al petto (n. 15), ma non congiunge dove
dovrebbe attaccare. Perciò il fr. fu da noi ascritto
a una terza Mobide vestita in abito di corsa co-
me le altre sue sorelle. Nel punto in cui la detta
coscia comincia ad esser nuda è tagliata obliqua-
mente in attacco col rilievo successivo. Nella com-
posizione questa figura veniva quindi ad incro-
ciare la sua gamba d. con la gamba s. della vi-
cina figura, muovendo largamente il passo.

17. Eeinne Tav. VI, 1

Uno dei pezzi meno danneggiati offre la figura
di una Erinne mancante della testa, del braccio d.
del piede s. e della parte inferiore della gamba d.
Insistendo sulla gamba d. e tenendo l'altra in ri-
poso sopra un rialzo del suolo, questa figura si
mostra nel costume tipico delle Erinni: col chi-
tone senza maniche sostenuto a diploidion da una
zona legata a due tiracche incrociantisi in mezzo
al seno; con l'himation puntato a s. sul petto,
girante intorno all'antibraccio s.; coi calzari da
caccia;8) con un'armilla serpentina al polso; con
la spada nella mano s. °)

La figura di un'Erinne nel frontone dei Niobidi
ha lo stesso senso come le Erinni ossia le Furie nei
rilievi delle urne etnische. Ivi ogni scena di strage,
di morte e di vendetta si vede presenziata dalle
immagini delle Erinni, vestite quasi sempre nel
proprio loro costume da caccia od amazzonico, con
le caratteristiche tiracche sul petto nudo, ora con
ali ed ora senza, spesso con l'attributo della spa-
da, spesso con la face e talvolta coi serpentelli
nelle mani; 7) tanto meno possiamo quindi ma-

teste riferite ad Olimpia in un recentissimo studio del
Kekule (Ardi. Zeit. 1883, p. 229 sqq.).

2) Descrivendo i certami erei, Pausania (VI, 16) rac-
conta che Cloris, sfuggita alla strage della sua famiglia
(cfr. Apollodoro III, 5, 6; Igin. Fab. 11) vinse in quei cer-
tami contendendo al corso con le donzelle d'Elide.

3) Visconti dovette egli stesso pensare a Cloris illu-
strando la statua della corritrice vaticana (Mus. Pio Clem.
Ili, p. 36).

*) Cfr. sopra p. 106, fig. 11.

s) Un avanzo del calzare può vedersi sotto il polpac-
cio della gamba s.

c) La lama della spada aderisce all'antibraccio; l'elsa
è rotta. Intorno al vestito e agli attributi delle Erinni
sui monumenti greci (per lo più vasi italioti) v. Rosem-
berg, Die Erinyen, Berlin 1874, p. 85.

') Nell'opera di Brunn, Urne Etrusdie, I, fra le Erinni
che meglio corrispondono con la nostra figura, posso ci-
 
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