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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Setti, Giovanni: Il linguaggio dell'uso comune presso Aristofane
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0135

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- 124 -

il vezzo di designar le persone con nomignoli o
soprannomi {imxXì'fiaig, naQm'vuim), oltreché era
necessità imposta dalla quantità di prenomi o
nomi uguali1)- L'aggiunta, per lo più contumeliosa,
è significata dall'articolo e dalla copulativa cui
segue il soprannome, o dalla semplice copulativa.
Nfix^Qarog NeixìjQaTov ó xal "0[iìpaXj.iog (C. I. Gr.
11° 2093); — AQxiófjUog 6 (Peoawg xal XoXXeCdi^
(C. I. Gr. n° 456). Antimaco negli Acarnesi è svilla-
neggiato col soprannome 6 ipaxàg (Àcarn. v. 1150);
nei Cavalieri Cleone con quello di ^vqdonwXrjg ò
IlaqXaywv (Cav. v. 136). Certo Cleocrito era chia-
mato o GxQovtìog per la somiglianza del suo volto
a questo uccello (Ucc. v. 876) ; come i figli di Car-
cino sono assomigliati a palei dal nomignolo di
G%QÓ§iXoi. La politica volubilità di Teramene, sì
bene rappresentata da Tucidide, gli aveva procurato
il soprannome di 6 Kódogvog (scoi. Ran. v. 967-970) ;
come la freddezza dei drammi di Teognide era %òv o%é<pavov.

caratterizzata dall'epiteto affibbiatogli di ò Xtwv

(scoi. Acarn. v. 138-140; Tesm. 170). Certo Pisan- L'ellissi or è di semplice parola; or della co-

dro baruffone e vile (g>iXo7tólspog xal no).saonoiòg, pula o del verbo di modo finito; e talora di un'in-
ÓEiXòg xal fityug) era stigmatizzato dal sopran- tera proposizione. Nel primo caso la mancanza
nome 6 òvoxivdwg (scoi. Pac. 394). Kanvovg erano dell'oggetto era surrogata dal gesto : questa lin-
detti impostori, come Prossenide (scoi. Vesp. 325 ; gua muta che ha tanta parte nel discorso vivo,
Ucc. 1126). Deridevasi la balbuzie di Alcibiade col e che è carattere così spiccato dei popoli meri-
soprannome o TQavXóg (scoi. Vesp. 44) ; e lo stesso dionali. Come ad esempio :

Cav.

V.

1005:

tìcìv Óè 7tsqì tov ;

Ucc.

V.

997 :

CÌ d si xig àvdoùiv :

Id.

V.

463.











Id.

V.

906:

tovtì tò TCQÙyilU TTOÒctTlÓv ;

Tesm.

V.

632 :

ravvi (lèv ijxovadg nvog Gv ;

Id.

V.

406:

tu XQcòiia xovvo fi ovx ccQtGxti i rjg

fr. 67:





[xÒQYjg.

w Zsv, tÒ %Qr)ua %i~g vsoXei'ag mg







[xaXór.

Acarn.

V.

1086

f!aói£s t'tqv xtoTrjv Xaflàv xcà vrjv









Id.

V.

1099:

aXag Ovuirag oiGe 7fcàxaìxQÓ[i(lvcc.

Id.

V.

1104 :

suol óè ràg (fdzrag ys <fSQs xcà







[tàg xi%Xocg.

Ucc.

V.

850:

ned Tra?, tòv xavovv aìgsads xcà







\tì]v %bQVl[3«.

Nub.







Acarn. v. 317. 318 (vulg.) :

Aristofane per la sua calvizie era chiamato 6 g>a-

XuxQÓg (ved. Bwycjctcpi'ai ed. Meineke). Il vezzo, come

, n , -, . ,, „ xav ys ut] Xt'yco ói'xata ur,ót i<ò ttXì.Osi doxol,

e naturale supporlo, si tramanda per tutta la co- c , \ , , j ,

,. -, . , ,, , n, vtcsq èmh'ìvov OsXr.auì rivd ì'ymv sycò Xsysiv.

media mezzana e nova : ed e noto 1 oratore Cai- s ' ' • A ' '

limedone pel soprannome di " Locusta o granchio „ ove il vqvde riceveva nell'azione la determinazione

(o K<xQa(ìog) che gii vien dato in un dramma di sua dai gesto, con che Diceopoli toccavasi il capo

Antifane. (sott. xscpaXyv).

Meglio riscontransi peculiarità proprie d'ogni Acarn. v. 465 : Euripide, dando la pentolina a

linguaggio volgare nelle inversioni, .nelle ellissi e Diceopoli, soggiunge :

nelle ridondanze od iperboli, nell'uso delle forinole

di convenienze, nei pleonasmi ed epifonemi. È in- amWs xavxr^vi Xafiwr..........

teressante uno studio delle forme colle quali si fl 1q ^ ^ %hqc(V La stegsa
svolge il dialogo familiare. In certe inversioni ef- foimQ]& pistetero neiraccommiatare il mi-
ficacissime, nei turbamenti che spesso rompono sero pQeta cui h& regaMo ^ stracdata (Ucc.
l'andamento regolare del discorso, nel calor del- y ^ Singolarissimo è fl caso in cui u gesto sup.
l'azione chi volesse veder soltanto gli effetti delle pUgce affattQ la tanto che noi la dobbia.
esigenze metriche, paleserebbe un ben meschino mQ immaginare. Che fedelta di riproduzione reali-
concetto dell'arte d'un grande poeta, e discono- stiCa! Naturalmente essa era semplice, vale a dire
scerebbe tratti d'una bellezza e verità tutta na- affermativa 0 negativa, e nell'azione era signifi-
turale. Si esaminino i seguenti esempì: cata col cenno del capo.

-- Acarn. v. 113. 114. Diceopoli chiede ai legati:

i) Ofr. Marquardt-Mommsen, Handbuch d. róm. AUerth. ^ t - • V

VII 1 pag. 19. 26. (icc<f$XsVQ 6 /it'yccg t^ùv ccTTOTTt'uxpfi xqvgìov ;
 
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