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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Setti, Giovanni: Il linguaggio dell'uso comune presso Aristofane
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0139

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la gente, e di provvedere a che d'ora innanzi non sua forma speciale ed al suo particolar contenuto :
sieno favoriti dalla fortuna se non gli uomini probi, e talora è anche introdotto nel testo da una for-
capaci e modesti. mola che lo rivela: xal XéyovGi nàvxsg (Plut. v. 203;

Ucc. 600) 0 xal Xt'ysTai yàq xovtoyi (Vesp. V. 781),

BA. ti Gv Xe'ysig; ,

a , ,, , , , rriv naqoiuiav è inalveò

ovtco Ttavv noXXa xsxXocpag;

o più chiaramente ancora:

Tljv TZCCQOljlkl

rrjV naXaiàv'

(Tesm. v. 528).

XP. oif.101 tcòv xaxcòv,

dnoXsìg.

BA. gv nèv ovv Geavróv, wg / s/.iol óoxeìg. Gli scoliasti poi li designano coli' espressione espli-

XP. ov dfjx\ ènei ròv UXovrov co (io%67jqè Gv cita rj yàq naqoifùa ìgtì 0 altra simile, e li illustrano

ì'xio. e li raccolgono. Imagini e riflessioni non sono tratte
BA. gv nlovrov; noiov; solamente dall'osservazione degli atti umani, ma
XP. avTÒv ròv 6sóv. più spesso dalle tradizioni e consuetudini della vita
BA. xul noi 'gtiv; morale e religiosa: per noi quindi doppiamente si-
XP. è'vóov. gnificanti. La celebrità del miele attico dette mo-
BA. nov; tivo a foggiare un tennine di paragone col quale
XP. naq suoi. denotare il grado sommo della squisitezza: coGnsq
BA. naqà Gol; 'Avcixòg fiéXig (Tesm. v. 1192). Lo stesso valore aveva
XP. nàvv. la frase iperbolica yàXa òqviOcov (Vesp. v. 508;
BA. ovx ig xÓQaxccg; nXovxog naqà goC; Ucc. 734. 1673). L'uso di incominciare le solen-
XP. vi] xovg dsovg. nità religiose co'sacrifizi a Vesta produsse l'espres-
BA. Xs'yscg dXrjOrj; sione àip cEa%iag àqxóixsvog ad indicare il principio
XP. <prt}u. d'un' azione (Vesp. v. 846) ; simile nel significato
BA. nqòg %ì]g EGtiag; all'altra ànò fìaXfiiówv tratta dai giuochi delle corse
XP. vt] ròv IIoGsiòtò. (Vesp. v. 548) : (cfr. il detto latino " ah oro „ deri-
BA. tóv daXaTTiov Xéytig; vato dagli usi del convito). Novellette campestri o
XP. d ò'sGtiv exeqóg %ig noGsiócòv, %òv eteqov. aneddoti curiosi occasionarono i modi di dire: r] %à-
BA. sfa' ov óianéfineig xal nqòg tjfiàg tovg cpiXovg; qa'§ i'^ìjnàt^Gsv %v]v à\uneXov a denotare la trista
XP. ovx ì'gti nco %à nqày\ia% èv romeo, ricompensa'che talora il benefattore ritrae dal be-
BA. . ti g>rjg; lieficato (Vesp. V. 1291); e l'àn òvov xaransGah1,

ov rcò [isTaóovvai; rivolto contro gli inetti che neppur sanno stare a

XP. [ià Jia. dei yàq noèta cavallo d'un asino (Nub. v. 1273). Le tradizioni mi-

BA. %i; tologiche che celebravano l'acutezza portentosa

XP. fiXéxpai noifjGai vw della vista di Linceo e la circospetta sorveglianza

BA. riva pXéyjai; (poàtfor. del re Mida furono utilizzate nelle locuzioni ò'§vrsqog

XP. ròv TIXovtov coGnsq nqórsqov évi yé reo rqònm. rov Avyxéccg (Plut. V. 210 e scoi.) e rà Mióov iota

BA. rvcpXòg yàq ovxwg ìgii; (Plut. v. 287 e scoi.), le quali nella stessa significa-

XP. vr] ròv ovqavóv. zione sono ancora in uso presso di noi. Contro i

BA. ovx iròg àq mg s/,1 rjXOev ovóencónote. meticolosi ed i timidi USavasi la frase Gxvrrj §Xé-

XP. àXX' rjv dsol OaXcoGi, vvv depilerai, nsiv (Vesp. v. 643 ; Eupol. fr. 282) ; contro quelli

.............(v. 388-405). „ che per cose di nulla si dànno una grande briga

l'altra neql òvov Gxiàg [,ià%eadai. A stigmatizzare

È noto, come il proverbio sia la scienza o la l'ignavia che producono il lusso e le ricchezze chia-

filosofia del popolo. Il popolo attico, così fino ed mavasi deiXórarov ròv nXovxov (Plut. v. 203). L'in-

arguto, spargeva di motti e di sentenze il favellar successo d' un tentativo fu reso benissimo dal-

suo, conferendogli così vigoria e colorito poetico l'imagine dell'amo che vien su dall'acqua senza

ed un certo sapor acre di arguzia e di ironia. Ce preda :
ne testimonia il dialogo aristofanesco, sentenzioso

e vivace. Il proverbio (naqoijxia) si riconosce alla avrrj [xhv y iiìjqivtìog ovóèv eGnaGs.
 
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