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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizione Cretese scoperta in Venezia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0160

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l'aggiunta di tsqà voluta da B. alla quale potrebbe
anche rinunciarsi.

1. 45-46. El ós xi xaì óó£ì] xaXg TtóXsdì [fiwXsv-
Gapévatg XQrjtìiixov Xi&oi imyqàxpai è'voivov xaì evoq-
xov rjfisv, o xi d' àv x igiXoisv, rj firj imyqàxpaiEV,
firjrs svoqxov iirjTe l'votvov]. Ch. A questa restitu-
zione sua congetturale il Ch. aggiunge in nota la
lezione del foglio veneto: KOAEYZAIENAIZI-
MONESenNEnirPAMJAIOTIAANKEZEA0 -
lENMHTEENOPKONMHTEENOINONMHEni-
rPA^IENOINONKAlENOPKONEIMEN. È un
tal caos di lettere lette male, di lacune saltate,
di parole spostate che poco se ne può ricavare
per i supplementi e anche per la lezione ; il mar-
mo è molto sciupato in questo luogo e le lettere
logore e mutile presentano in più parti non poca
incertezza. Ho restituito la lezione quanto ho me-
glio potuto fedelmente, d'accordo cogli accenni del
marmo. Del resto, il senso è chiaro ed abbiamo
qui una formola assai comune in queste iscrizioni
cretesi ed in altre, più o meno identica nel senso
benché varia nell'espressione. BwXovawvxai, come
sopra, 1. 3 EXoixnvi'w, e come in C. 48, 1. 56 i£o-
dovaavxsg e 1. 74 §o)Xovo[iivaig.

1. 46-48. 'Avayoàipai Sh xàv Gvvd-rjxav xavxav [ig
Xì&ov] xàv &é\iev éxàxsqoi iv xà lòia. nóXsi, oi óè
Aàxioi iv xoì vaoì IIoGEidàvog xaì 'OXóvxtoi iv xoj
ìsqoì %w Zrtvòg xoì TaXXai'w. Ch. È una mal co-
struita restituzione di Ch. in più parti arbitraria,
particolarmente in quel Hocrsiòcòvog a cui non so
quali errori del . foglio veneto potessero condurlo.
Il tempio di Eleuthyia in Latos è menzionato in
due dei decreti di Teos (C. 54, 59) ; ma di questi
il Ch. non conosceva che un solo e incompleta-
mente. Con questa si accorda pur l'altra iscri-
zione Bull. d. Corr. Hell. Ili, 293. Da una nota
del Ch. sappiamo che il foglio veneto aveva
E N OIN O N dopo ovv&rjxav xavxav da lui corretto in
èg Xid-ov. Era dunque scritto TAYTANENOINON
invece di ig cxàXav Xi&ivav, forse per lacuna mal
supplita e lettere malamente lette o infedelmente
riferite.

1. 48-50. Qéjiev óè xaì àXXav GxàXav [xotvà] [lèv iv
KvoxfoJ iv xoì ìeqm xà 'AnóXXwvog xà JsX(pivi'co xaì xàv

6vvd-r<xav — iv èxaxiqa rcóXsi iv xoì isqoì xàg____

(flANTOriON Sic prò navdóxiov) xwv ÓQaTtexi-
xcòv au>nàxon'. Ch. L'aggiunta di Ch. xoivà non è

') Mal può credersi che nuvlóyiov equivalga a ciò che
nella iscrizione di Andania è chiamato (pvyi/xov, come ha

indispensabile e mi pare renda la riga troppo più
lunga delle vicine. Leggiamo qui JsXcpidi'w come nel-
l'altra iscrizione sopra citata Bull. d. corresp. ecc.
1. 12; l'iscrizione di Dreros (C. 38) ha però JeX-
(fhiov. Ho cambiato l'iv èxaxsQa. rtóXsi che è forse
di Ch., perchè troppo lungo per la lacuna, in éxa-
xe'Qog. Il riANTOTION del foglio veneto, cambiato
da Ch. in un incredibile navdóxiov fu dal B. cor-
retto in navXòyiov, vocabolo di qui passato nei
lessici. Ma nè s'intende che cosa mai poteva es-
sere un pubblico luogo di riunione degli schiavi
fuggitivi, 0 nè perchè mai appunto in quel luogo si
dovesse deporre il trattato fra le due città. Del
resto il marmo oggi ci dice che quel riANTOriON
è una delle tante lezioni fantastiche del foglio ve-
neto. Le lettere SIN sono chiarissime e quelle che
le precedono benché molto consunte pur si vede
non poter essere in alcuna maniera TI ma piutto-
sto O A. D'accordo con queste tracce e con quanto
mi sembra richieda il senso, ho supplito fisxà (o,
se meglio piaccia, TtXrjdìov) xàv <rvfi,^]óXav. Qui
avufioXov sarebbe adoperato nel suo significato di
segno di riconoscimento e indicherebbe quegli av-
visi che si pubblicavano dai padroni degli schiavi
fuggitivi dandone i connotati e promettendo ri-
compensa a chi li riconducesse, qual' è quello pub-
blicato da Letronne nell'Aristofane di Didot e poi
in Notices et extraits etc. XVIII, p. 177 sgg. Non
è strano che il luogo destinato a tal pubblicità
fosse un tempio e probabilmente il pronaos di
questo. Si dovrebbe dunque intendere che oltre
alle tre stele monumentali già nominate7 l'origi-
nale della (Svv&rixrj (forse iv nivaxi 0 sìg Xsvxcofia?)
fosse deposto nelle due città nel luogo comune-
mente usato per la pubblicità ordinaria.

Ho supplito qui cercando di fare la minor violenza
possibile ai dati che ci vengono tramandati per
questo testo ; nel senso generale non trovo diffi-
coltà, poiché la distinzione fra le copie monumen-
tali e il documento originale e le disposizioni per
la conservazione di quelle e di questo, oltre che
sono ben naturali, trovansi pure in altre epigrafi ;
e si può anche arrivare a credere che nel nostro
caso l'originale fosse doppio. Ma che nelle due città
esistesse un tempio di Athena è cosa per me assai
peggio che dubbia dacché non trovo il nome di
questa divinità nella formola del giuramento, men-

pensato Egger, op. cit. p. 128 e con lui Wallon, Hist. de
l'esclavage dans l'antiquité I, p. 311.

Museo italiano di antichità classica. — Voi. I. Punt. II.

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