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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0207

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Il calco alla lin. 7, col. I, mostra probabili tracce
anche del primo T, per cui aiutato dalla copia del
C. I. Gr. credo giusto il supplemento (Di'ttwv.

Col. IL Lin. 2: la restituzione è del Keil: il pa-
tronimico, clie manca a tutti gli altri nomi, si può
spiegare coll'ammettere un omonimo nella parte
perduta del catalogo. Lin. 6: il Boeckh supplisce
0[€oxXs]iórjg, il Keil &[eoTQscp]i'àì]c, ma nè l'una
nè l'altra delle due forme credo accettabile, perchè
fra il O e 1' I non v'ha posto per più di quattro
lettere a meno che una o due di esse non siano I ed
inoltre il calco dà all'ultimo posto una traccia

che pare di M----MIAH^. Lin. 7: il calco dà

un leggiero vestigio di A tra il N e il T. Lin. 9:
la forma EYKOIH^ è abbastanza chiara sulla
pietra e sul calco. Anche l'Ey. Aq%. dà EYKOIIS.
La forma Eln[é]aq invece della comune 'EXm'ag la
credo certa. Anche 1"e<j>. 'Aq%.: AHPEAS.

In questa epigrafe, che per la forma delle let-
tere non può spettare ad un'epoca molto discosta
da quella della legge sui funerali e della stela di
Poiessa, la regola sul vocalismo è seguita senza
eccezione.l) Per dare solo gli esempi certi abbia-
mo: Col. L: As(ùv]idV\g (1. 4), 3svo]xQ<xrEg (1. 6),

m&siWg (1. 10), KXevoyavEg (1. 11), . . . MvEg
(1. 15). Col. II: 0 . . . . (ÓHg (1. 6), 'Ov[a]yHg (1. 7),
EvxoMg (1. 9), HyEatxXEg (1. 15), <I)]iXoxXE[g (1. 19).

Sì questa iscrizione come la stela di Poiessa
insieme colla legge sui funerali e le altre piccole
iscrizioni votive date dal Kòhler devono appar^
tenere a quel medesimo periodo che precede l'ac-
cettazione dell'ortografìa e del dialetto attico nel-
l'isola, avvenuta nella-prima metà del IV secolo.
Tutti i criteri adoperati dal Kòhler per fissare
l'epoca della legge di Iulis2) sono applicabili an-
che alle nostre due, la prima delle quali, quella di
Poiessa, offrendo oltre che nella forma delle let-
tere anche nella struttura concettosa un carattere
particolare di antichità, non dev' essere certamente
posteriore alla seconda metà del V secolo a. C.

3. Frammento di pietra locale schistosa di co-
lore oscuro, murata nell'interno della stalla del
contadino Nix. IlaovQì] nella parte superiore della
valle' di Poiessa. Altezza 0,18m; lunghezza mas-
sima 0,60m. Caratteri grandi, ma poco visibili, per-
chè incisi non molto profondamente e pel colore, la
porosità e l'ineguaglianza della pietra. La scrittura
va da destra a sinistra. Altezza delle lettere:
I lin. 0,05m-0,06m (l'o più piccolo) ; II lin. il v 0,04m,
l'i 0,05, il x 0,06m. - Copia e calco.

Linea 1. La prima lettera pare V sulla pietra,
ma vi si scorge un leggiero tratto a destra ; il calco
mostra con abbastanza chiarezza un v. Prima di
questo v a destra è la traccia di un'asta ( I ?), ma
molto incerta, ed accresce il dubbio la breve di-
stanza a cui è posta dal v rispetto alla distanza
reciproca delle altre lettere. La penultima lettera
a sinistra pare certo A: probabilmente il tratto
traversale dev'essere difetto della pietra. L'ul-
timo E non è molto chiaro. In fine di linea in alto
appare un piccolo segno, il quale sembra piuttosto
vizio della pietra che parte d'altra lettera.

*) Nel solo 4iMTQéq>Es (lin. 12) vi può essere un dubbio,
perchè sì la pietra che il calco pare'diano h. L'antica

copia del C. I. Gr. però ed anche quella del Boss hanno E.
2) Mittheilungen d. d. Ardi. Inst. I, p. 147-148.
 
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