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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0212

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- 201 -

La mia lozione è

Mi'xov K(q)vvixoq àv(f)&r)<iav

L'ommissione del xaC fra due nomi non è un
caso nuovo. Anche l'epigrafe beotica arcaica n. 129
del Rohl [I. Gr.antiq.) ci dà similmente: Hxatwv
MicGtoq àvé&sav laptjvfy. Ved. anche il n.° 358
del nuovo C. I. Gr. Voi. I.

Il nome Kqvvixoq è nuovo nè la sua derivazione
è chiara. Kovvixoq sarebbe anche più strano e forse
rigettabile per motivi ortografici.

La forma delle lettere non presenta nulla di
singolare. Il x, che con poca varietà ricorre anche
nel frammento arcaico di Poiessa, n. 3, mancava
finora alla tavola dell'antico alfabeto di Keos data
dal Kirchhoff. ') Non molto dissimile ricorre però
in un nesso nell'iscrizione d'Alkidamas2) nota da
molto tempo, ma non mai ben copiata, la quale
è stata fin oggi l'unica fonte sull'alfabeto di Keos;
fonte che forse è fallace, perchè la nuova lezione
alla lin. 2 fa nascere il dubbio che, quantunque
scritta od esposta in Keos, presenti l'alfabeto di
Siphnos. L'iscriz. è pubblicata dal Prof. Comparetti
in questa stessa puntata del Museo. Il d- ha il punto
e non la croce, com'era stato congetturato dal
Kirchhoff (1. c.) ma può darsi benissimo che esi-
stessero ambedue i segni.

La particolarità più spiccante dell'iscrizione è
l'ortografia della forma àv(rj)&rjffar, in cui l'H è
certo nel secondo posto, probabilissimo nel primo.

Questo vocalismo che ripugna a tutte le regole
ha esso un fondamento o risulta da un errore
dell'artefice? È innegabile che la regola sull'uso
•dell'E e dell'H nella scrittura cea non doveva
essere la più facile per uno scalpellino non ver-
sato nella grammatica ; ma un simile uso dell' H
in luogo dell'e si riscontra — benché isolato —
anche in due luoghi della iscrizione arcaica di
Naxos n. 407 del Rohl: AEINOAIKBO (Jeiro-
ótxso)) ed Ar-BO!^ (àX(X)écav). Il Dittenberger »)
ha cercato di spiegare anche questo fenomeno col-
l'ammettere che nell'alfabeto di Naxos la diffe-
renza fra l'B e l'È non abbia per base la quan-
tità della vocale ma solo la qualità; ossia che
Ve breve o lungo che corrisponde ad un a breve
o lunga dei dialetti non ionici sia dato da B, l'è

breve o lungo che corrisponde all'è comune- negli
altri dialetti sia dato da, E.

Neil' dv(i])d-r}Gav che abbiamo sott' occhio si ve-
rifica perfettamente il contrario e solo scoperte
ulteriori potranno recarne la soluzione.

11. Lastra di marmo bianco-grigio frammentata
in alto, in basso e a sinistra, trovata sotto l'Acro-
poli di Iulis. È in casa del signor Manthos in Tzià.
— Altezza mass. 0,40m. Largh. mass. 0,30™ Ca-
ratteri ben impressi e regolari alti da 0,007m a
0,008m. Il ed il a hanno i tratti estremi leg-
germente divergenti, il v una piccola tendenza
ad accorciare ed innalzare il lato destro. L'o ed
il # sono un poco più piccoli delle altre lettere.
Copia e calco.

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La parte perduta di questo documento è troppo
grande perchè si possa tentare di restituirla. Mi
limito quindi a darne la trascrizione coll'aggiunta
di quei pochi supplementi che sono certi o più
probabili.

') Studien zur Geschichte des griecfiischen Alpliabets
Tav. I, XEP».

') Rohl, I. Gr. Aut. 393.
') Hermes XV, p. 229.
 
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