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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0219
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- 207 -

16. Lastra di marmo variegato frammentata in
basso e a sinistra. Altezza mass. 0,68m. Lunghezza
mass. 0,88m. Lettere regolari alte 0,035™ ed ornate
di piccoli apici. È murata nel cortile della casa del
signor Phokàs sull'acropoli di Iulis (Kastron).

OAHMOSOlOYAlHTfìN

0EAI
4HISfìTEIPAI

cO] óf^iog 6 'iovhijTcòv
Osci

I

18. Stela frammentata di marmo tenio mancante
della parte superiore e di una delle due facce late-
rali trovata nelle rovine del tempio d'Apollo in
Karthea e portata nella Dimarchia di Tzià ove at-
tualmente si conserva. Altezza mass. 0,89m. Lar-
ghezza alla base delle due facce maggiori 0,38m.
Larghezza della faccia laterale 0,16m. I caratteri
sono di varie mani e di diversa forma e grandezza:
chiari e regolari nella colonna laterale (0,006™) e
nella prima metà della principale B (0,006m —
0,008m — 0,01m), meno accurati nella seconda parte
della colonna C (0,005™ - 0,013m), fitti e minuti
nell'ultima metà della faccia B (0,006™ - 0,005™ -
0,003™). L'O ed il O sono in generale più piccoli
delle altre lettere, l'fìè piuttosto aperto, il a in al-
cune scritture è ^, in altre T. Oltre la mia copia
ed un calco poco riuscito della seconda metà della
colonna B ho avuto anche una copia incompleta
dal signor Manthos.

Di questa grande epigrafe solo la parte rimasta
della faccia laterale è quasi in perfetto stato di
conservazione, le due principali, di gran lunga più
importanti per la varietà degli articoli che con-
tengono, sono, parte per la frammentazione che
ci ha privati di una buona metà delle linee, parte
per il guasto della pietra, in tali condizioni da

») V. Eckol, Doct. Num. Vet. (Ed. II) VI, p. 396-398.
s) Questa ò la ragiono por la quale non dò che pochis-

17. Piccola base di marmo pentelico nelle ro-
vine della chiesa rfjg Ayi'ag naQuaxsvfiq in Tzià.
Sulla superficie porta le vestigia della statua. Let-
tere di forma poco accurata alte 0,014™. Copia del
signor Manthos riveduta sub" originale.

AYTOKPATOPAAOMITIA
NONKAISAPASEBA^TON
rjPMANIKON

AvTOXQU'COQCt Jo\llXlU-

vòv Kaiaaqa ^sfiaGròv
r[e](>navixóv.

Domiziano ebbe il titolo di Germanico alla fine
dell'836 di Roma (83 d. C.) od al principio del-
l'837 (84 d. C.) dopo la vana spedizione contro i
Chatti. 0 La composizione dell'epigrafe sta dunque
fra l'anno 84 ed il 96.

rendere la lettura estremamente difficile in alcuni
punti, in altri assai incerta. La colonna B dopo
la linea 24 fino alla fine, assai consumata, specie
nella parte destra, è coperta da una dura incro-
stazione calcarea prodotta forse da stillicidio che,
con molta cautela, ho solo potuto levare parzial-
mente mediante acido solforico diluito, ma senza
grande risultato. Lo spazio sottostante poi è pieno
di erasioni le quali sono qua e là riempite di nuova
scrittura e lasciano scorgere al di sotto o fra le
righe tracce d'altre lettere: nessuna linea prima
della penultima è leggibile completamente. Non
meno guasto nò più leggibile è il principio della co-
lonna G dove la pietra è pure logora ed incavata
alla destra delle linee 1-14 ed alquanto scrostata
e corrosa fra le linee 15 e 21. Questi due sono i
luoghi in cui non posso assicurare l'esattezza del
testo.

Un tale stato del monumento da una parte e
dall' altra la mancanza di iscrizioni congeneri per
l'isola di Keos privandoci di ogni termine di con-
fronto rendono difficile l'interpretazione di
alcuni particolari pur interessanti, limitano od in-
tercettano i supplementi e non ci permettono di
scostarci di molto dal campo delle congetture.2)
La parte numerica è quasi tutta perduta.

simi supplementi nella trascrizione, riserbandomi a pro-
porne alcuni noi commento.
 
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