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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0227

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- 215 -

sotte anni, forse alquanto maggioro, perchè non
sappiamo se questi arconti si sieno seguiti l'uno
all'altro senza interruzione o se nel tempo che
può intercedere fra alcuni di essi altri ancora sieno
stati al governo. Fra tutti questi prestiti solo l'am-
montare dell'ultimo e del penultimo sono intiera-
mente conservati: 1959 dramme e 3 oboli e 130
dramme. Il maggiore par fatto appunto nell'anno
dell'arconte Sokritos in cui la città attinge tre
volte alla cassa del santuario, cioè le due somme
in discorso più una precedente non minore di
dramme 2300.

La linea 21 ci presenta un caso molto curioso,
vale a dire il prestito d'una somma fra le 12 e
le 14 dramme, ad ogni modo minore di 15. Sa-
rebbe ridicolo il pensare che Karthea fosse arri-
vata in condizioni finanziarie così deplorevoli da
aver bisogno di 12 dramme e che una banca quale
poteva essere rappresentata dal tempio di Apollo
le avesse prestate. Probabilmente qui si tratta di
qualche interesse o residuo d'interesse scaduto e
non pagato e perciò scritto a conto di capitale,
oppure — e preferibilmente — di uno sbaglio com-
messo neh'annotare la somma superiore e corretto
coli'aggiunta della parte omessa. Favorisce questa
seconda ipotesi il nome dello stesso arconte — Kal-
lippos — segnato accanto ad ambidue le somme.
Lo scalpellino forse non volle guastare con un' era-
sione questo bello e simmetrico gruppo di scrit-
tura ; e può pur darsi che a scanso di errori e di
abusi fosse vietato di scrivere sopra rasura l'am-
montare di denari in generale, specialmente poi
se prestati od altrimenti messi in circolazione.1)

Fra le linee 24 e 25 è uno spazio vuoto di circa
due righe. Le rare e leggiere tracce di lettere che
pare di scorgervi non permettono di dire con tutta
certezza se originariamente fosse o non fosse riem-
pito di scrittura. Da qui in giù fino alle ultime
linee la lettura è disperata. Come ho accennato di
sopra, il solo che si può dire con sicurezza si è che
abbiamo sott'occhio un articolo dello stesso ge-
nere del primo, abbracciante un periodo di tempo
non determinabile e composto probabilmente per
opera di più mani. I capitoli sono disposti a due

*) Se si trattasse d'una somma a parte potremmo
aspettarci il modo xcd erepof che appare due linee più
sotto; giacché non credo si tratti di due arconti diversi
di egual nomo, nò d'un arconte rieletto. In questo se-
condo caso l'epoca del prestito (dalla quale naturalmente

per rigo come si vede specialmente dalle lin. 54,
57, 58, 59. La GÌ ne contiene uno solo e l'ultimo
di tutti è diviso in due linee (62-63) lasciando in
bianco lo spazio che è a destra.

La lin. 25 pare racchiuda il titolo dell'articolo
il quale conformemente al tenore dell'intestazione
vorrebbe essere stato (li^iaxa) S-£o[§sviaxcòv xcd
daxlrjmaxtov od una espressione consimile.

Delle particplarità non noterò se non l'ethnikon
2sXivovvTio[g o 2elivovvTio[t, (1. 41) che sembra ag-
giunto in rasura a qualche nome precedente o ad
alcuni dei seguenti pure scritti sopra uno spazio
apparentemente eraso fino alla lin. 44 e con pic-
colissimi caratteri perchè vi capiscano. Può essere
si tratti di forestieri con diritto di syxxrfiiq. Nel
nesso di lettere AIAYAON^ alla lin. 44 è inu-
tile avvertire che non è questione di giuochi ; esso
deve nascondere puramente il nome d'una località.

Il principio della facciata C presenta il fram-
mento d'un eguale articolo il quale cominciava a
capo della stela come si può vedere dalla copia
del Bròndsted nel C. I. Gr. n. 2362 e non è che
una continuazione dei precedenti.

Alla lin. 13 pare registrato un xecpulaiov par-
ziale 2) e dopo le poche lettere inintelligibili della

lin. 14 una somma complessiva ([xscpdkmov.....}v

Ttàvtwv) di 22,149 dramme e 5 oboli, molto grande
invero perchè si possa credere composta dalle sole
decime notate nella stela — comprendansi pure
anche le perdute — e che porterebbe a supporre
essere in essa contenuto eziandio il fondo preesi-
stente nella delle Theoxenie e delle Askle-
piee. Del resto non dobbiamo dimenticare che alla
stela manca un'intiera colonna laterale e non siamo
sicuri che essa contenesse come l'altra una lista
di corone piuttosto che un registro di proventi
d'altra specie.

Di feste Theoxenie ed Asklepiee per l'isola di
Keos non avevamo fin qui alcuna notizia. Le pri-
me, proprie sopratutto alla religione apollinea, si
rannodano evidentemente alle Pythie di Karthea,
abbastanza note pel racconto di Hermochares e Kte-
sylla nelle Metamorfosi di Antonino Liberale 3) e
perchè collegate colla storia della carriera poetica

dovevano decorrere gli interessi) non sarebbe fissata ab-
bastanza esattamente.

2) KecpdXaiov rdHv eìouQax&éi']Tu>}>'>

MsTcìixoQtpmasojy awayuìyrj- a Kr^avllcc. a p. 5-6 del-
l' ediz. del Koch. Lipsia, 1832.
 
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