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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Varietà epigrafiche: [Keos, Amorgos, iscrizioni di Vasi]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0244

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- 232 -

Vaso del Museo di Monaco; Iahn Beschreib.
n. 410 B, de Witte Cat. étr. 110, Gerhard Auser-
les. Vaseribild. 168, Welcker Alte Denkmdl. Ili,
p. 352, Panofka Berichte d. Beri. Akacl. 1848,
p. 90 sgg., C. I. Gr. 7737.

Due donne in atteggiamento eli vivace corsa ;
dietro ad esse un uomo in piedi barbato, amman-
tato, appoggiato ad un bastone solleva la destra
in atto di ammirazione. Per più minuti particolari
veggasi la descrizione di Iahn, che è la migliore.

Dietro all'uomo sta scritto:

+AIPE+OH*EV*

Fra l'uomo e la prima delle donne:

ANTIOPE! A

Dinanzi all'altra donna:

EIAONOEMEN

Inutile riferire qui le varie interpretazioni, assai
bizzarre, che furono tentate, singolarmente dell'ul-

II.

tima linea, dai varii dotti sopra rammentati. Giu-
stamente Iahn (Beschr. p. CXIII) non ha potuto
approvarne alcuna.

È pur singolare che tanti valenti uomini non
si siano accorti che le tre righe costituiscono una
sola frase perfettamente greca e intelligibile e
d'accordo'colla rappresentanza

XuiQei ®rj(Ssvg 'AvTionsia lócòv ^fjfisv

cioè " si allieta Teseo di Antiope vedendola cor-
rere, „ Accidentale o dovuto a svista è il tratto
che fa parer x il secondo i di xai'Q£l- È omesso,
come sovente, l'jota finale in 'Avrioneìa. E!AON
è scritto per FI AON. Nulla di nuovo c' è in S-fjfisv
(d-se/xsv), forma dorica per d-ésiv, &sìv.

Siamo troppo all' oscuro sui fatti narrati nelle
antiche opere poetiche oggi perdute circa Teseo
e le Amazoni per poter determinare a qual mo-
mento e a quale delle varie versioni di quella
leggenda la rappresentanza si riferisca. Klùgmann
Die Amazonen ecc. p. 7, non parla correttamente
di questo vaso.

III.

Nel Museo del Ministero dei Culti in Atene.
Trovato in Corinto. Ved. Salinas Arch. Anz. 1863,
p. 120* p. 234*, Benndorf Gr. u. Sicil. Vasenbil-
der, tav. XXX, 11, p. 54.

È una coppa a manichi (lepaste ?) senza pitture.
Sull'orlo esterno corre l'iscrizione; da un lato:

EA+SEKIASEPOIE5EN

dall' altro :

ENEOINOIOIEN

Benndorf dichiara quest'ultima parte inintelligi-
bile e semplice scrittura d'ornamento. Si deve
leggere :

'E^rjxiuq sTXOÙjdsv èv rj otvo[v] i'oisv

cioè " Exekias fecit in qua vinum fundant „ Nella
prima parte c' è un A di più ; nella seconda un N
ed un I di meno. L'ottat. l'otfu è men comune, ma
già noto neh' uso attico nel composto à(pir](u. Si
vede che il nome del vaso era femminile.

D. Compabetti.
 
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