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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizioni arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0246

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- 234 -

dell'autorità potrebbero portare alla scoperta di
questi due muri forse assai lunghi e coperti da
lunghe ed importanti iscrizioni. „

Quando ciò scriveva, l'Halbherr aveva già lasciato
quella località e trovavasi a Candia, io mi trovava
viaggiando in Finlandia e la sua lettera giunse in mie
mani con grande ritardo; scrissi subito invitando
l'Halbherr a tornare sul luogo, ponendo a sua dispo-
sizione tutti quei mezzi che mi parevano oppor-
tuni a persuadere quella gente a lasciar continuare
lo scavo ; ma questa mia lettera arrivò troppo tardi.
Nel frattempo il D.r Halbherr erasi incontrato a
Candia (HquxXsiov) col D.1' Fabricius che veniva
dalle provincie occidentali dell'isola ed era appunto
allora diretto a Messarà (Gortyna) ; egli trovavasi
a Creta con missione archeologico-epigrafica del-
l'Istituto archeologico germanico di Atene. L'Halb-
herr parlò con lui della cosa e s'intesero amichevol-
mente acciò nell'interesse della scienza si tentasse
da lui nuovamente se fosse possibile vincere le dif-
ficoltà e ottenere di completare la bella scoperta.
Con tale impegno, fornito dall'Halbherr di tutte
le notizie e istruzioni relative, il D.r Fabricius si
recò sul luogo e tanto fece che dopo 17 giorni di
lavoro faticoso e reso più arduo da tutte le dif-
ficoltà delle burrasche autunnali e dal malvolere
e dalla cupidigia degli uomini, riuscì a scavare l'in-
tiera iscrizione, la quale sotto il terreno del campo
conservavasi completa. Così siamo in possesso di
questa grande, di gran lunga la più grande e ben
conservata fra tutte le iscrizioni arcaiche greche,
conquistata a dispetto di difficoltà ed opposizioni
che per ambedue gli scopritori arrivarono fino alle
più grossolane minacce. Del molto zelo e dei nobili
sforzi così ben coronati la scienza sarà loro rico-
noscente. Secondo gli accordi presi si scambiarono
poi i disegni della parte da ciascuno scoperta e
l'Halbherr a me comunicò la copia da lui colla so-
lita diligenza eseguita di tutta intiera l'iscrizione,
lasciandomi la cura di pubblicarla. Così i lettori
intenderanno facilmente perchè questa grande no-
vità epigrafica venga contemporaneamente posta
a luce da me in questo Mtiseo, dal D.r Fabricius
nelle Mittheihmgen dell'Istituto archeologico ger-
manico di Atene.

Sulla località ove fu trovata questa iscrizione
ecco quanto scrive l'Halbherr: " Questo muro è a
pochi passi dal molino di MavóXiqq 'HXidxrjg e Jla-
vaywilrfi Kovqiòàxrfi, ed alla sinistra del canale
che esce dal molino per dirigersi nella campagna

verso Mitropolis, entra nel campo di quest'ultimo
e da questo passa nel campo di Mav. 'HXidxrjg età;
ma tali particolarità saranno chiarite dalla pianta
topografica che ne ha fatto il Fabricius, il quale
ha lavorato sul luogo 17 giorni. Tale molino, detto
6 àndvct} p,vXog (perchè più sotto ce n' è un al-
tro 6 xàxtù fivXoi) si trova presso l'angolo che
forma il canale, dirigentesi verso il villaggio dei
Santi Dieci, "Ayioi Jsxa, col vicino torrente, il quale
non ho saputo abbia un nome speciale; quelli
del luogo lo chiamano in genere rò norafii e non
dev' essere l'antico Letheo, come dice lo Spratt,
ma mette foce nel Letheo che corre lungo l'ampia
valle di Messarà per isboccare nel mare fva,"Aytog
'iwdvvrjs (Phestòs) e Dibàki. Di fronte, più o meno,
al molino, dall'altra parte del torrente, è l'antico
teatro a piedi dell'acropoli; al di qua del torrente
invece, ma in immediata vicinanza verso il sud è
la chiesa antica di S. Tito ora quasi rovinata in più
parti. Lungo gli argini del torrente al disotto del
molino, si vedono alcune tombe, ma di epoca, credo,
piuttosto tarda, forse romana. L'argine, assai alto,
che divide il canale in discorso dal torrente che
corre parallelamente al di sotto, mostra, oltre alle
tombe, alcune testate e frammenti di muri. In uno
di questi, due o tre passi al nord di quello circolare
colla grande epigrafe, si scorgeva il frammento di
un'altra iscrizione scolpita sulla faccia di nord.
Feci un piccolo scavo nel terreno fortemente incli-
nato dell'argine e copiai quella parte di epigrafe
che, per intendersi, ho chiamato " del muro set-
tentrionale. „ Sì l'uno che l'altro muro sono com-
posti di grandi blocchi di pietra locale piuttosto
porosa, di quella medesima che si vede nell'antica
latomia nota col nome di labirinto, non molto lungi
da Gortyna, — La carta dello Spratt, Travels and
researches in Crete, II, 28 può dare del resto un'idea
abbastanza esatta della topografia del luogo. È
supponibile che qui fosse un luogo centrale o al-
meno molto importante dell'antica città pre-ro-
mana. Quanto all'edificio nell'interno del quale tro-
vasi scolpita la grande iscrizione io già mi era
accorto, come ho accennato, che il muro è circo-
lare, ma la parte da me scavata era troppo piccola
perchè potessi farmi un'idea della periferia e del
diametro di questo cerchio e assicurarmi che si
trattasse di un edificio a circolo intiero o a semi-
cerchio. Il D.r Fabricius che ha scavato il muro per
una estensione alquanto più lunga ha potuto ve-
rificare che esso è veramente circolare ed appar-
 
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