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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizioni arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0247

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- 235 -

tenne ad un edificio di questa forma del diametro
di circa 33 metri. „

Abbiamo dunque due muri a così poca distanza
l'uno dall'altro da poter anche appartenere a due
parti distinte di uno stesso grande edificio; uno
certamente circolare e corrispondente ad un dia-
metro di 33 metri, l'altro non abbastanza scavato
per determinarne la forma; ambedue iscritti. Sul
muro circolare l'iscrizione trovasi nell'interno ed
offre un corpo di leggi; quel poco che finora si è
potuto leggere dell'altro mostra che anche su quello
trovasi un corpo di leggi scritto a colonne come
il primo. Da tutto ciò è lecito argomentare che
questi siano gli avanzi dell'antichissimo àqxslov o
tcqvtavsìov della città di Gortyna e la costruzione
circolare in esso trova buon raffronto non solo nel
Vólog del 7ZQvtaveìov di Atene ma anche più no-
tevolmente in quello antichissimo che era a Sparta
nella 2xidc, là dove al tempo di Pausania tuttavia
usava riunirsi l'assemblea Spartana. Ma ulteriori
scavi e ricerche meglio potran chiarirci intorno
a ciò.

La grande iscrizione è completa. Essa occupa
sul muro ov'è scolpita uno spazio di m. 8,71 di
larghezza e di 1,72 di altezza. È scritta a colonne
che si succedono come la scrittura di un volumen
e queste colonne sono 12, divise da una distanza
di circa 0,06 in media. La larghezza in media delle
colonne oscilla fra 0,67 e 0,69. Il numero delle linee
in ciascuna colonna completa oscilla fra 54 e 55
ma prevale quest'ultimo. L'altezza delle lettere è
di circa 0,025 in media. Sono bene spazieggiate,
nettamente e abbastanza profondamente scolpite
ed anche erano rese più facilmente visibili colla
tinta rossa o rubrica (è'yxavaig, cfr. Fabricius De
architectura graeca, pag. 57 sg.) di cui veggonsi
ancora in più luoghi le tracce come pure tracce
di linee di divisione veggonsi fra le righe in al-
cuni luoghi e negli intercolunni. Sotto la parte
scritta è uno zoccolo alto 0,20. Il muro è com-
posto di massi aventi uno spessore (alla superficie)
di 0,55, e di larghezza varia; disposti in quattro
zone, quelli della prima e della terza sono più alti
(0,50; 0,560) queUi della seconda e quarta assai meno
(0,335; 0,31). Lo spessore del muro è di m. 1,67.

Le colonne si succedono da destra a sinistra.
La prima riga di ciascuna colonna incomincia pure
a destra, ma non così la seconda che succede
PovGToyrjóóv; continuando così con perfetta rego-
larità per tutta la colonna.

In cima a ciascuna colonna è od era segnato
il numero d'ordine di essa, costantemente accom-
pagnato dalla lettera A. Anche lettere numerali
veggonsi aggiunte qua e là lungo le colonne evi-
dentemente per comodo, aiutando a più facilmente
ritrovare i vari articoli della legge che nel testo
si seguono senza distacco o distinzione alcuna,
solo per lo più lasciandosi un poco di spazio in
bianco fra un articolo e l'altro, ma anche tal-
volta lasciandone ove non dovrebb'essere, come
accade spesso di fare anche agli antichi copisti e
si vede nei volumi papiracei superstiti. La forma
delle lettere prova però che queste notazioni fu-
rono aggiunte in tempi assai meno antichi.

L'iscrizione è mirabilmente conservata. Pochi
relativamente e piccoli sono i luoghi nei quali la
scrittura sia sparita per corrosione o scheggiatura
della pietra. Qua e là si nota qualche erasione
fatta a bella posta per sopprimere lettere erronea-
mente scolpite. Il massimo danno lo subì l'epigrafe,
non per le ingiurie del tempo, ma per la mano
degli uomini. Nello scavare il canale di cui sopra
è parola, incontrarono questo antico muro e ne
tolsero via alcuni blocchi, quanto bastava per la
profondità voluta; e quindi rimasero mozze nella
parte superiore le ultime cinque colonne. Fortu-
natamente non tutti questi blocchi andarono per-
duti. Uno fu visto nel 1857 dal sig. Thénon in-
castrato nel muro di un molino e più tardi fu
acquistato da lui ed ora trovasi a Parigi nel museo
del Louvre. Fu pubblicato quel frammento con
una fotografia dal Thénon nella Berne archéolo-
gique, 1863, II, p. 441 sgg. e poi riprodotto e il-
lustrato da parecchi (cfr. Róhl, Inscr. gr. antiquiss.
n. 476). Un altro blocco più grande, ma spezzato, fu
visto, ove trovasi tuttora, incastrato nel muro della
casa del Ma?. lHXidxrjg nel 1879 dal sig. Haussoullier
il quale lo pubblicò nel Bulletin de correspond. hellé-
nique, IV, 1880, p. 461 sgg. (Cfr. Rohl, op. cit. p.475
e add, p. 183). Così l'Halbherr come il Fabricius
hanno poi riveduto questo blocco e verificatane
la lezione. Questi due blocchi appartengono senza
alcun dubbio alla nostra iscrizione e colmano buona
parte della grande lacuna. Il blocco parigino ci dà
tutto il principio della col. XI ; il blocco Haussoullier
ci dà il complemento della col. Vili e, benché fram-
mentoso, il principio della IX oltre a poche parole
della X. Così la maggior perdita ora si riduce al
principio della X e della XII colonna, in tutto
una trentina di righe sopra circa 637 che doveva
 
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