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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizioni arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0278

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- 266 -

vato dal Thénon (col. XI, 2) e qualcuno l'avea
dichiarato impossibile. Ricorre in più luoghi.

Col. IV, 1. 29 ccza$eirji,aTa,(XTctn£vo<; ecc. si trovano
in più luoghi in senso di danno, soffrir danno ecc.
ma con special significato di danno pecuniario o
giudiziario per lite perduta ecc. Qui certamente
vuol dire che quantunque il padre non abbia ob-
bligo di procedere a una divisione dei suoi beni
fra i figli finch' ei vive, pure se un di questi si
trovi in grandi strettezze per danaro dovuto per
gli effetti di un processo o altrimenti (cfr. p. es.
col. X, 20 sgg.), il padre possa dargli anticipata
quella parte di retaggio che a lui spetta, sem-
pre però tenendo conto di quanto la legge pre-
scrive circa il modo e la misura della divisione.
'Ai syqaxtai si riferisce a quel che segue. È certo
che trattasi di cosa facoltativa e non imposta
dalla legge al padre, come lo è più esplicita-
mente quanto si dice per la figlia che vada a
marito (1. 48 sg.); confrontimi gli articoli a
col. VI, 2 sgg. col. IX, 40 sgg.

1. 35, certamente si deve leggere foixiwv ; per una
idea erronea avea pensato al participio.

1. 36 xaQTa[(\noócc, scrivo così perchè nella minore
iscrizione troviamo scritto xaqxainag- È noto
xoccTcdTtovg detto de'muli, e dei tori. Qui si vede
che deve intendersi in generale del maggior be-
stiame, o bestiame di armento.

1. 38 sg., che tale fosse in Creta la proporzione
nel dividere fra maschi e femmine già sapevamo
da Eforo (presso Strabone p. 483): (psqvrj d'èaxìv,
av àóeXcpoì caffi, to fjfiiffv tfjg tov aèsXtpov /lIsqióoc.

1. 52, slài, è scritto così per lài come a col. Vili, 40
nqsCv per Ttqiv. Troviamo a col. VII, 23 ed a
col. Vili, 8 lm.
ib. sTiédTtsvas, trovasi in più luoghi adoperato
èmxsnévSm in significato nuovo di un atto di
promessa o di obbligazione, come in significato
di simil genere si adopera spondere in latino.
Qui probabilmente si tratta di una obbligazione
pel capitale di cui si paghino i frutti finché non
sia consegnato.

Col. V, 1-9. Questo articolo si aggiunge a quanto
è detto in altro articolo a col. Ili, 31-36 sulla suc-
cessione della donna morta senza figli della quale
al marito non rimane che la metà di quanto abbia
tessuto ecc. Il marito non ha diritti da far valere
su quanto la donna abbia avuto dal padre o dal fra-
tello o abbia ereditato secondo è prescritto in una

legge di cui qui è segnata la data e che non è certa-
mente altra se non questa stessa nella quale tutte
le vie dirette e indirette della successione sono
indicate e le donne sono pur comprese nel ter-
mine generico ot èmfiàXXovxsg. L'articolo aggiunge
(e s'intende sempre per la donna che non abbia
figli) che quanto la donna abbia di suo per altra
via è ereditato dal marito ; ma per quelle donne
che abbiano ricevuto o ereditato prima che la legge
citata fosse scritta, se il marito abbia ereditato da
loro diversamente da quanto qui si dice non siavi
luogo a processo.

1. 5 6 Aì&[a]Xevg gzccqxoc. La sola lezione possi-
bile, a mio credere, è quella da me segnata nella
quale riman sottinteso il verbo. Di 6 Aì&aXsvg
abbiamo unico esempio nella intestazione della
nota epigrafe di Dreros che comincia: 'Eni xwv
Aì&aXémv, xoGfiióviwv xàv ffvv Kiu'a ; e non ri-
ferirò qui le varie opinioni espresse su quel-
V Ald-aXtav (Dethier, in Sitzungsber. d. Wien.
Akad. 1859 XXX, p. 440, Vischer Kl. Sdir.
Ili sg.) che ora trova raffronto nella nostra
iscrizione, ma non tale che rischiari intieramente
quel nome. Vediamo ora che questo nome è
unito al titolo di ffxdqxog (o ffxaqxòg se meglio
piaccia) e di tal titolo conosco altro esempio in
una iscrizione di Lyttos tuttora inedita, copiata
e a me comunicata dall' Halbherr ; essa è mutila
in principio e quel che ne rimane comincia ... vrjg
dóffscog xoig ffxàqxoig xarà j xà nccxqia xcc Qsoóai-
ffioig xai\ BsX%avioig, xòv óè nqcaxoxoff\\.iovvxa xa-
% è'xog tj 87ZineXovfis\vov óióóvcu óiavofirjv 0so-
óai\fftoig ex xàv óóffsoav cav ol ffxàq\xoi Xafi^dvovffiv
>\<a(p' (denari 1500) xuì Mataig xaX.s èx xwv xaig
(pvXaTg ói\óofj,svcùv xq^fiàrrnv xrX. È dei tempi
imperiali, ma ciò non prova che questi starti
non fossero d'istituzione tanto antica quanto i
kosmi che tuttavia esistevano. Hesychio poi ha
dxaQtor ed xà'§sig rov nXrjd-ovg. Si vede che que-
sto nome indica, non una dignità, ma una divi-
sione della cittadinanza, diversa da quella in
tribù e coesistente con questa, probabilmente
di carattere militare, com'è facile aspettarlo fra
i cretesi; ogni startos, come le tribù, aveva un
nome e convien dire che i nomi degli starti fos-
sero o potessero essere identici in varie città,
come quelli delle tribù, poiché troviamo lo stesso
nome a Gortyna e a Dreros; e dicevasi 6 Aì&a-
Xsvg (fragrog oppure ol Aì&aXeTg. Nell'esercizio
 
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