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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0303

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— 291 -

tombe di Cere e Cortona: la tomba a camera più
antica a cui il Conestabile potè rivolgere il suo
pensiero è quella delle Iscrizioni, trovata anch'essa
spoglia d'ogni suppellettile. Era venuta in luce fin
dal 1869 anche la tomba del guerriero,') ma essendo
questa una tomba a cassa isolata non poteva per
lui prendersi in considerazione. Del resto l'esame
della ricca suppellettile scoperta di recente nell'an-
tichissima necropoli di Corneto-Tarquinia ha messo
oggimai fuor di dubbio, pure agli occhi del Grhirar-
dini, dotto e coscienzioso relatore di quegli scavi,s) il
sincronismo di molte tombe a incinerazione (tombe
a pozzo ed a ziro) con altre tombe a cassa in cui gli
elementi della antichissima civiltà etrusca si mo-
strano più spiccati e decisivi. A Veio infine la più
antica tomba a camera conosciuta è la grotta Cam-
pana e questa, doveva ben saperlo il Conestabile,
era anzi da citarsi come un esempio bellissimo del-
l'uso promiscuo e sincrono della umazione e incine-
razione presso gli Etruschi.3) Senza spingere più
oltre la nostra critica intorno allo scritto del Co-
nestabile, per far vedere quanto poco peso convien
dare alle differenze di tumulazione nelle tombe
della prima età specificamente etrusca, basterà
ch'io citi le tombe di Pania 4) e di Poggio alla
Sala.s) La tomba mista di Pania, particolarmente
importante per la relazione di suppellettile con la
tomba del tesoro di Palestrina6) e quindi ezian-
dio con la tomba Regulini-Galassi, sta a provare
da sè sola irrefragabilmente che gli antichissimi
funerali degli etruschi ammettevano l'incinera-
zione accanto alla umazione, come l'ammette-
vano del pari i funerali romani del tempo favoloso
di Enea e Numa, e del tempo storico delle XII ta-
vole. 7) La tomba di Poggio alla Sala poi ci fa ve-
dere come e fino a che punto dagli Etruschi di
Chiusi fosse tenuto in onore il rito della incine-
razione, al tempo delle primissime tombe a camera,
e come quel rito sia nel Chiusino perfettamente

1) Bull. 1869, p. 258 sgg.; Ann, 1874, p. 24 sgg.; Mon. X,
tav. X-Xd.

2) V. Notizie degli Scavi. Aprile 1882,p. 202 sgg. = p. 73 sgg.
dell'estratto.

») V. Bull. Ist. 1843, p. 100; Micali, Mon. Ined. p. 370;
Dennis o. c. I, p. 31 sgg., p. 40.

Bull. Ist. 1874, p. 203 sgg.; Ann. 1877, p. 397-410
tav. d'agg. U-V; Mon. X tav. XXXVIII. Il cinerario di
bronzo e il colossale recipiente di egual materia entro cui
fu trovato, è attualmente in possesso dell'antiquario Giu-
seppe Pacini di Firenze. La situla di avorio venuta nelle
mani di Alessandro Castellani fu indicata come uno degli

parallelo al rito della deposizione sui letti mor-
tuari delle più antiche tombe di Cere, Vulci e Veio.
La ragione per cui a Chiusi, più che altrove in
Etruria, sia stata in favore la incinerazione, meglio
che nelle circostanze locali, deve ricercarsi, se-
condo credo, nella origine stessa del popolo etru-
sco, il quale ci si appalesa decisamente misto di
lingua, come di riti e di tendenze religiose. Ma
quale che sia la ragione del fatto, il fatto rimane ;
e noi dobbiamo al rito della incinerazione una se-
rie di monumenti peculiarissima, nei quali vediamo
svilupparsi grado a grado quel sentimento iconico
che, dalla maschera sepolcrale, condusse gli etru-
schi a darci dei ritratti liberi e indipendenti da
qualunque influsso dell'arte greca : i ritratti veri
precursori della iconografìa romana.

Come le maschere di Micene così quelle di Chiusi
rappresentano le prime prove fatte dalla razza pe-
lasgica verso il ritratto, perchè l'idea loro è di
dare per quanto sia possibile la fedele immagine
del defunto ; vale lo stesso poi se questa lo rap-
presenti coi segni della vita, o con quelli della
morte ; e se questa si conservi sopra il cadavere
deposto, o sopra le sue reliquie rinchiuse in un
vaso cinerario.

La maschera di bronzo che noi pubblichiamo a
tav. X, n. 1 è, fra le maschere delle tombe a ziro,
la più notevole che sia venuta in luce, quella che
forse meglio d'ogni altra ci parla in favore d'una
relazione pelasgica con le maschere di Micene, e
meglio d'ogni altra spiega l'origine dei vasi a testa
umana detti volgarmente canopi. Uscì essa da una
tomba a ziro di Chiusi scoperta e frugata nasco-
stamente nel 1882 e fu acquistata dall'antiquario
sig. Giuseppe Pacini, il quale, con atto generoso, la
presentava in dono al R. Museo Archeologico di Fi-
renze. La callotta di bronzo, che noi riunimmo alla
maschera sulla nostra tavola, proviene dalla stessa
tomba e fu donata al Museo siccome appartenente

oggetti che il R. Governo doveva riserbarsi nella vendita
della collezione Castellani fattasi nella passata primavera.
Non so se sia stata poi acquistata.

s) Bull. 1877, p. 193-196; Ann. 1878, p. 296-301 tav.
d'agg. QR.

«) V. Notizie degli Scavi 1876, p. 21-23; 40-42 ; 70-72;
113-126'tav. II; Bull. Ist. 1876, p. 117-131; Mon. X tav.
XXXI-XXXIII; Ann. 1876, p. 197-257: Mon. XI, tav. II;
Ann. 1879, p. 6 sgg., tav. d'agg. C; Garrucci, Diss. Arch.
tav. XII.

") Cfr. Marquardt, Handbuch d. róm, Alterthumer. VITI,
Th. I, p. 330 sgg.
 
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