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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0304

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- 292 -

alla maschera. ') Questa callotta di lamiera è ti-
rata liscia col martello in forma quasi emisferica
(alt. 0,08, diam. 0,16) e trovasi imposta a un col-
larino pure di lamiera, il quale mostra di essere
appartenuto ad un vaso del tutto simile a quello
cornetano edito nei Mon. Ist. X, tav. XXIV n. 7.
La lamina frammentaria che circonda la periferia
della callotta è infatti attaccata con una serie di
bullette al detto collarino;2) e si espande sotto
la callotta in forma di tronco di cono, decorata a
sbalzo con un giro di circoli concentrici. Sotto quei
circoli si vede inoltre un giro parallelo di botton-
cini sbalzati fra due linee di punti, indi ancora
una zona a disegno punteggiato. La decorazione
del vaso a cui la nostra callotta avrebbe servito
da copertura corrisponde pertanto con quella del

citato ossuario cornetano, se non con quella pura-
mente geometrica di un simile ossuario cornetano
edito nelle Notizie degli Scavi 1882, tav. XII, 14,
il quale, siccome munito di labbro in aggetto, e
mancante del collarino destinato a ricevere il co-
perchio in combacio, si trovò coperto da una cal-
lotta simile alla nostra, postavi sopra a rovescio.3)
L'uso del resto e la destinazione originale della no-
stra callotta vengono meglio che mai illustrati da
due ossuari chiusini di bronzo conservati nel Museo
di Firenze e provenienti ambedue da tombe a ziro.
Uno è quello già della collezione Servadio citato
dal Gozzadini nel suo libro sopra gli Scavi Arnoaldi
Veli p. 21 ;4) l'altro, trovato più di recente, faceva
parte della ricca suppellettile d'una tomba a ziro
brevemente descritta dal Gamurrini nelle Noi. degli

») L'alta antichità e Yetruschicità della tomba in cui c) Tripode di bronzo per gli incensi (thymiaterion),
fu trovata la maschera Pacini è messa più che mai in composto di un recipiente emisferico (diam. 0,20) soste-
chiaro dagli altri oggetti spettanti alla stessa tomba i nuto da tre Piedi desinenti in punta di lancia (alt. 0,22),
quali sono : i quali si espandono nella parte superiore in tre anelli a

ci) Gran vaso cinerario cui sono sospe-
di terra rossa della forma A si degli ornamen-
qui offerta. Alt. 0,46, circonf. _ tì occnialiformi a
1,02; dm. della bocca 0,29. . tV^/^jJs doppia spirale. Lo
Originariamente era dipinto (pO f ' v - > stesso motivo or-
a tempera in color brunastro. ■ "\(T*^ namentale si tro-
Fatto al tornio, ha l'omero /f'^j^^:':r^^^\^\ va nell' orificeria
breve ed obliquo, il collarino (f^ ^ ~S~ "jly"1 È d' Ino ( Schlie-
quasi verticale e il labbro ri- ìf mann,i2iosn.834,
saltato in modo e cosiffatto \ IlIlC/ 835,874 ecc.) e in
da poter dar appoggio inter- \ Spi/ quella di Micene
namente al soprastante co- \ J*j' (Schliemann, My-
perchio, il quale termina in % |jj kenae n. 295-300);
una sfera gugliata, e, sulla pe- cf.Milchhòfer,J.w-
riferia, ha quattro tagli ret- |fc jjjjf fdnge d. Kunst,
tangolari, corrispondenti allo ^ffiSHlllllf P- 18 sg. Questo
sporto interno delle quattro ^smmtìH tripode può com-
pratomi di grifo che ornano <g^^ÈSF£d0^ pararsi con quello di una tomba di Palestrina pubblicato
l'omero del vaso. Queste prò- negli Ann. dell'Ist. a. 1879, tav. d'agg. C, n. 7.
tomi, modellate con singolare sveltezza e maestria, si stac- . d) paio di molle relative al tripode simili di forma
cano dal collarino e ricascano in aggetto sull'omero, pren- a quelle riprodotte sulla nostra tav. VlIIIa, n. 12.
dendo forma e figura ornamentale. Le teste hanno becco 2) Le bullette e il collarino restano naturalmente nella
spalancato, lingua filiforme, occhi bulbosi e sporgenti, e lar- parte interna della callotta.

ghe e lunghe orecchie arricciate a voluta decorativa. Si- 3) Qfr. Ghirardini, Notizie degli Scavi, aprile 1882, p. 152

mili sono gli orecchi che hanno i grifi del pettorale d'oro = p. 23 sg. dell'estratto. Gli altri vasi di questo tipo citati

Regulini-Galassi (Mas. Etr. Gregor. I, tav. LXXXIII; Grifi da Ghirardini, p. 153 (= estr. 24) sgg. ci vengono descritti

Mon. di Cere tav. I), i grifi di un candelabro di bronzo ap- tutti senza coperchio (però f ha coperchio, vedi più in-

partenenti alla stessa tomba di Cere [Mus. Etr. Gregor. I, nanzi). I vasi a, b, c, e, g, k, l, m hanno tutti il labbro

tav. XI; Grifi 0. c. tav. XI) e quelli della __ aggettante più in corrispondenza col noto tipo degli os-

cista di Palestrina Mon. Ist. Vili, tav. ^Mt~J^ suari di Villanova, a cui fanno da coperchio le ciotole, e, a
XXVI (Cfr. anche i grifi sull'uovo di Is^2ÌP Tarquinia, talvolta gli elmi; mentre d (Palestrina), /"(Chiù-
struzzo della tomba dell'Iside in Mi- "^^^f si), h (Tarquinia), t (Danimarca), hanno il collo verticale,
cali M. I. tav. VII, 2. L'uso e il si- i .j' più in corrispondenza col tipo coperchiato con callotta 0
gnificato di codeste protomi sarà da tìj3p zucchetto combaciante. La callotta di bronzo edita nei
noi dichiarato più innanzi. C m Mon. Ist. XI tav. LX, n. 16, 16a dovette appartenere ad un
6) Base da holmos della stessa terra ~ Ijg' vaso di quest'ultimo tipo, per cagion dei fori esistenti
(alt. 0,33; diam. superiore 0,17, diam. y7 '^g^s sulla periferia (cfr. Ann. Ist. 1883, p, 291 e ciò che osser-
inferiore 0,21), originariamente dipinta V_ viamo più oltre).

a tempera come il vaso a. 4) Cfr. anche Ghirardini, 1. c. p. 154 (= 25 estr.), f.
 
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